Il meglio di IFN
Le insalate di Quarta Gamma distanziano quelle tradizionali
Il prodotto tal quale è ancora importante, ma soffre sempre di più la concorrenza del servizio

L'insalata è in tutte le sue sfacettature un prodotto fondamentale in ogni dieta e regime alimentare attento alla salute, grazie all’alto contenuto di fibre e al basso apporto calorico. Nel processo di acquisto, però, il reponsabile distingue nettamente tra le insalate tradizionali, ossia i prodotti di prima gamma venduti sfusi o confezionati tal quali, e quelle di IV Gamma.
Dal punto di vista del contenuto, entrambe le categorie propongono lo stesso prodotto: l'insalata. Tuttavia, la IV Gamma è percepita principalmente come una soluzione pratica, un servizio che consente di risparmiare tempo. Questa caratteristica la pone in diretta concorrenza con la prima gamma, che negli anni ha perso quote di mercato a causa di stili di vita sempre più frenetici. I consumatori, infatti, tendono a preferire sempre di più prodotti pronti all’uso, allontanandosi da quelli che richiedono anche solo una semplice preparazione, come il taglio e il lavaggio.
Come è facile intuire, l’approfondimento odierno del Monitor Ortofrutta di Agroter, realizzato in collaborazione con il consumer panel di YouGov, si concentra sulle insalate di prima gamma, comprendendo tutte quelle sfuse o confezionate non lavate, radicchi compresi, con l’obiettivo di analizzare l’evoluzione del profilo dell’acquirente per questa categoria anche in relazione alla IV Gamma, cogliendo qualche spunto delle analisi dell’articolo speculare uscito 11 mesi fa (clicca qui per approfondire).
Come di consueto, partiamo dall'analisi della penetrazione, ovvero la quota di famiglie acquirenti nell’anno. A gennaio 2025, la penetrazione delle insalate risulta piuttosto elevata, attestandosi al 77,2%, con un incremento di 1,5 punti rispetto ai due anni precedenti. Tuttavia, questo dato è inferiore rispetto alla penetrazione della IV Gamma Verdura nel 2024, che raggiungeva l’84,5%, all’interno della quale le insalate in busta ricoprono la stragrande maggioranza delle vendite.
Anche la frequenza di acquisto evidenzia una dinamica ancor più marcata. Le insalate di prima gamma, infatti, registrano un calo del 4% e, con una media di 12,7 atti di acquisto all’anno, risultano acquistate meno frequentemente rispetto alla IV Gamma Verdura, che invece si attesta su una media di 21,8 acquisti annui. La differente shelf life, più lunga nelle insalate di prima gamma e più breve nella IV Gamma, ha un effetto diretto – quindi – sulla frequenza di acquisto, spingendo il consumatore ad acquistare più spesso le insalate in busta.

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Analizzando la frequenza di acquisto negli anni disponibili per entrambe le categorie, emerge un trend di crescita costante per la IV Gamma. In particolare, tra il 2023 e il 2024 si registra un aumento del 4,5%, mentre nello stesso periodo le insalate di prima gamma subiscono una flessione del 4,9%, seguita da una lieve ripresa nel 2025 (+1,2%).
In sintesi, la IV Gamma non solo viene acquistata da un numero maggiore di famiglie rispetto alle insalate di prima gamma, ma viene anche scelta con una frequenza sempre più elevata.

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La spesa e il quantitativo medio per atto di acquisto evidenziano ulteriori differenze tra queste due categorie, principalmente legate al diverso prezzo al chilo. La IV Gamma presenta una spesa media per atto di acquisto più alta (1,81€ contro 1,57€ della prima gamma), ma i quantitativi acquistati sono quasi la metà: meno di 300 grammi per la IV Gamma, rispetto ai 550 grammi della prima gamma.
Un fattore chiave è la presenza dello scarto: nelle insalate di prima gamma, a seconda della tipologia e varietà, si può arrivare a una percentuale di scarto del 10-30%, mentre nella IV Gamma lo scarto è praticamente nullo. Tuttavia, confrontando i prezzi al chilo, emerge un divario significativo: le insalate di prima gamma costano tra i 2 e i 3 euro al chilo, mentre per la IV Gamma il prezzo varia dagli 8 ai 12 euro. Anche considerando lo scarto, la prima gamma risulta comunque più conveniente.
Proprio per questo motivo, la sensibilità al prezzo nella IV Gamma è minima. Se così non fosse, non si osserverebbero indicatori così positivi come quelli analizzati in precedenza.

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L’analisi per canale sulle insalate di prima gamma evidenzia il ruolo chiave dei negozi a libero servizio del retail tradizionale, con i supermercati in prima linea. Questi ultimi detengono la quota maggiore di volumi venduti (48,5%) e registrano la crescita più significativa (+5 punti), superando quella della verdura in generale (46,7%).
Una dinamica simile si osserva nel canale tradizionale, fruttivendoli e mercato, dove la quota di insalate è superiore rispetto alla verdura. Tuttavia, si registra una flessione delle quote e più marcata per le insalate, segnalando un progressivo spostamento degli acquisti verso la Gdo per questo segmento.
I discount, invece, non sembrano un particolare canale di riferimento per le insalate: la quota risulta inferiore di oltre 7 punti rispetto alla verdura (14,2% rispetto a 21,3%), ma mostra una discreta crescita negli ultimi due anni (+1,9 punti) anche se inferiore rispetto a quella della macrocategoria di riferimento (verdura +2,8 punti).

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Chiudiamo con uno sguardo alle aree geografiche. L’acquisto medio annuale di insalate è più alto al Nord Est (8,3 chili) e al Centro (8,2 chili), mentre ha un dato intermedio al Nord Ovest (6,4 chili). Il consumo più basso, invece, si registra al Sud (5,6 chili), area in cui si osserva anche il trend più decrescente (-21%).

