Ortofrutta italiana: export in aumento, ma il saldo commerciale crolla

Buon finale di stagione per la campagna prugne

Ortofrutta italiana: export in aumento, ma il saldo commerciale crolla

A ottobre 2024 continua il progressivo peggioramento della bilancia commerciale dell’ortofrutta italiana: il saldo dei primi dieci mesi a volume è decisivamente negativo e si avvicina a un passivo di 349 mila tonnellate (20% peggio rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente), mentre a valore l’ago della bilancia rimane positivo ma con un avanzo di soli 131 milioni di euro, in netto peggioramento rispetto al 2023 (-70%).

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I dati più recenti elaborati dal Monitor Ortofrutta di Agroter su dati Istat, relativi al commercio estero italiano di frutta e verdura, confermano sostanzialmente quanto visto il mese precedente (clicca qui per approfondire): le esportazioni sono in aumento sia a volume (+9%) che a valore (+6%), ma non compensano i prezzi più alti pagati per le importazioni, che crescono a valore del 14%, per quantitativi superiori del 10% rispetto all’anno scorso.

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Scendendo nel dettaglio dell’export italiano, tutte le principali categorie mostrano segni di miglioramento. In particolare, spiccano gli agrumi con quantitativi spediti in aumento del 16% rispetto al 2023. Anche la frutta tropicale mantiene il suo trend positivo (+15%) e registra il miglior incremento in termini di valore (+11%). Per legumi e ortaggi, invece, i quantitativi destinati all’estero crescono del 14%, ma i prezzi più bassi applicati riducono l’aumento del valore a un modesto +1%.

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Situazione opposta si verifica ai confini nazionali, dove la merce importata dall’Italia viene battuta a prezzi più alti rispetto all’anno scorso: è il caso della frutta fresca, il cui esborso monetario è aumentato del 19%, a fronte di quantitativi che sono cresciuti solo del 9%. Un andamento simile si riscontra anche per la frutta secca e tropicale

Spostandoci nell’approfondimento dei singoli prodotti commercializzati nel periodo settembre-ottobre non mancano le sorprese. In primis l’uva da tavola dove, nonostante una partenza sprint a settembre, le esportazioni sono scese del 6% rispetto all’anno scorso. Tuttavia, l’aumento dei prezzi ha compensato parzialmente, facendo registrare un +12% a valore.

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Aumenta il ritmo dell’export melicolo italiano sia a volume (+15%) che a valore (+5%), così come procede celermente la campagna pere che, dopo un’annata turbolenta, è tornata a registrare buoni quantitativi spediti (+105%). Tuttavia, le quotazioni al ribasso, hanno ridimensionato la crescita a valore (+44%). Da annotare l’ottima volata finale della campagna prugne italiane fuori dai confini nazionali: i quantitativi complessivi spediti fra settembre e ottobre aumentano di ben 31 punti percentuali rispetto al 2023, fruttando un guadagno superiore del 34%. Fra gli ortaggi, l’unico segno positivo arriva dall’export a volume delle patate (+76%), mentre per i restanti prodotti (pomodori, lattughe e brassiche) la performance all’estero non è delle più incoraggianti.

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Dal lato dell'import, il kiwi estero conferma la sua presenza nel mercato italiano, con volumi importati in crescita (+14%) e pagati a caro prezzo: a valore l’esborso è pari al 45% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Negli ortaggi, balza all’occhio l’impennata delle importazioni di brassiche che, fra settembre e ottobre, aumentano considerevolmente a volume (+103%) e in maniera ancora più marcata nel corrispettivo a valore (+136%). Aumentano anche le importazioni di pomodori e lattughe anche se a prezzi più contenuti, come si evince dall’esborso a valore. (gc)

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