Apofruit crede nello sviluppo dell’avocado Italiano

La cooperativa sta investendo in Calabria, territorio vocato, dove è attiva da diversi anni

Apofruit crede nello sviluppo dell’avocado Italiano

Il Gruppo Apofruit di Cesena punta anche sull'avocado italiano, investendo sia nella produzione biologica che in quella integrata. Per approfondire i dettagli di questo ambizioso progetto, abbiamo parlato con Massimiliano Laghi, direttore tecnico e della qualità di Apofruit.

“Il progetto sta crescendo gradualmente nell’ovest della Calabria, dove operiamo da oltre dieci anni con il nostro staff tecnico ed abbiamo aperto l’ufficio a Gioia Tauro. Attualmente, collaboriamo con più di 140 aziende, specializzate principalmente nella coltura del kiwi, consolidando la nostra presenza nel territorio. Questa solida base ci ha permesso di investire anche nell’avocado, una coltura particolarmente adatta al clima calabrese. “In alcune aree vocate, l’assenza di gelate e la disponibilità di acqua, fattore determinante per questa pianta, rendono l’areale estremamente vocato”, spiega Laghi.
Il progetto avocado conta oltre 10 ettari e continua a espandersi in modo graduale. “Abbiamo iniziato con la produzione biologica, per poi estenderci anche all’integrato. I risultati, dopo le prime esperienze di commercializzazione, sono molto promettenti sia in termini di produttività che di qualità dei frutti”, aggiunge il direttore tecnico.

L’avocado è una pianta caratterizzata da una messa a frutto lenta, che richiede oltre 5 anni prima di entrare in piena produzione. Tuttavia, si tratta di una coltura a basso impatto ambientale, in quanto non necessita di particolari input per ciò che riguarda difesa e fertilizzazione.
A livello varietale, Apofruit coltiva principalmente la varietà Hass, leader del mercato europeo, impollinata dalla varietà Bacon, che risulta interessante anche per la produzione di frutti. “Gli impianti sono ancora giovani, ma il nostro obiettivo è raggiungere una produzione a regime di circa 150 quintali per ettaro”, precisa Laghi.

La raccolta avviene nel periodo invernale ed è suddivisa in due fasi: la prima a inizio dicembre e la seconda tra fine gennaio e inizio febbraio, garantendo così una campagna di commercializzazione della durata di 4-5 mesi.
“Essendo una coltura relativamente nuova, stiamo affinando sia le tecniche produttive che la gestione post-raccolta in magazzino. Il nostro obiettivo è offrire ai consumatori un prodotto di alta qualità organolettica, raccolto al momento giusto di maturazione”.
Per garantire questo standard, Apofruit monitora attentamente il contenuto di sostanza grassa, un parametro chiave per valutare il grado di maturazione del frutto. “Non possiamo lasciare maturare l’avocado sulla pianta, ma grazie a un mirato condizionamento in magazzino, riusciamo a ottenere le caratteristiche desiderate dai consumatori”, conclude Laghi.

Spostandoci sull’aspetto commerciale, Mirco Zanelli, Direttore Commerciale di Apofruit, illustra le strategie adottate dalla cooperativa per la commercializzazione dell’avocado italiano.
“Quest’anno abbiamo introdotto per la prima volta sul mercato l’avocado integrato, collocandolo principalmente nei mercati all’ingrosso con il marchio Solarelli. I volumi attuali sono ancora troppo limitati per coinvolgere la Grande distribuzione organizzata, ma il primo riscontro è stato molto positivo. I clienti hanno apprezzato la qualità del prodotto, sia in termini di pezzatura che di livello di maturazione, che calibriamo in base alle specifiche richieste del cliente”, spiega Zanelli.

L’ottimo feedback ricevuto spinge Apofruit a guardare con ottimismo al futuro. “Abbiamo in programma una crescita graduale, con l’obiettivo di ampliare la distribuzione anche alla Gdo. Del resto, il consumo di avocado è in forte espansione in Italia, così come nel resto d’Europa. Per questo, riteniamo fondamentale investire in una filiera nazionale che sia sostenibile e garantisca un prodotto di alta qualità, in linea con le richieste dei consumatori”, aggiunge il Direttore Commerciale.
“Siamo pronti a soddisfare questa domanda con una produzione che non solo risponda alle esigenze del mercato, ma che assicuri anche un adeguato ritorno economico ai nostri soci”, chiosa Zanelli. (gc)

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