“Revoca fitofarmaci? Non molliamo. Presenteremo un dossier per sbloccare la partita”

Davide Vernocchi, dal palco dei 30 anni di Apo Conerpo, rilancia la battaglia sugli agrofarmaci

“Revoca fitofarmaci? Non molliamo. Presenteremo un dossier per sbloccare la partita”

“La revoca dei fitofarmaci deve essere in cima all’agenda del settore ortofrutticolo italiano, perché il sistema è seriamente a rischio. Lo scorso anno gli agricoltori sono scesi in piazza, e anche la presidente Von Der Leyen ha riconosciuto la necessità di ascoltare le priorità del mondo agricolo. Ma dopo tante belle parole, i fatti sono pochi. Insieme a Fedagri Confcooperative, abbiamo proposto una moratoria di 5 anni sull’eliminazione delle molecole strategiche per la difesa delle colture, per dare tempo alla ricerca di trovare alternative valide. Per ora nessuno, tra le istituzioni, ha il coraggio di prendersi la responsabilità di portare avanti questa istanza, ma noi non molliamo. A breve presenteremo un dossier dettagliato, numeri alla mano, per dimostrare cosa ci serve e perché. Non possiamo più permetterci di perdere tempo”, non usa mezzi termini Davide Vernocchi, Presidente di Apo Conerpo in occasione delle celebrazioni per il trentennale dell’OP, che ha chiamato a raccolta le istituzioni europee, nazionali e regionali per il convegno “Coltivare il futuro tra politiche green e mercato”.

Davide Vernocchi, Presidente di Apo Conerpo

Un importante momento di confronto tenutosi ieri a Bologna con l’obiettivo di mettere a fuoco i principali dati del settore e le strategie per garantire la competitività delle produzioni italiane nel panorama europeo. Sul palco, insieme al presidente di Apo Conerpo, Davide Vernocchi, anche Veronika Vrecionova, presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo, Felice Assenza, responsabile ICQRF del Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, Raffaele Drei, presidente di Fedagripesca Confcooperative, Alessio Mammi, assessore all’Agricoltura della Regione Emilia-Romagna, e Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative. L’evento, introdotto dal direttore generale di Apo Conerpo, Daniele M. Ghezzi, ha ripercorso le tappe salienti della storia trentennale dell’Organizzazione di Produttori, inquadrandone l’impegno per la tutela e la valorizzazione del lavoro dei soci e il ruolo cruciale nel sistema ortofrutticolo nazionale ed europeo e ha visto la presentazione del report esclusivo realizzato da Nomisma su “Sfide e strategie per la resilienza dell’ortofrutta”.

Daniele M. Ghezzi, direttore generale di Apo Conerpo

“L’ortofrutta italiana sta affrontando una delle fasi più critiche della propria storia – ha proseguito Davide Vernocchi -. La combinazione di cambiamento climatico, restrizioni normative europee e concorrenza internazionale, rischia di compromettere la competitività di un settore strategico per l'economia del Paese e per l'intera Europa. La questione non riguarda solo la produzione, ma l'intero sistema agroalimentare, dalla tutela del reddito degli agricoltori alla sicurezza alimentare per i consumatori”. 

Per quanto riguarda la revoca dei fitofarmaci non giungono belle notizie: “«Il caso dell'Acetamiprid, revocato in via precauzionale, è emblematico, perché ci ha sguarnito nella difesa delle cimice asiatica. Non contenti, per l’anno prossimo rischiamo di perdere tra le 30 e le 40 molecole fondamentali – insetticidi, fungicidi, diserbanti – che servono alle colture ortofrutticole. Siamo all’assurdo: rischiamo di dover tornare alle zappe”. Fra le diverse emergenze, ovviamente non poteva non essere citato il cambiamento climatico: “Gli eventi climatici estremi non ci danno tregua. Grandinate, alluvioni, siccità e gelate si susseguono con una frequenza preoccupante, compromettendo cicli produttivi sempre più fragili ed influiscono notevolmente sui costi di produzione, con i conti economici delle aziende che rischiano di andare in rosso, mettendo a rischio intere filiere”.

