Il meglio di IFN
Castanicoltura, la muffa rovina le ultime settimane di raccolta
Il fitopatologo Sigfrido Bedeschi: «La pioggia costante non ha lasciato scampo»
Alla castanicoltura del Belpaese le sfide non mancano: le ultime stagioni sono state contraddistinte dal marciume bruno (o marciume gessoso), malattia crittogamica, causata dal fungo Gnomoniopsis castaneae Tamietti (clicca qui per approfondire) che ha messo in allarme il comparto. Ma quest’anno il fungo sembra aver allentato la presa sui castagneti, lasciando il passo alla muffa tradizionale.
Approfondiamo il tema con Sigfrido Bedeschi, tecnico del Consorzio Agrario di Ravenna e produttore di castagne: “Il fungo che causa il marciume bruno non è sparito ma semplicemente non ha trovato le condizioni ideali come l’anno scorso, quindi caldo prolungato e umidità. Invece, abbiamo registrato una recrudescenza della muffa tradizionale nelle fasi finali della raccolta, perché la pioggia incessante delle ultime settimane e un alto tasso di umidità hanno fatto da detonatore”.
“Inoltre, nell’Appennino Tosco-Emiliano, il calendario di raccolta è stato più lungo, perché ci sono stati volumi maggiori e questo ha favorito la muffa. Un po' di prodotto non è stato nemmeno raccolto. Ci sono state ripercussioni anche sul fronte commerciale; infatti, non sono mancate le segnalazioni e, adesso, temiamo per il prodotto destinato all’industria, perché le castagne con la muffa non seccano e non si prestano alla lavorazione”, conclude Bedeschi.
Il grossista Aurelio Baccini di Primizie Express, che opera nel mercato di Firenze, racconta a IFN le prospettive di una stagione ancora con il freno a mano tirato. “E’ una campagna in cui ancora si può far bene con marroni e castagne; anche se novembre dovrebbe essere stagione inoltrata, in realtà, il clima ha spostato il calendario. Da questi giorni sino a Natale sarà il momento clou per le vendite. Stiamo commercializzando castagne da diversi areali come: Campania, Lazio, Spagna e ovviamente il nostro prodotto toscano. Abbiamo riscontrato un po' di muffa ma era inevitabile con questo clima umido. In generale, nonostante le stagioni complesse per la castanicoltura, la qualità media del prodotto è migliorata tantissimo”.
“Da noi il prodotto che si consuma di più è il Marrone Toscano, che fa la parte del leone con i prezzi che oscillano da 4 a 7 euro al chilo in base alla pezzatura. Quest’anno poca pezzatura grossa ma i volumi sono generosi. Per quanto riguarda la domanda ci aspettiamo il boom con il calo delle temperature” (aa).
Ha collaborato Fabrizio Pattuelli