Fragola: il prodotto premium traina il mercato

La Gdo punta su confezioni monostrato e alta qualità. Rivedi la Diretta

Fragola: il prodotto premium traina il mercato

Il segmento premium si conferma il motore della crescita per la fragolicoltura italiana, grazie a un consumatore sempre più orientato verso prodotti di qualità superiore. Questo trend è alla base del successo che il comparto ha registrato negli ultimi anni, sostenuto dal miglioramento genetico, che ha introdotto varietà più performanti dal punto di vista organolettico. Un’evoluzione che ha trovato terreno fertile nei produttori italiani, in particolare nel Sud del Paese.

Per mantenere questa rotta e conquistare ulteriori quote di mercato – soprattutto in ottica di destagionalizzazione – l’innovazione resta la leva strategica principale. Innovazione che deve però rispondere anche a due delle sfide più urgenti per il comparto: il cambiamento climatico e la cronica carenza di manodopera specializzata.
Questi sono i principali temi emersi dalla seconda parte della diretta di Italiafruit News dedicata alla fragola, che ha messo a fuoco le strategie future del settore (CLICCA QUI per rivedere la Diretta IFN).

Miglioramento genetico: rusticità è la parola chiave
Il miglioramento genetico è stato al centro del dibattito come elemento imprescindibile per la competitività del settore. Carmela Suriano, Direttore di Nova Siri Genetics, ha delineato le sfide che la fragolicoltura sta affrontando:
"Da un lato il cambiamento climatico, dall’altro la progressiva riduzione dei principi attivi disponibili, stanno modificando profondamente la coltivazione della fragola e i paradigmi della ricerca. Da oltre dieci anni, NSG seleziona cultivar in grado di adattarsi alle mutate condizioni e più tolleranti alle principali fitopatie. Il clima non è più semplicemente mediterraneo, ma si sta evolvendo verso un regime subtropicale, con fenomeni sempre più estremi che creano stress sia in vivaio che in campo. In questo contesto, la rusticità della pianta diventa un requisito fondamentale per garantire stabilità produttiva e qualità nel tempo."

Una delle criticità più evidenti è la gestione degli sbalzi termici, che possono compromettere la continuità della fornitura. Suriano sottolinea come l’innovazione varietale debba rispondere a questa esigenza, fornendo piante resilienti e capaci di garantire costanza produttiva anche in condizioni avverse. 

La manodopera resta un nodo irrisolto
Il tema della carenza di manodopera è un altro ostacolo che il settore deve affrontare. Pietro Ciardiello, Direttore Generale di Coop Sole, evidenzia come la raccolta della fragola sia ancora un processo manuale senza possibilità di automazione nel breve termine: "Attualmente non esistono soluzioni per robotizzare la raccolta. Possiamo solo cercare di facilitare alcune operazioni, ma la strada è ancora lunga. La fragola è un frutto delicato che richiede esperienza: senza personale specializzato, la qualità finale ne risente."
Un altro aspetto determinante è la strutturazione delle aziende. Per essere competitivi, è fondamentale avere superfici adeguate: "Se un tempo tre ettari potevano bastare, oggi ne servono almeno cinque per affrontare le sfide del settore, dalla certificazione alla gestione delle diverse tipologie di coltivazione (integrata, biologica, residuo zero) fino alle confezioni richieste dal mercato. Senza un’adeguata organizzazione, è impossibile rispondere alle richieste della Gdo e garantire continuità produttiva."

Gdo: dominano le fragole italiane e premium
Sul fronte della grande distribuzione, il nostro direttore, Roberto Della Casa, conferma il ruolo predominante del prodotto italiano: "L'analisi dell’assortimento nelle principali catene Gdo evidenzia chiaramente la prevalenza delle fragole italiane, mentre quelle spagnole rappresentano una quota marginale. Tuttavia, esiste una dinamica assortimentale che varia in base al format e alla superficie di vendita." 

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Una visione condivisa da Pietro Terlingo, Direttore Ortofrutta di Coop Alleanza 3.0, che sottolinea l’importanza della segmentazione dell’offerta:"Abbiamo un assortimento ampio e articolato che ci consente di differenziare l’offerta sia per fascia di prezzo che per tipologia di confezionamento. Si parte dalle referenze di 'apertura di scala', con confezioni da 500 grammi o 1 chilo, fino alle linee premium, come Fior Fiore Coop, che offrono un prodotto monostrato di alta qualità. Nonostante il prezzo più elevato, queste referenze sono le prime a terminare, segno che il consumatore riconosce e premia la qualità."
Danilo Stanislao, Buyer Ortofrutta di Megamark (Selex), conferma questa tendenza, spiegando la strategia del gruppo:"Il nostro focus principale è sul segmento premium, con confezioni da 300-400 grammi o con il pack specchiato da 500 grammi. Abbiamo anche referenze bio, che gestiamo in confezioni da 400 o 500 grammi, affidandoci a brand riconosciuti per garantire la massima qualità. Il nostro obiettivo è orientare il consumo verso il gusto, un elemento chiave nella fidelizzazione del cliente."

Fragola e stagionalità: c’è margine per allungare la campagna?
Se oggi la fragola è ancora fortemente legata alla stagione primaverile, con il picco delle vendite tra marzo e maggio “che coprono una quota superiore al 75% del totale annuo, dimostrando l’importanza strategica di questi mesi per il settore” spiega il nostro direttore, che aggiunge: “Dopo maggio, il mercato delle fragole si riduce drasticamente, con solo il 7% delle vendite registrate a giugno e valori pressoché irrilevanti nei mesi estivi e autunnali. Questo conferma come la fragola sia ancora un prodotto legato alla primavera per la distribuzione moderna, con una presenza molto ridotta nel resto dell'anno”. 

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Ernesto Fornari, Direttore Generale di Apofruit, è convinto che esista spazio per aumentare la quota di mercato anche negli altri mesi: " È evidente che ci troviamo ancora di fronte a un consumo con picchi stagionali molto marcati, ma sono convinto che esista spazio per estendere le vendite anche in altri periodi dell'anno. Certamente, paghiamo il fatto che non tutte le aree produttive riescono ad arrivare sul mercato con la stessa facilità con cui avviene in regioni come la Campania e la Basilicata. Penso, ad esempio, alla Romagna, che un tempo era uno dei principali poli produttivi di fragole."

"Detto questo, la questione varietale diventa cruciale, non solo dal punto di vista produttivo, come già sottolineato da Carmela Suriano, ma anche per l’attrattività nei confronti del consumatore. C’è ancora margine per sviluppare ulteriormente la segmentazione dell’offerta, dato che la risposta del mercato è positiva. Possiamo infatti affinare le caratteristiche organolettiche delle varietà, non solo in termini di gusto, ma anche di croccantezza, uniformità della pezzatura e intensità del colore. Questi elementi diventano particolarmente critici nella seconda parte della campagna, quando il caldo può influenzare la qualità del prodotto, creando difficoltà nel soddisfare le esigenze della Gdo."
Un punto di forza del settore italiano resta la rapidità nell’introduzione delle innovazioni: "Il miglioramento genetico in Italia ci permette di essere più tempestivi nell’adottare nuove varietà, con vantaggi immediati per i produttori e per il mercato. Questa reattività è un asset strategico che dobbiamo continuare a sfruttare”, conclude Fornari. (gc)