La patata spopola ma la prudenza domina

Nonostante i prezzi record delle ultime campagne i produttori sono cauti nell’investire

La patata spopola ma la prudenza domina

La patata si conferma la regina dei consumi, soprattutto nella Gdo, con il discount in prima linea, dove, nonostante un aumento dei prezzi di quasi 40 punti percentuali negli ultimi due anni, i consumi sono rimasti pressoché stabili. Questo incremento delle quotazioni al consumo ha portato benefici anche ai produttori, che, dopo diverse annate difficili, hanno finalmente visto riconosciuti i propri sforzi.
Ci si potrebbe aspettare un boom delle superfici coltivate, ma per la prossima campagna si prevede un aumento contenuto, pari all’1-2%, e la situazione in Europa non è molto diversa. Le incertezze produttive, legate sia agli effetti sempre più imprevedibili del cambiamento climatico, sia alla crescente aggressività dei patogeni, rappresentano un freno agli investimenti, soprattutto considerando la costante riduzione dei principi attivi disponibili per la difesa delle colture.

Questi sono alcuni dei temi emersi durante la diretta dedicata a uno dei prodotti ortofrutticoli più importanti, la patata, andata in onda ieri mattina sui canali social di IFN (clicca qui per rivederla).
A dare vita a un dibattito ricco di contenuti sono stati esponenti di spicco del mondo produttivo, tra cui Albino Carli, Direttore del Consorzio PPAS - Patata della Sila, Giulio Romagnoli, Amministratore Delegato di Romagnoli F.lli Spa, e Mirco Zanelli, Direttore Commerciale di Apofruit, partner del Consorzio Selenella. Dal lato retail, hanno offerto un prezioso contributo Pier Luigi Lauriola, Responsabile ortofrutta di Carrefour Italia, e Gianluca Sapienza, Responsabile acquisti ortofrutta di Ergon - Gruppo Despar.

All'inizio della puntata, il nostro Direttore, Roberto Della Casa ha illustrato, supportato dai numeri del Monitor Ortofrutta, il momento positivo che sta attraversando questo prodotto sul mercato: "I volumi registrati dal 2022 al 2024 mostrano una sostanziale stabilità, con i supermercati e i discount che hanno ottenuto performance positive, a differenza del mercato tradizionale, che ha visto una contrazione. Tuttavia, l'aspetto più sorprendente riguarda l’andamento dei prezzi: dopo una leggera discesa nel 2021, i prezzi hanno registrato un aumento prossimo al 40%. Nonostante questo incremento significativo, i consumi sono rimasti praticamente invariati, a testimonianza dell’importanza di questa categoria all’interno del reparto ortofrutta."

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Un’analisi che ha trovato concorde il mondo distributivo, a partire da Pierluigi Lauriola: “La patata rappresenta una categoria di grande rilevanza all’interno del reparto, detenendo il 5% del valore e l’8% del volume complessivo. I dati a rete costante sono particolarmente positivi, con una crescita di 6 punti a valore e 3 a volume, evidenziando un’inflazione di circa 3 punti. In sintesi, si tratta di un segmento in salute, senza alcun dubbio”.
“Venendo alle modalità di vendita, in Carrefour – prosegue Lauriola – il prodotto sfuso incide per il 12% sia a valore che a volume, mentre la quota restante è dominata dalle confezioni a peso imposto. Nel corso degli anni, si è osservata una progressiva riduzione del peso delle confezioni: dai formati maxi da 10 kg si è passati a pesi ben inferiori, tanto che oggi la grammatura da 1,5 kg rappresenta il 60% del confezionato. Questo trend si è sviluppato per rispondere alle esigenze di famiglie sempre più ridotte e per segmentare l’offerta, aumentando il valore della categoria. Inoltre, il formato più piccolo contribuisce a mitigare l’impatto dell’inflazione sulla percezione del prezzo finale”.

Sulla stessa lunghezza d’onda si trova Gianluca Sapienza: “In termini economici, la patata può essere considerata un bene a domanda rigida, poiché le variazioni di prezzo non determinano un calo significativo nei consumi o, comunque, le flessioni risultano molto contenute, come evidenziato dai dati appena mostrati. Nel complesso, i risultati sono in linea con le tendenze nazionali e, nel 2024, il comparto ha registrato una crescita del +7% a valore e del +5% a volume. Questo conferma che il settore pataticolo rimane un punto di riferimento nel reparto, mantenendo un forte appeal. Anzi, osservando il canale discount, le performance risultano ancora più positive.

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Nella nostra regione, la Sicilia, la produzione locale di patata novella gioca un ruolo di primo piano, con le coltivazioni siracusane che rappresentano fino al 40% del totale. La raccolta delle novelle è appena iniziata e il prodotto si presenta di buona qualità, idoneo alla commercializzazione. Tuttavia, dai produttori emergono preoccupazioni per la stagione, poiché l’elevata umidità dovuta alle abbondanti piogge potrebbe rendere più difficile la gestione della produzione.

