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Cachi: il sodo ormai raggiunge il morbido
Prezzi medio-alti e qualità in crescita
L'inserimento e il progressivo aumento di referenze nella categoria dei cachi segnalano l'arrivo della stagione autunnale, anche se a ottobre si sono registrate ancora temperature miti lungo lo Stivale. Sebbene i cachi rappresentino una quota limitata delle vendite del reparto ortofrutta, la loro spiccata stagionalità e la presenza costante in ogni supermercato ci hanno spinto a proporre una fotografia degli scaffali di alcune insegne. Abbiamo così visitato cinque negozi nella città di Modena a fine ottobre.
Il primo dato che analizziamo riguarda la numerica degli assortimenti. In generale, i prodotti rilevati sono pochi rispetto a categorie più consolidate in questo periodo, come l'uva. Nei negozi più grandi abbiamo contato 4 referenze, mentre nei più piccoli 2. Esselunga ha una metratura equivalente a quella di Eurospar, ma come assortimenti si comporta al pari dei negozi più grandi.
La tipologia rappresenta la prima variabile che segmenta l’offerta: accanto ai classici cachi a polpa morbida, un'eccellenza produttiva italiana, troviamo anche i cachi a polpa soda, che vengono coltivati nel nostro Paese solo da qualche anno. In quattro negozi su cinque, il numero di cachi a polpa soda è pari a quello dei cachi a polpa morbida, mentre nell'Extracoop prevale quest'ultima varietà.
Guardando gli assortimenti di questi negozi, sembra che nel corso degli ultimi anni non ci sia stata cannibalizzazione tra cachi a polpa morbida e quelli a polpa soda, ma che entrambi stiano contribuendo a far crescere la categoria, segmentando l’offerta sulla base delle preferenze dei consumatori rispetto alla consistenza della polpa.
L'importanza principale, però, sembra essere riservata al caco a polpa morbida, soprattutto nei negozi più grandi. Questo è evidente guardando lo spazio dedicato, che risulta generalmente maggiore per questa tipologia nell'Extracoop, nello Spazio Conad e in Esselunga; in quest’ultimo negozio si registra il maggiore spazio dedicato ai cachi, che sottolinea l’importanza che l’insegna attribuisce alla stagionalità. Al contrario, in Eurospar e Lidl, la categoria appare più marginale e di servizio, con uno spazio limitato. Di certo, la tradizione produttiva nazionale spinge a puntare ancora sulla tipologia a polpa morbida.
Gli assortimenti più ampi includevano, in generale, anche referenze del territorio per il prodotto a polpa soda, mentre quelli più compatti si concentravano principalmente sulla convenienza, senza evidenziare una eventuale provenienza locale.
L'analisi tra prodotto sfuso e confezionato evidenzia la prevalenza dei cachi in vaschetta; ad esempio, nell'Extracoop abbiamo trovato esclusivamente prodotto confezionato. La presenza di numerosi marchi diversi riflette gli investimenti effettuati in questa categoria. A livello varietale, l’innovazione principale deriva dall’inserimento delle tipologie a polpa soda, mentre sul fronte della conservazione la tecnica che serve anche a “detannizzare” il prodotto ha raggiunto un livello molto alto garantendo un prodotto con una consistenza perfetta al consumo. Inoltre, l'utilizzo delle vaschette ha contribuito a estendere la shelf life dei frutti. Tuttavia, per il cliente italiano, il prodotto sfuso rimane un'esigenza che molti distributori cercano di soddisfare, offrendo la possibilità di calibrare la spesa e di verificare il grado di maturazione dei frutti, anche se quest'ultimo è meno significativo per i cachi a polpa soda.
I prezzi rilevati sono mediamente abbastanza alti e, probabilmente, sarà così fino a fine campagna, sperando che questi non penalizzino i consumi. Tuttavia, dai primi dati di vendita analizzati (che mostreremo in un articolo dedicato nei prossimi giorni) si notano consumi in flessione, anche se questo trend è probabilmente più legato ad un anticipo produttivo del 2023, non confermato nel 2024.
Rimanendo sul tema dei prezzi, registriamo una gamma che va da poco più di 2 euro al chilo, principalmente per i cachi a polpa morbida confezionati, fino a oltre 6 euro al chilo. Nella parte alta della scala dei prezzi, i cachi a polpa soda e, in generale, quelli confezionati predominano.
Parlando di convenienza percepita, uno dei casi più eclatanti l'abbiamo notato lungo il tragitto tra due negozi: un ambulante vendeva cachi a polpa morbida a 2,99 euro per cassa, con un peso di circa 4-5 chili, che porta il prezzo al chilo a meno di un euro. Nei negozi, la vendita in cassetta è stata piuttosto rara, con un solo caso di 30x40 a peso variabile e un prezzo al chilo di 2,38 euro. È evidente che competere con gli ambulanti è difficile, soprattutto per i prodotti coltivati localmente, ma in questo caso il differenziale di prezzo è significativo e facilmente percepibile.
Hanno collaborato Alfonso Bendi e Fabrizio Pattuelli