Clementine e mandarini: il discount pigliatutto!

Il canale cresce a doppia cifra sia a volume che a valore

Clementine e mandarini: il discount pigliatutto!

Nel comparto clementine e mandarini i consumi complessivi da cinque anni a questa parte sono stabili (-1%) a differenza dei prezzi che sono in continua ascesa (+49%). Se poi prendiamo in considerazione solo il discount, la progressione è irresistibile, poiché segna +18% nelle quantità e +55% nelle quotazioni.
Spostandoci al commercio estero non c’è da essere fieri di una bilancia commerciale costantemente negativa. Un trend che, comunque, non penalizza la produzione italiana che rimane ai vertici mondiali del comparto.
Come promesso nell’approfondimento di ieri sulle arance, oggi è il turno delle clementine e mandarini, che completano così la categoria del mese di IFN a novembre, forte delle analisi del Monitor ortofrutta di Agroter.
Quindi, altra carne al fuoco che “griglieremo” nella diretta di IFN del mese, che andrà in onda il prossimo 14 novembre alle ore 11.00 sui nostri canali social. Non mancate! 

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Dopo queste anticipazioni entriamo nel dettaglio dell’approfondimento.

Italia fra i leader mondiali, ma la bilancia commerciale è in rosso
In Italia la superficie complessiva investita a clementine e mandarini è di poco inferiore a 35 mila ettari, per una produzione media che si aggira fra 700 e 800 mila tonnellate. Con 25-26 mila ettari, le clementine prevalgono nettamente sui mandarini, e sono localizzate prevalentemente in Calabria, che da sola possiede il 65% delle superfici, seguita dalla Puglia con il 20%. Nel mandarino, invece, è la Sicilia a fare la parte del leone, con oltre il 60% delle superfici nazionali.
A livello internazionale, escludendo la Cina, che come spesso accade ha valori fuori scala, l’Italia è nella Top 6, preceduta da Turchia, Spagna, Brasile, Marocco ed Egitto, che detengono dei volumi fra 1 e 2 milioni di tonnellate all’anno.
Fra i Paesi citati, non stupisce che la Spagna, così come nelle arance, sia il principale fornitore straniero dell’Italia, seguita da Francia (che ha una produzione storica in Corsica), Sudafrica (leader del controstagione) e Israele, che può vantare varietà particolarmente apprezzate, come Orri. 

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Al di là della bilancia commerciale costantemente negativa sia a valore che a volume, è interessante notare come i volumi importati siano diminuiti, mentre il dato a valore è cresciuto sensibilmente. Quindi, si importa a prezzi decisamente più alti, ed è un trend figlio sicuramente di una diminuzione dell’offerta nei Paesi esteri ma, soprattutto, di un mix varietale orientato verso varietà club di fascia premium (per esempio Nadorcott e Orri), che dominano la scena in particolar modo nel periodo tardivo, fra gennaio e marzo. 

Consumi stabili e prezzi in forte aumento
Gli acquisti domestici a volume degli ultimi 5 anni sono stabili nel complesso, ma mostrano differenze significative in funzione del canale. In particolare, Discount e Dettaglio Tradizionale sono agli antipodi: il primo cresce di ben 18 punti, mentre il secondo è in calo di 13 punti. A metà strada si trovano Iper+Super, che hano visto un picco nel 2022 (+9%) per poi riassestarsi lo scorso anno (+1%). 

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Invece, esaminando il grafico dei prezzi al consumo, si nota una cavalcata del trend negli ultimi 4 anni, guidata dal Discount (+55%), che performa di 6 punti sopra la media e di 11 rispetto al canale Iper+Super.

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L’analisi a valore certifica la performance dei supermercati essenziali, che staccano la concorrenza di oltre 20 punti, con un boom nell’ultimo biennio. 

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Se estendiamo il periodo di analisi a 10 anni, all’interno del canale Iper+Super, si nota come la spezzata relativa al prezzo medio al consumo sia costantemente cresciuta nel corso degli anni, fino a toccare quasi la soglia dei 50 punti percentuali. 
Questo trend ha causato una progressiva diminuzione dei consumi, a partire dal 2018 in avanti – fatto salvo l’anomalia del 2022 - dove i consumi si sono rialzati. 

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Dicembre vale 1/3 delle vendite
Concludiamo l’analisi con la stagionalità della categoria durante il corso dell’anno, grazie alle vendite mensili del canale Iper+Super che evidenziano una concentrazione dei volumi nel mese di dicembre che da solo vale 1/3 del totale. 

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Il resto della campagna si dipana fra ottobre e marzo e per il resto dell’anno le vendite sono sostanzialmente risibili, evidenziando così una spiccata stagionalità.

Provando a tirare le somme si nota un comparto che “tiene” sul fronte dei consumi, soprattutto se si considera l’impennata dei prezzi. Certamente l’introduzione di nuove varietà club, che hanno alzato l’asticella della qualità è stata sicuramente un fattore importante, ma non dimentichiamo come queste innovazioni varietali provengano quasi esclusivamente oltreconfine. 
Sul ruolo che potrà avere l’Italia in questa partita ne parleremo durante la diretta IFN di giovedì prossimo con i protagonisti della produzione e della ditribuzione che trovate qui sotto. (gc)

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