Il meglio di IFN
Una spremuta d’arancia al giorno … leva il medico di torno
Regina della vitamina C grazie al mix tra contenuto del micronutriente e quantità consumate
Le arance sono la terza categoria di frutta più consumata in Italia, dopo mele e banane, nonostante la loro stagionalità sia concentrata nel periodo autunnale-invernale. Infatti, le arance sono un pilastro della nostra dieta, anche grazie alla loro versatilità: sono consumate alla fine dei pasti, come spuntino o sotto forma di spremuta.
Indipendentemente dalla modalità e dall'occasione di consumo, le arance offrono numerosi benefici per la salute, non solo in relazione ai valori medi della frutta in generale, ma soprattutto rispetto alla quantità che si tende a consumare di questo frutto. Ecco alcuni dettagli.
Le arance hanno un apporto calorico in linea con quello della maggior parte della frutta: 50 kcal per 100 grammi di parte edibile. Per fare un confronto, hanno più calorie rispetto al limone (che con 29 kcal è il frutto con il minor contenuto calorico), ma meno di una mela (che fornisce 61 kcal), quindi è un frutto consumabile in grandi quantità.
Inoltre, grazie al loro elevato contenuto di acqua, che supera la media della frutta, le arance sono ideali per preparare spremute, estratti e succhi.
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Passiamo ora a un'altra componente essenziale che genera benifici per l'organismo umano, tipica dell'ortofrutta: il contenuto di fibra. In 100 grammi di arancia, troviamo 2,2 grammi di fibra. Sebbene questo valore sia leggermente inferiore alla media della frutta, risulta comunque significativo, soprattutto considerando la frequente presenza di questo frutto nella dieta degli italiani.
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Le arance sono, infatti, il terzo frutto negli acquisti domestici nazionali, con una quota del 13%. Un dato significativo, considerando che i frutti che le precedono nel ranking, mele (17%) e banane (15%), sono disponibili nei negozi per periodi più lunghi e, quindi, più destagionalizzati rispetto alle arance. Per cui, quando sono di stagione per la presenza del prodotto italiano, le arance sono sempre una delle scelte principali nelle opzioni di spesa, all’interno del reparto ortofrutta, per la maggior parte dei responsabili acquisto nazionali.
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Passiamo ora a una delle caratteristiche distintive delle arance. Questi frutti sono spesso associati alla vitamina C, grazie alla presenza dell'acido ascorbico, l'emblema delle vitamine. Non è raro vedere integratori alimentari che utilizzano l'immagine delle arance sulle confezioni, perché, nell'immaginario collettivo, queste rappresentano il simbolo per eccellenza della vitamina C. Ma è davvero così?
In termini assoluti, se consideriamo la quantità di vitamina C presente in 100 grammi di parte edibile, l'arancia si posiziona come il terzo frutto per contenuto di questo nutrizionale, subito dopo la papaya e il kiwi. Dalla classifica escludiamo la guaiava (che ha un valore fuori scala e pari a 228 mg), poiché in Italia è quasi irrilevante in termini di consumi.
In 100 grammi di arance, si trovano 56 milligrammi di vitamina C, un valore leggermente inferiore a quello della papaya (61 mg) e del kiwi (75 mg), ma decisamente più alto rispetto alla media della frutta, che si aggira intorno ai 30 mg. Tuttavia, il vero punto di forza delle arance sta nella quantità del micronutriente associata ai consumi di questo frutto.
Prendiamo ad esempio una delle modalità di consumo più comuni: la spremuta. Per prepararla, generalmente si utilizzano due arance medie o tre piccole, che corrispondono a un quantitativo di circa 100-140 mg di vitamina C. Se confrontiamo questo con la dose giornaliera consigliata di vitamina C, che per un adulto è di circa 80-90 mg, è evidente che una spremuta di arance fresche può facilmente coprire il fabbisogno giornaliero di vitamina C del nostro corpo.
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Va sottolineato, inoltre, che il limite massimo di assunzione di vitamina C è di 2.000 mg al giorno, in un adulto. Oltre questa quantità, essendo una vitamina idrosolubile, il corpo elimina l'eccesso. Pertanto, non ci sono controindicazioni nell'assumere vitamina C, e una spremuta al giorno rappresenta sicuramente una sana abitudine.
Un ulteriore aspetto importante riguarda l'assorbimento dell'acido ascorbico, che mette in evidenza ancora di più il valore dell'ortofrutta. Umberto Veronesi ha sempre enfatizzato l'importanza di ottenere i nutrienti, inclusa la vitamina C, attraverso la dieta piuttosto che dagli integratori. Secondo Veronesi, l'assorbimento della vitamina C è più efficiente quando proviene da fonti alimentari naturali, come frutta e verdura fresche, che offrono anche una combinazione di altri nutrienti e antiossidanti che ne migliorano l'efficacia. Alimenti ricchi di vitamina C, come arance, kiwi e fragole, sono sempre preferibili agli integratori, poiché contengono una vasta gamma di fitonutrienti che agiscono in sinergia con la vitamina C, ottimizzandone l'assorbimento.
Di questo e tanto altro si parlerà alla diretta IFN su Arance e Clementine che andrà in onda giovedì 14 Novembre alle ore 11.00 sui nostri canali social.
Il dibattito sarà animato da protagonisti di riferimento della produzione, come Alessandro Barbera, titolare e general manager del gruppo Barbera; Ivan Mazzamuto, presidente della cooperativa La Normanna e Francesco Casciaro, direttore Op COAB. Per il sistema distributivo, saranno affiancati da Michele Sabatini, category ortofrutta Gruppo Gabrielli e Sandro Massei, responsabile ortofrutta Unicoop Firenze.
Vi aspettiamo giovedì 14 novembre alle ore 11.00 sui nostri canali social. Non mancate!
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(gc)