Dal lato produttivo, Mirco Zanelli, Consigliere del Consorzio Selenella, conferma il buono momento della categoria: “Il nostro consorzio vanta un brand di prestigio, una produzione distribuita su tutto il territorio nazionale e, l’anno scorso, abbiamo registrato un incremento di oltre l’8% nelle quantità vendute, anche se il valore medio di inizio anno rispetto alla passata stagione sarà leggermente inferiore a causa di una maggiore disponibilità di prodotto. Comunque, nel mese di dicembre per Selenella ha segnato un record di vendite con 4.500 tonnellate, grazie anche al supporto di una forte spinta promozionale e televisiva.
“Venendo alla prossima campagna oramai alle porte, le programmazioni delle semine sono state regolari e confermano una superficie coltivata superiore ai 1.500 ettari e, nel nostro caso, gli scavi inizieranno a fine marzo dalla Sicilia, dove coltiviamo oltre 300 ettari, per poi proseguire con la produzione di novelle in Puglia, Lazio e Sardegna. Successivamente, si passerà alla produzione tradizionale nelle aree del Fucino (Abruzzo), dell’Emilia-Romagna e del Veneto”.
“Effettivamente negli areali siciliani c’è un certo timore per le condizioni atmosferiche particolarmente umide delle ultime settimane, ma gli impianti si presentano in buono stato. Al momento, le aspettative sono positive, anche se, come sempre nel settore ortofrutticolo, le incognite restano all’ordine del giorno”.

Giulio Romagnoli approfondisce la disamina sulle stime produttive, lungo la Penisola e non solo: “In Italia si prevede un leggero incremento delle superfici coltivate, nell’ordine dell’1-2%, rimanendo sostanzialmente in linea con le ultime campagne. In Europa, invece, l’aumento sarà leggermente più marcato, ma riguarderà principalmente le produzioni destinate all’industria. Questo trend è favorito dalla continua apertura di nuovi stabilimenti per la lavorazione del surgelato, ognuno dei quali è in grado di assorbire fino a 4 milioni di quintali di prodotto, influenzando inevitabilmente il comparto produttivo. In particolare, si prevede un aumento delle patate destinate alla produzione di fecola, mentre il segmento del consumo fresco dovrebbe rimanere stabile”.
“A livello europeo – aggiunge Romagnoli – il consumo di patate fresche ha registrato un recupero significativo, con una ripresa particolarmente evidente in Germania, da sempre uno dei mercati più importanti per questo tubero”.

Durante il suo intervento, l’imprenditore ha spiegato le ragioni per cui, nonostante i prezzi in produzione piuttosto elevati delle ultime campagne (80 cent/kg per le novelle e 50 cent/kg per le altre), non si assista a un’espansione direttamente proporzionale delle superfici coltivate. 
“Oggi gli agricoltori devono affrontare numerose difficoltà produttive e la crescente impossibilità di difendersi dalle avversità. Il processo di revoca di alcuni principi attivi continuerà, rendendo necessario un cambio di approccio: dobbiamo innovare costantemente, puntando su varietà geneticamente più resistenti e adottando nuove pratiche agronomiche. Per il controllo delle erbe infestanti, ad esempio, sarà sempre più importante l’impiego di colture estive capaci di limitarne la diffusione. Tuttavia, il recupero di valore ottenuto in questi anni ha innalzato la qualità media del prodotto e quando un prodotto è di qualità, il mercato lo riconosce e il suo valore cresce di conseguenza.”

L’aspetto della qualità è la base del successo della patata della Sila IGP, come spiega Albino Carli: “Il nostro percorso di crescita in costante prosegue senza intoppi, con un incremento a doppia cifra registrato nell’ultimo anno. Un risultato significativo, soprattutto considerando che i volumi gestiti sono stati superiori rispetto al passato. Questo conferma ancora una volta che, quando il prodotto è di qualità, il consumatore è disposto a riconoscerne il valore, naturalmente entro certi limiti. Ed è proprio questo il nostro impegno, che perseguiamo sin dall’ottenimento della certificazione IGP. 
A dimostrazione di ciò, nel disciplinare di produzione abbiamo scelto di includere varietà tradizionali a pasta gialla, meno produttive ma di altissima qualità. Molte di queste varietà provengono da vecchi brevetti dei costitutori e si adattano perfettamente a un territorio unico come il nostro: siamo a 1.300 metri di altitudine, ma al tempo stesso vicini al mare, beneficiando così di un clima di montagna mitigato dall’influenza marina. La qualità organolettica della Patata della Sila è indiscutibile e il successo che stiamo riscontrando lo dimostra. Alla lunga, è il sapore che fa davvero la differenza”.

Con queste parole si è conclusa la prima parte della diretta legata agli aspetti congiunturali e alle aspettative della prossima campagna, mentre nella seconda parte ci si è concentrati sulle strategie che il comparto deve attuare in punto vendita e in produzione, per proseguire questo trend. Questo tema sarà esaminato nel prossimo approfondimento e, se proprio non potete aspettare, potete rivedere la diretta qui sotto. (gc)