Vola l’export di clementine e mandarini

Aumentano le esportazioni di ortofrutta nel progressivo a novembre 2024

Vola l’export di clementine e mandarini

A novembre 2024, il trend positivo delle esportazioni italiane di frutta e verdura prosegue, ma non basta a riequilibrare la bilancia commerciale: il saldo rimane fortemente negativo, con un deficit di oltre 359 mila tonnellate, in peggioramento del 17% rispetto allo stesso periodo del 2023. Sul fronte del valore, la situazione è meno critica grazie a un avanzo di quasi 248 milioni di euro, sebbene il calo rispetto all’anno precedente sia significativo (-59%).

Così potremmo riassumere il commercio ortofrutticolo italiano all’estero, grazie all’elaborazioni del Monitor Ortofrutta di Agroter sui dati Istat. Nel progressivo a novembre, le esportazioni e le importazioni italiane di frutta e verdura crescono a volume nella medesima entità rispetto all’anno scorso (+9%). Tuttavia, i prezzi più elevati pagati per le merci provenienti dall’estero, hanno determinato un aumento superiore delle importazioni (+13%) rispetto al valore generato dall’export, cresciuto solo del 5%.

Analizzando le esportazioni, tutte le macrocategorie – eccezion fatta per la frutta fresca – crescono a doppia cifra. Fra queste, gli agrumi sono il best performer, con quantitativi spediti in aumento del 21%, per un guadagno monetario che aumenta, però, solo del 12% rispetto al 2023. Segue la frutta tropicale, che cresce sia a volume (+13%) che a valore dell’11%, così come aumentano nella medesima entità le spedizioni di frutta secca, anche se il corrispettivo a valore è debolmente negativo (-1%). Da notare la performance della frutta fresca italiana all’estero che è l’unica macrocategoria per cui l’aumento a valore (+8%) è maggiore di quello a volume (+5%), segno di quotazioni più favorevoli rispetto alla passata stagione. Situazione opposta, invece, per legumi e ortaggi, dove i quantitativi esportati aumentano del 12%, ma il valore è rimasto pressoché invariato (+0,2%), a causa di prezzi più bassi. 

Guardando le importazioni, è chiaro come i competitor internazionali siano riusciti ad applicare prezzi più alti rispetto all’anno scorso per la merce destinata all’Italia. Basta guardare, per esempio, il corrispettivo a valore, che cresce di 10 punti in più per le importazioni di frutta fresca (+17%) rispetto a quantitativi che aumentano nell’ordine del 7%. Un andamento simile che si riscontra anche per la frutta secca.
Passiamo ora all’approfondimento sui singoli prodotti commercializzati nella finestra settembre-novembre. In prima battuta si nota l’expoit delle spedizioni di clementine e mandarini italiani, a guidare la categoria agrumi, con volumi che, rispetto all’anno scorso, sono quasi raddoppiati (+92%); la crescita del corrispettivo a valore rimane, tuttavia, più contenuta, ma comunque consistente (+85%).

Ottima campagna all’estero anche per i cachi italiani, con volumi in aumento del 65%, per una crescita a valore che registra un +56% rispetto al 2023. Procede spedito l’export di mele, che segna un aumento dei volumi pari al 18%, per un giro d’affari che cresce dell’8%. Al contrario, il kiwi italiano ha vissuto un inizio di stagione difficile, complice la maggiore presenza di prodotto dell’Emisfero Sud rispetto all’anno scorso: le spedizioni sono crollate del 31%, con un calo del 19% a valore nonostante i prezzi più elevati. Per il comparto pere, forte della ripresa produttiva italiana di quest’anno, le spedizioni oltre confine sono aumentate dell’86%. Tuttavia, i quantitativi di pere provenienti dall’estero, in calo del 40%, rimangano comunque leggermente superiori. Fra gli ortaggi, le esportazioni di patate sono cresciute dell’11%, ma il brusco calo di novembre (-41% rispetto allo stesso mese del 2023) ne ha limitato il potenziale. Andamento opposto per le brassiche: grazie a un buon risultato nell’ultimo mese, i volumi complessivi sono aumentati del 5%, nonostante le quotazioni al ribasso abbiano fatto precipitare il corrispettivo a valore (-14%).

Dal lato delle importazioni, si registra un aumento del 50% nei quantitativi di pomodori esteri destinati al mercato interno e a prezzi sostenuti, visto che l’esborso monetario aumenta più che in proporzione (+67%). Una situazione simile anche per le brassiche, con le importazioni che, fra settembre e novembre, sono aumentate del 93% a volume e più che raddoppiate (+108%) nel corrispettivo a valore. In entrambi i casi, la carenza di offerta durante il periodo autunnale dovuta a problematiche climatiche, ne ha favorito le importazioni.
 

Ha collaborato Fabrizio Pattuelli