Export di ortofrutta oltre i 6 miliardi ma il deficit commerciale italiano cresce

Bene le vendite oltreconfine (+9% a volume, +5% a valore) ma non quanto l'import, soprattutto a valore (+13%)

Export di ortofrutta oltre i 6 miliardi ma il deficit commerciale italiano cresce

Nel 2024, l'export ortofrutticolo italiano ha registrato un incremento sia a volume (+9%) che a valore (+5%), superando la soglia dei 6 miliardi di euro di vendite. Tuttavia, l'aumento delle importazioni ha seguito un ritmo ancora più sostenuto in termini di valore (+13%), mentre il volume è cresciuto nella stessa misura dell'export (+9%).

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Di conseguenza, il saldo commerciale ha subito un peggioramento: il disavanzo in volume si è ampliato di ulteriori 30 mila tonnellate nell’arco di un anno, mentre il saldo a valore, sebbene ancora positivo, ha subito un’erosione di oltre 300 milioni di euro rispetto al 2023. È quanto emerge dall’analisi del Monitor Ortofrutta di Agrotersu dati Istat, che fotografa l’andamento del commercio estero del settore nel 2024.

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Analizzando nel dettaglio le principali macrocategorie del commercio estero ortofrutticolo, emerge con chiarezza il ruolo dominante della frutta fresca, che da sola rappresenta oltre la metà dei volumi esportati e del fatturato complessivo. Rispetto al 2023, questa categoria ha registrato un incremento del 6% a volume e del 9% a valore. Nel complesso, l’export ha mostrato segnali di deflazione, con un incremento dei ricavi inferiore a quello dei volumi. Questo fenomeno è particolarmente evidente per frutta secca e ortaggi, dove la crescita a valore è risultata costantemente inferiore rispetto a quella a volume.
Sul fronte delle importazioni, invece, l’incremento è stato più marcato in termini di valore (+13%) rispetto ai volumi (+9%). A spiccare sono soprattutto le performance di frutta secca e frutta fresca, che hanno registrato aumenti del 21% e 16% a valore, a fronte di un incremento più contenuto dei volumi (+11% e +6%).

TOP 10 Export: mele leader assolute a volume; bene l’uva da tavola a valore. Patate best performer
L’analisi dei dieci prodotti più esportati a volume conferma il dominio indiscusso delle mele, che sfiorano il milione di tonnellate esportate e superano il miliardo di euro di fatturato oltreconfine. A seguire, per valore, troviamo l’uva da tavola, che ha generato oltre 900 milioni di euro, sebbene il volume esportato si fermi sotto le 400 mila tonnellate. Tra i prodotti più rilevanti, il kiwi è l’unico a registrare una contrazione sia a volume che a valore, a causa della scarsità di prodotto. Nonostante questo, rimane il terzo frutto più esportato a valore, con un fatturato che supera il mezzo miliardo di euro. Sul fronte della crescita, le patate si distinguono come il prodotto con l’incremento più marcato: +52% in volume e +38% in valore. A seguire, pesche e nettarine, che hanno registrato aumenti a doppia cifra, beneficiando di una ripresa produttiva e di un mercato europeo meno affollato.

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TOP 10 Import: frutta secca al vertice, boom per cipolle e patate
Sul fronte delle importazioni a volume, il podio è occupato da patate, banane e frutta secca, con i trend di crescita più marcati per patate e frutta secca, mentre le banane mostrano un incremento più contenuto. Tuttavia, in termini di valore, il primato assoluto spetta alla frutta secca, che ha generato un giro d'affari superiore a 1,5 miliardi di euro. La performance più significativa riguarda le cipolle, che registrano un aumento del 23% a volume e del 28% a valore. La scarsità di prodotto nazionale ha chiaramente favorito questa dinamica commerciale. In controtendenza, invece, le importazioni di arance, che risultano in calo.
Restano elevate le importazioni di pomodori, mentre pesche/nettarine e pere continuano a figurare tra i prodotti più acquistati dall'estero, a causa delle persistenti difficoltà produttive a livello nazionale.

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Ha collaborato Alberto Biffi

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