Settimana di Natale: la Gdo batte i mercati

Al dettaglio il calendario sfalsato complica la lettura dei dati ma il bilancio non è negativo nel canale moderno mentre il tradizionale soffre

Settimana di Natale: la Gdo batte i mercati

Il 2024 si chiude senza risultati spumeggianti per il comparto ortofrutticolo italiano. I dati della Gdo sono ancora parziali, ma è chiaro l’effetto del calendario sfalsato sulla controcifra delle ultime due settimane del 2024, rispetto al 2023.
Tuttavia, nel complesso, i primi feedback dei distributori delineano un quadro poco esaltante, ma non negativo, mentre nei mercati i risultati deludenti delle ultime annate sembrano suggerire un cambio nelle abitudini di acquisto.

Nella Gdo il calendario complica la lettura dei dati
Confrontare le vendite di ortofrutta nella Gdo durante la settimana di Natale non è semplice, soprattutto considerando le differenze di calendario tra il 2023 e il 2024. Nell’ultima settimana del 2023, infatti, Natale e Santo Stefano cadevano di lunedì e martedì. Questo ha concentrato la corsa agli acquisti nel fine settimana precedente, sabato 23 e domenica 24. Come è noto, i negozi restano sempre aperti durante la Vigilia, anche se cade di domenica.
Nel 2024, invece, il 25 e il 26 dicembre cadevano di mercoledì e giovedì, spostando il picco degli acquisti a lunedì 23 e martedì 24, anziché nel weekend precedente.

La differenza nei giorni della settimana in cui sono cadute le festività tra le due annate incide significativamente sull’interpretazione dei dati. Secondo le analisi del Monitor Ortofrutta di Agroter, basate sui dati Circana, i trend della settimana 51, che si conclude domenica 22 dicembre 2024, mostrano una netta flessione a valore sia per il Largo Consumo Confezionato (LCC, -10%) sia per l’ortofrutta a peso imposto (-13%). In entrambi i casi, l’aumento del prezzo medio mix è minimo, con trend a volume che riflettono quelli a valore. Tra i diversi canali di vendita, solo i discount si distinguono per una performance migliore (-3%).

Per la settimana 52, ci si aspetta un incremento delle vendite, ma per valutare il risultato complessivo è necessario considerare sia i contributi negativi della settimana 51 sia quelli positivi della settimana successiva.
In attesa dei dati definitivi della settimana 52, abbiamo raccolto il feedback di alcuni distributori dalle quattro aree geografiche della Penisola. Le evidenze raccolte per il reparto ortofrutta confermano una settimana 51 negativa e una settimana 52 positiva. Complessivamente, il saldo tra le due settimane tende alla parità o a una lieve flessione nel Nord, mentre nel Centro-Sud si registra una crescita. In particolare, nel Mezzogiorno, le vendite di ortofrutta hanno evidenziato un forte aumento, superando persino i livelli dei mesi precedenti.

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Lo scenario nei mercati
Le previsioni negative raccolte la settimana prima di Natale (clicca qui per approfondire) si sono purtroppo avverate: a parte i due giorni precedenti la Vigilia, in cui si è registrato un incremento delle vendite, nei mercati all’ingrosso il clima è stato tutt’altro che festivo.
Secondo i grossisti lungo la Penisola, non si tratta più di una novità, ma di un trend che si è consolidato negli ultimi 3-5 anni, diventando la nuova normalità.

“Tra il 22 e il 23 dicembre si è assistito a una corsa agli acquisti – spiega Michele Sattin, socio della ditta Sattin & Camatta presso il Mercato di Treviso – mentre il resto del mese di dicembre ha mostrato vendite stabili, in linea con le ultime annate. I tempi in cui l’ultimo mese dell’anno segnava un’impennata nelle contrattazioni sembrano ormai lontani. Tant’è che molti clienti hanno chiuso l’attività tra Capodanno e l’Epifania, visto che gran parte della loro clientela era in ferie. Una situazione impensabile fino a pochi anni fa”.
Analizzando i singoli prodotti, Sattin osserva che “ananas, ciliegie d’importazione e, in generale, tutto il comparto del super-esotico ha registrato performance deludenti. Al contrario, gli agrumi, come le clementine di ottima qualità, hanno ottenuto buoni risultati. Per quanto riguarda le pomacee, cioè mele e pere, dicembre non è mai stato un mese particolarmente favorevole, e quest’anno non ha fatto eccezione”.

Spostandoci verso sud, a Pescara, il grossista Angelo Palestini, titolare e responsabile vendite di Ortofrutta Palestini, sottolinea l’impatto del rincaro dei prezzi: “La clientela è sempre più attenta e tende a fare acquisti con maggiore oculatezza quando si superano certe soglie di prezzo. Tuttavia, questo comportamento varia a seconda dei prodotti. Per esempio, nell’uva da tavola, le varietà senza semi, vendute a 7-8 euro al chilo, sono più richieste rispetto all’Aledo spagnola, proposta a 4 euro al chilo. Lo stesso discorso vale per clementine e arance rosse, dove alcuni marchi di alta qualità performano meglio di altri”.

“Senza dubbio – conclude Palestini – è venuto meno l’effetto ‘festività di fine anno’ che una volta dava slancio alle vendite nei mercati all’ingrosso per tutto dicembre. Questo è il segno dei tempi che cambiano: dobbiamo adattarci e ricalibrare l’offerta di conseguenza”. 

Ha collaborato Fabrizio Pattuelli.

(gc)

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