Uva sempre più da boutique

I volumi si concentrano nelle fasce di reddito alte. Sud fanalino di coda nei consumi

Uva sempre più da boutique

Negli ultimi anni, l'uva ha rappresentato una delle categorie più valorizzate sia nel reparto ortofrutta della Gdo che nei canali tradizionali. Le preferenze dei consumatori si stanno orientando sempre più verso prodotti "premium", con una crescita anche delle IGP, una sostituzione progressiva delle varietà tradizionali con le apirene e una maggiore attenzione alle referenze dalle elevate caratteristiche gustative. Questi fattori hanno contribuito ad aumentare il valore della categoria, nonostante la disponibilità di prodotto rimanga legata all'andamento delle campagne produttive. Un esempio è la campagna 2024, caratterizzata da un inizio e una fine anticipati a causa di condizioni meteo instabili, soprattutto al Sud Italia, dove si produce la stragrande maggioranza delle uve da tavola nazionali.
Oggi approfondiamo l'evoluzione della categoria uva dal punto di vista del profilo del responsabile acquisti nazionale di frutta e verdura, grazie alla collaborazione tra il Monitor Ortofrutta di Agroter e il Consumer and Shopper Intelligence at YouGov.

Più famiglie acquirenti rispetto alla frutta, ma frequenza di acquisto simile
Le famiglie che acquistano uva da tavola sono aumentate tra il 2022 e il 2024 (+5,3 punti) e in modo più che proporzionale rispetto alla frutta in generale (+0,7 punti). A livello di frequenza di acquisto, invece, la crescita è sostanzialmente speculare tra uva (+10%) e frutta (+9%).

Atto di acquisto: quantità centellinate, ma spesa in crescita
Analizzando il comportamento d’acquisto, emerge che le famiglie italiane hanno adottato un approccio più oculato, riducendo i quantitativi medi acquistati in linea con la tendenza generale della frutta (-15% e -16%). Tuttavia, hanno aumentato sensibilmente la spesa per l’uva (+16%), a fronte di un calo per la frutta in generale (-3%). Questo evidenzia come i consumatori abbiano orientato i propri acquisti verso categorie specifiche, tra cui l’uva spicca in modo particolare.

Lungo lo Stivale: Sud fanalino di coda nei quantitativi medi per famiglia
Dal punto di vista geografico, spicca un po’ a sorpresa il dato del Sud Italia, dove l’acquisto medio per famiglia è significativamente più basso rispetto al resto del Paese: 5,7 chili annui contro una media nazionale di circa 8 chili. Inoltre, il Mezzogiorno registra il calo più marcato rispetto al 2022 (-10%), seguito dal Nord-Ovest (-9%) e dal Centro (-4%). Al contrario, il Nord-Est mostra una leggera crescita (+1%).

Quota a volume per fascia di reddito: chi guadagna di più predilige l’uva
Concludiamo l’analisi esaminando la distribuzione dei volumi di acquisto di uva per fascia di reddito delle famiglie, che rivela un dato interessante. Nel 2024, la quota dei volumi acquistati di uva rispecchia quella della frutta in generale: il 27-28% proviene dalle famiglie con redditi alti, il 33% da quelle medio-alte, il 24-25% da quelle medio-basse e circa il 14% dalle fasce di reddito più basse.

L’aspetto più interessante riguarda l’evoluzione delle quote di acquisto, con una netta crescita nella fascia di reddito alto, che guadagna quasi 3 punti percentuali, a fronte di una sostanziale stabilità per la frutta in generale (+0,2 punti). Al contrario, le fasce di reddito intermedie segnano un calo per l’uva (-1,7 punti per la fascia medio-alta, -1,2 punti per la medio-bassa), mentre la fascia più bassa resta stabile.
Dall’analisi complessiva emerge chiaramente che l’uva ha visto una valorizzazione dell’offerta, con consumi in aumento soprattutto tra le famiglie più abbienti, che possono permettersi di spendere di più per garantire sulla propria tavola prodotti di alta qualità e dal gusto soddisfacente.