Il meglio di IFN
Nord Italia sottozero: drupacee in pericolo, mobilitazione nei campi
Le temperature scese fino a -5°C in Veneto ed Emilia-Romagna. In Puglia gelo scongiurato

Le gelate tardive, attese e temute, non si sono fatte attendere: il brusco afflusso di aria fredda dai Balcani ha colpito il versante adriatico, raggiungendo il culmine nella giornata di ieri e, in parte, anche questa mattina. Come sempre in questi casi, i danni effettivi alle colture saranno valutabili solo nei prossimi giorni, quando sarà possibile verificare lo stato degli ovari floreali.
Memori delle difficoltà degli ultimi anni, i frutticoltori del Nord Italia si sono fatti trovare pronti, attivando tutti i sistemi di difesa disponibili: irrigazione antibrina (sopra e sotto chioma), ventoloni (fissi e mobili), chiusura delle reti antigrandine e l’uso di candele riscaldanti. In alcune aree rurali, il rumore delle ventole in azione ha addirittura spinto alcuni cittadini a segnalare la possibile presenza di elicotteri, segno del livello di mobilitazione degli agricoltori per proteggere le colture.
Le drupacee – albicocchi, peschi e susini – sono le colture più esposte al rischio di danni, trovandosi in una fase fenologica avanzata, tra la fioritura e la scamiciatura. Temperature al di sotto di -2/ -3°C possono compromettere seriamente la produzione. Più al sicuro, invece, meli, peri, kiwi e cachi, ancora in una fase di sviluppo meno vulnerabile.

Le aree frutticola più colpite: Emilia-Romagna, Veneto e Mantovano
L’Emilia-Romagna è stata tra le regioni più colpite: a eccezione delle zone costiere e della provincia di Rimini, il resto del territorio ha registrato temperature minime sottozero. Nell’areale romagnolo, cuore della produzione di drupacee, le temperature a due metri dal suolo hanno oscillato tra 0°C e -2,5°C, mentre al livello del terreno sono stati registrati picchi fino a -5°C. Senza protezioni attive, il rischio di danni alla produzione, soprattutto nelle parti più basse della pianta, è elevato.
Situazione analoga in Veneto e Lombardia, tra le province di Verona e Mantova, dove Coldiretti ha segnalato minime fino a -3°C, mentre alcuni produttori ci riferiscono picchi di -5°C. Francesca Aldegheri di Confagricoltura Veneto ha evidenziato che il gelo è arrivato già alle 21:30 in alcune zone, con temperature rimaste sottozero fino all’alba. La preoccupazione maggiore riguarda le colture in piena fioritura, anche in questo caso pesche e albicocche, che potrebbero aver subito danni ai fiori e ai germogli.
In Piemonte non si sono riscontrati danni, a partire dal cuneese, che è il polo frutticolo della regione, dove il cielo coperto ha impedito un abbassamento eccessivo delle temperature. Tuttavia, l’allerta rimane alta per le prossime ore, con il rischio di un ulteriore calo termico a causa del rasserenamento previsto.

Il Sud Italia: Puglia risparmiata dal gelo, ma allarme siccità
Scendendo lungo l’Adriatico, in Puglia – nel polo produttivo di pesche e albicocche di San Ferdinando, della bassa valle dell’Ofanto (BAT) – le previsioni indicavano temperature sottozero, ma la notte è stata più clemente del previsto e non si segnalano danni significativi. Tuttavia, l’attenzione si sposta su un altro problema: la carenza d’acqua, che rischia di compromettere qualità e produttività dei frutteti se non verranno trovate soluzioni rapide.
Prossime ore decisive
Le prossime ore saranno cruciali, soprattutto per il Nord Italia, dove stamane è previsto un nuovo abbassamento delle temperature. L’Emilia-Romagna, il Veneto e il Piemonte potrebbero affrontare un’altra notte critica, mentre al Sud la situazione appare in miglioramento. Tuttavia, gli agricoltori restano in allerta, con il timore che aprile possa portare nuove gelate, potenzialmente ancora più dannose per le coltivazioni.
In apertura: foto di Marco Eleuteri, amministratore delegato di Op Armonia (gc)
