Standardizzazione ed efficienza o flessibilità e specializzazione nel futuro della Gdo italiana?

Voci e visioni dei protagonisti nell’incontro organizzato da Mediobanca

Standardizzazione ed efficienza o flessibilità e specializzazione nel futuro della Gdo italiana?

Nell’ambito della presentazione della nuova edizione dell’Osservatorio sulla Grande Distribuzione di Mediobanca, avvenuta ieri a Milano e di cui diamo ampio resoconto nella news qui sotto (clicca qui), si sono svolte due interessanti tavole rotonde che hanno avuto come protagonisti i big della distribuzione italiana, moderati da Cristina Lazzati. La prima, dal titolo: Il Retail alla prova del futuro: strategie, leadership e scenari per i grandi player”, ha visto protagonisti Francesco Avanzini, direttore generale Conad, Domenico Brisigotti, direttore generale Coop Italia, Massimiliano Silvestri, presidente LIDL Italia e Maniele Tasca, amministratore delegati di Selex Gruppo Commerciale.

Proprio Tasca ha aperto le danze, evidenziando gli aspetti distintivi della compagine dei 18 soci del gruppo che guida. “Flessibilità, specificità e specializzazione, adattate ai territori in cui le nostre imprese operano, ci aiutano a generare tante leadership locali che, dal nostro punto di vista, sono forse più importanti della leadership nazionale. Siamo un gruppo a matrice locale ma con spirito nazionale”, ha concluso il manager. Francesco Avanzini, da parte sua, ha evidenziato come “il modello organizzativo di Conad sia basato su piccole e medie imprese a cui è stata aggiunta una marca comune, l’insegna, e una politica di marca basata sulla declinazione della private label che, per il Gruppo, ha un ruolo centrale anche per indirizzare le scelte dei soci rispetto ai nuovi modelli di consumo”. 

Silvestri, in rappresentanza del primo retailer europeo e uno dei più importanti su scala internazionale, ha sottolineato come "pur nell’ambito della standardizzazione, che è il punto di forza del suo gruppo, l’interpretazione e l’evoluzione del modello sulla realtà italiana è stato l'elemento chiave, partendo dall’assortimento, per arrivare all’architettura dei negozi, in linea con le sensibilità dei clienti dello stivale”. Da ultimo, Brisigotti, ha ricordato come Coop Italia, in virtù della sua natura di consorzio di cooperative di consumatori, abbia sempre operato per bilanciare l’aspetto del profitto con quello del cliente, che è in questo caso è soggetto attivo delle scelte d’impresa”.

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Nel secondo giro di tavolo è emerso il nesso fra crescita economica e valori d’impresa. Sostenibilità, in una parola, per Brisigotti; rapporto fra qualità e prezzo per Silvestri; efficientamento sui nuovi life style per Avanzini, persone e servizi per Tasca. In conclusione sono poi emersi i temi della redditività, della digitalizzazione e, più in generale, dell’innovazione, in un contesto di necessaria concentrazione.

Al secondo panel “Radici forti, crescita veloce: le insegne locali che fanno la differenza” hanno partecipato: Giovanni Arena, amministratore delegato Gruppo Arena e presidente Gruppo VéGé, Laura Gabrielli, presidente Magazzini Gabrielli e Giangiacomo Ibba, amministratore delegato Crai Secom. 

Dal confronto è emerso come la distribuzione organizzata nazionale a matrice familiare abbia avviato oramai da tempo processi di modernizzazione dell’assetto finanziario e della governance che hanno permesso di rendere più solidi i gruppi, ad esempio con la costituzione di holding dedicate, e garantire l’accesso di manager che hanno coadiuvato il vero punto di forza iniziale di queste imprese: la passione dell’imprenditore. Da imprese padronali a imprese familiari managerializzate. In questo modo anche il passaggio generazionale, che costituisce un problema rilevate nella maggior parte delle imprese familiari può risultare più fluido e le quote rosa possono svilupparsi in modo coerente con le esigenze di inclusione. 

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