Il meglio di IFN
Il Mediterraneo ribolle: le catastrofi un’inevitabile conseguenza
Il Mare Nostrum si riscalda più velocemente di tutti gli altri del 20%
Dana è l’ultimo di una lunga serie di eventi estremi che hanno colpito l’Europa Meridionale durante questo 2024, che oramai volge al termine. I dati che emergono dalle analisi dall'Aemet, l'Agenzia meteorologica spagnola, sono a dir poco sconvolgenti: in 24 ore, nelle aree più colpite, sono piovuti circa 700 millimetri, che è la quantità che piove mediamente in diverse zone della pianura Padana in un anno!
È quindi opinione diffusa fra i meteorologici, che stiamo entrando in un territorio inesplorato, come spiega sulla sua pagina Facebook Pierluigi Randi, tecnico meteorologo certificato di Ampro (Associazione meteo professionisti): “Il fatto che in passato ci siano stati altri eventi alluvionali, qua o là, non sconfessa in alcun modo il fatto che le precipitazioni osservate in molti dei recenti eventi sull'area mediterranea non abbiano precedenti, particolarmente a livello d'intensità”.
Il principale indiziato dell’aumento sia nell’intensità che nella frequenza degli eventi estremi è il riscaldamento globale. Il problema è che l’Europa – come riporta un articolo del Corriere della Sera a firma di Sara Gandolfi – è il continente che si scalda più rapidamente: negli ultimi cinque anni ha registrato in media un aumento della temperatura di 2,3°C rispetto all’epoca preindustriale, ben superiore alla media globale di 1,3° C (dati Copernicus).
Dopo l’Artico, l’area del Mediterraneo è la più colpita dai cambiamenti climatici, complice il mare che si riscalda del 20% più velocemente di tutti gli altri. Infatti, dall’inizio degli anni ‘80, il Mar Mediterraneo si è riscaldato di circa 0,4 °C per decennio, ovvero più velocemente della media globale degli oceani, argomenta Giulia Bonino, ricercatrice del Centro Euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici (Cmcc).
Maggiore calore equivale ad immettere una quantità superiore di energie del sistema. In particolare, è noto come ogni grado Celsius di aumento della temperatura atmosferica porta a un ulteriore 7% di vapore acqueo contenuto nell’atmosfera, che viene poi rilasciato sotto forma di precipitazioni nel momento in cui incontra correnti fredde, proprio come nel caso della Dana.
Secondo gli esperti, il Mediterraneo è passato, in un lasso di tempo troppo breve, da stabilizzatore del clima, che ha permesso la grande rivoluzione agricola, a motore di caos e instabilità. E se guardiamo al futuro non c’è da stare allegri: è ormai praticamente certo che il 2024 sarà l'anno più caldo mai registrato, con una temperatura annuale che sarà di oltre 1,55 °C superiore al livello preindustriale, superando così il 2023, che a sua volta deteneva l’ultimo record.
Quindi, è in atto una progressione nell’aumento delle temperature, che non accenna a fermarsi, e che probabilmente causerà sempre più catastrofi in futuro. Non vogliamo essere profeti di sventura, tutt’altro, ma nel momento in cui il clima cambia così rapidamente occorrerebbe adattarsi di conseguenza. Invece, non si vede lo straccio di una qualsivoglia strategia, anzi, vengono messe solo pezze temporanee che sono a malapena palliativi. Ad maiora!