Il meglio di IFN
La logistica marittima ancora in fibrillazione a inizio anno
A scatenare preoccupazione le dichiarazioni di Trump su Panama e la minaccia di sciopero dei portuali americani della costa est
Due giorni fa, rispondendo a una giornalista del New York Times durante una conferenza stampa a Mar-a-Lago, Donald Trump non ha escluso l’uso della forza militare per riprendere il controllo del Canale di Panama da parte degli Stati Uniti, poiché – a suo dire – gli operatori a stelle e strisce sarebbero gravati da tariffe inique e la Cina eserciterebbe un controllo dei traffici sul Canale attraverso due basi militari. Queste affermazioni, seppur smentite immediatamente dal governo locale, hanno riacceso i riflettori sulla logistica internazionale, anche perché, poche ora prima, il gigante della logistica Maersk, dal suo sito internet, invitava i suoi clienti a ritirare i loro container caricati e restituire quelli vuoti nei porti della costa orientale e del Golfo degli Stati Uniti prima del 15 gennaio in vista di un potenziale sciopero da parte dei portuali. Da quanto emerge dalla stampa, infatti, le discussioni sulla questione dell’automazione nei porti non sembrano avanzare, né l’Alleanza Marittima degli Stati Uniti (USMX) né l’International Longshoremen’s Association (ILA), hanno indicato piani per tornare al tavolo dei negoziati prima di metà gennaio per ratificare l'accordo sull'aumento dei salari raggiunto lo scorso anno, condizione necessaria per evitare ulteriori scioperi, per cui Maersk ha proposto questa misura proattiva per contribuire a mitigare eventuali interruzioni nei terminal.
Due annunci “bomba” che rischiano di rendere ancor più rovente il tema della logistica internazionale via mare, già in difficoltà per le problematiche innescate dagli Outhi nel golfo di Aden e i conseguenti effetti sui traffici via Suez nel corso del 2024. Al di là degli effetti concreti, ancora tutti da verificare, a partire dal possibile fallimento delle trattative nelle movimentazioni delle merci e dall’effettivo seguito alle dichiarazioni di Trump, certo è l’effetto sui valori dei noli, soprattutto nel mercato spot, che è diventato molto volatile e speculativo, con effetti imprevedibili su chi, come i nostri operatori, può programmare con poco anticipo le dimensioni delle campagne di export, condizionate da andamenti produttivi molto incerti alla luce dei cambiamenti climatici in atto.