Semaglutide, il nuovo nemico dell’ortofrutta

Da farmaco contro l’obesità a “puntura della magrezza”

Semaglutide, il nuovo nemico dell’ortofrutta

Diventare magri senza diete è il sogno dei tanti che sono un po’ o tanto sovrappeso. Il desiderio, però, si infrange con la difficoltà di perseguire con costanza regimi alimentari e stili di vita corretti. La pulsione ideale però rimane e, come ricorderete, fra i buoni propositi per il 2023, gli Italiani hanno messo al primo posto ‘mangiare più frutta e verdura’, mentre al secondo collocano ‘fare più attività fisica’, secondo quanto emerso dal sondaggio del nostro Monitor Ortofrutta (clicca qui per maggiori dettagli ). 
Malgrado il problema riguardi quasi il 40% degli italiani, questa spinta non si traduce tout court in aumento dei consumi di frutta e verdura – come purtroppo sappiamo – ma mantiene almeno alta l’attenzione sui cibi salutari; con l’arrivo nelle farmacie del semaglutide, però, c’è il fondato rischio che venga a mancare anche solo la pulsione a mangiare meno e meglio per chi già è un po’ in carne e dei “piaceri” (soprattutto attuali) di frutta e verdura farebbe volentieri a meno se non fosse per i problemi di linea.
Infatti, questo farmaco, brevettato dalla danese Novo Nordisk, somministrato con iniezioni sottocutanee nell’adipe addominale, è stato studiato per i pazienti diabetici di tipo 2 ma determina – anche in chi non è diabetico - cali di peso dell’ordine del 15%, per cui la comunità scientifica inizia ad ipotizzare che possa essere potenzialmente risolutivo anche per l’obesità, pandemia che potrebbe riguardare un abitante della terra su due entro il 2035.
Accanto all’uso terapeutico, inoltre, negli Stati Uniti sta impazzando l’uso “off-label” del semaglutide, cioè fuori dalle indicazioni della scheda tecnica, con il solo scopo di aiutare il dimagrimento senza sforzo. Ne ammette candidamente l’uso anche Elon Musk, si vocifera altrettanto per tanti attori e influencer che, proprio perché si affrettano a smentire, verrebbe da dire siano coinvolti. Il farmaco è pure oggetto di uno spot televisivo e, nel 2022, è stato la 129esima medicina più prescritta negli USA, con oltre 4 milioni di utilizzatori, tanto da meritarsi la copertina di uno degli ultimi numeri dell’Economist.
Il semaglutide agisce in maniera analoga all’ormone GPL-1 prodotto dall’intestino, stimola cioè la produzione di insulina, migliora il controllo glicemico, inibisce la fame e rallenta lo svuotamento dello stomaco favorendo così il dimagrimento

Anche per uso non terapeutico è necessaria la somministrazione sotto controllo medico e, in ogni caso, si tratta di una relativa novità di cui, oltre agli effetti diretti - come nausea, diarrea, vomito e stanchezza - non sono stati ancora completamente verificati gli altri effetti collaterali e le eventuali interazioni con altri farmaci, per cui andrebbe assunto con la massima prudenza e solo se strettamente necessario. Ma si sa, le scorciatoie piacciono, anche se, smettendo l’assunzione, l’effetto cessa e si riprende peso
Malgrado tutto, al momento il limite più grande alla sua diffusione su larga scala sembra però essere il prezzo, un migliaio di dollari al mese, un po’ meno in Italia. Anche questo scoglio, però, potrebbe essere presto superato poiché – visto l’impatto sia a livello terapeutico che estetico – tante altre case farmaceutiche, come AstraZeneca e Pfizer solo per fare due nomi illustri, stanno lavorando per produrre molecole dall’effetto analogo. Insomma, sembra più una questione di tempo che di possibilità per vederlo disponibile per il grande pubblico.
Non resta dunque che rimboccarsi le maniche, perché “l’ortofrutta che fa bene” ha già pochi veri fan e, il rischio che quelli di circostanza ci abbandonino aumenta sempre più. L’unica via è alzare il valore percepito di frutta e verdura verso la soddisfazione al palato, su cui pillole e aghi nulla possono. Un’operazione di ReMarketing di cui parleremo approfonditamente durante Think Fresh a Rimini il prossimo 2 maggio (clicca qui per scaricare la brochure) nella speranza di contribuire a invertire la tendenza.