Dal campo
Incubo cimice asiatica: dalle pere venete ai noccioleti della Tuscia
Danni economici ingenti anche sui frutti destinati all’industria
La cimice asiatica è ormai una costante negativa dei nostri frutteti e il contenimento di questo insetto sembra essere sempre più complesso. I pereti veneti quest’anno sono stati particolarmente bersagliati; nonostante la stagione da un punto di vista dei volumi e della qualità si presentasse buona, la cimice ha rovinato i piani dei produttori che stavano provando a risalire la china dopo stagioni disastrose.
Le pere sono tra gli obiettivi prediletti per la cimice – come afferma anche Francesca Aldegheri, presidente del settore frutticolo di Confagricoltura Veneto: “Quest’anno le prospettive erano migliori del solito ma la cimice ha fatto razzia. Nonostante i sistemi di difesa adottati i danni sono stati ingenti, tanti frutti sono stati destinati all’industria perché non erano idonei per la vendita come prodotto fresco”.
Infatti, durante la fase di raccolta e stoccaggio, l'amara scoperta di frutti compromessi dalle punture dell'insetto oltre le attese. I danni economici causati dalla cimice, in un comparto già fragile, sono stati disastrosi. Tra i tanti fattori che stanno minando la pericoltura veneta, sicuramente, la cimice asiatica detiene il primato.
Anche i noccioleti della Tuscia sono stati invasi dall'insetto e sembra che i trattamenti e i sistemi di protezione adottati siano serviti a poco. Il caldo prolungato e umido ha permesso alle larve di sopravvivere e avere un exploit proprio in autunno. Il consigliere regionale Giulio Zelli, presidente della commissione Agricoltura e Ambiente della Regione Lazio avverte: “Il settore delle nocciole nella Tuscia, da elemento di forza sta diventando un fattore di debolezza a causa della cimice. La Regione – prosegue il presidente – sta già facendo il possibile per fermare questo trend che dura da circa quattro anni, come confermano i lanci di vespe samurai per contrastare l’emergenza della cimice asiatica”.
«Quattro anni di perdita di produzione rappresentano un danno decisamente importante da sostenere per i nostri produttori di nocciole e per tutto il territorio della Tuscia», gli fa eco l'assessore all'Agricoltura della Regione Lazio, Giancarlo Righini, annunciando l'istituzione di un tavolo di crisi permanente sulla nocciola, che si riunirà per la prima sessione il prossimo 25 novembre.
Per sostenere le aziende saranno finanziate trappole per abbattere il numero di cimici asiatiche presenti nella fase autunnale, così da ridurne gli esemplari in primavera. Intanto la vespa samurai, malgrado debba ancora radicarsi definitivamente sul territorio, sembra essere comunque la soluzione migliore.