I dati presentati da Ersilia Di Tullio, Responsabile Strategic Advisory di Nomisma confermano le difficoltà del settore: “Le filiere più emblematiche mostrano segnali allarmanti: in Emilia-Romagna le superfici coltivate a pere sono crollate di oltre il 45% dal 2014, mentre pesche e nettarine segnano un -56,5% nello stesso arco temporale. Anche il kiwi è in contrazione, con un calo del 6,1% negli ultimi cinque anni. A peggiorare il quadro, la riduzione dell’export e l’aumento delle importazioni, che mettono a rischio la competitività del prodotto italiano”.
La ricetta di Apo Conerpo
La strada per uscire dalla crisi che minaccia l’ortofrutta italiana c’è e ha tappe precise: “Servono regole commerciali basate sulla reciprocità per garantire equità tra produttori europei ed extra-UE – incalza Vernocchi -, occorrono maggiori investimenti in ricerca e innovazione per sviluppare soluzioni produttive efficaci, bisogna rafforzare gli strumenti di difesa attiva e passiva, fondamentali per la protezione delle colture di fronte agli effetti del cambiamento climatico, e parlare di riduzione dei principi attivi utilizzabili solo in presenza di alternative valide. E serve sempre di più un concreto sostegno all’aggregazione di qualità per aumentare la competitività delle OP: in Emilia-Romagna abbiamo esempi virtuosi, come quelli sul settore pericolo che hanno dato risultati importanti. Apo Conerpo è pronta a fare la sua parte, ma servono politiche agricole comunitarie che sostengano davvero il settore”.  

Le voci della tavola rotonda: tra burocrazia, clima e risorse, il futuro dell’ortofrutta passa da aggregazione e pragmatismo
Durante la tavola rotonda moderata da Micaela Cappellini de Il Sole 24 Ore, rappresentanti delle istituzioni europee, nazionali e regionali hanno delineato le sfide e le priorità per il futuro dell’ortofrutta italiana ed europea. Veronika Vrecionová, Presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo, ha sottolineato l’importanza di garantire alla PAC un budget almeno pari a quello attuale, ricordando che l’agricoltura è una componente strategica per la sicurezza, non solo alimentare ma anche geopolitica. «Serve una PAC più semplice, orientata all’innovazione e meno burocratica, davvero vicina ai produttori».

Felice Assenza (ICQRF - MASAF) ha ribadito la necessità di passare da un approccio di “compliance” a uno di “performance” nella PAC, denunciando la complessità delle attuali norme. Ha accolto con favore il recente cambio di rotta della Commissione UE, che per la prima volta parla di “giusto prezzo per gli agricoltori” e di divieto di vendita sotto i costi di produzione. Tra i temi chiave: etichettatura, sovranità alimentare e rafforzamento delle indicazioni geografiche.

Raffaele Drei, presidente di Fedagripesca Confcooperative, ha chiesto strumenti concreti nella nuova PAC per sostenere l’aggregazione tra produttori, leva fondamentale per restare competitivi in un contesto geopolitico instabile. «La PAC è nata per garantire cibo ai cittadini europei. Non possiamo dimenticarlo».
Alessio Mammi, Assessore all’Agricoltura dell’Emilia-Romagna, ha ribadito che la vera emergenza è rappresentata dai cambiamenti climatici. La Regione ha investito 70 milioni di euro nel progetto Frutteti Resilienti per finanziare protezioni meccaniche fino al 70%. Ha chiesto inoltre una revisione del sistema di indennizzi gestito da Agricat e un piano nazionale strategico per la frutticoltura, inclusivo di misure per la logistica e la riduzione del costo del lavoro.

Maurizio Gardini, Presidente di Confcooperative

Maurizio Gardini, Presidente di Confcooperative, ha rivendicato con orgoglio il ruolo del modello cooperativo, lodando la capacità di Apo Conerpo di presidiare i mercati attraverso l’aggregazione. Ha espresso apprezzamento per il cambio di rotta europeo sul Green Deal, auspicando una stagione di concretezza e sostegno effettivo alle OP: «Orgoglio, responsabilità e presenza saranno le parole chiave del nostro futuro».

Foto apertura, da sinistra: Drei, Mammi, Vernocchi, Vrecionova, Cappellini