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«Ciliegie: quest’anno torniamo a pieno regime»
Bucchi (Valfrutta Fresco): «In questi giorni iniziamo gli stacchi da Vignola e dalla Romagna»
Prende il via in questi giorni la campagna cerasicola nell’areale di Vignola e in tutta l’Emilia-Romagna; per capirne sensazioni e prospettive abbiamo contattato Enrico Bucchi, direttore generale di Valfrutta Fresco (nella foto in apertura): “La scorsa settimana abbiamo iniziato con i primi stacchi e già da questa siamo a pieno regime. Difatti, rispetto alla tabella di marcia teorica siamo in leggero anticipo: appena qualche giorno, quando dalle stime iniziali si prevedeva una precocità più accentuata che è stata, però, contenuta dalle ultime settimane, caratterizzate da temperature più basse”.
“Per quanto riguarda le quantità, quest’anno torneremo ad esprimere tutto il nostro potenziale produttivo – pari a 3.000 tonnellate – dopo un 2023 particolarmente deficitario. Finalmente un ritorno alla normalità che ci consentirà di presidiare il mercato ancora meglio con la nostra offerta - trainata dal prodotto certificato con il riconoscimento “Ciliegie di Vignola IGP”- dove deteniamo una quota superiore al 50% dell'offerta, e da quello a marchio Valfrutta Fresco. Prevediamo una qualità eccellente sia in termini di sapore che di calibro, forti anche di un rinnovamento varietale che ci rende sicuramente più competitivi lungo tutto l’arco della stagione, a partire dal periodo precoce, dove alla ben nota Bigarreau affiancheremo Nimba e Royal Tioga, con l’obiettivo di alzare l’asticella sotto il profilo qualitativo, proseguendo un percorso che ci vede collaborare con i principali breeder a livello mondiale”.
“Inoltre, credo sia importante sottolineare lo sviluppo della produzione registrato negli ultimi anni dall’areale romagnolo, fra le province di Ravenna e Forlì-Cesena, che mostra una vocazionalità elevata che non ha nulla da invidiare agli areali storici. Questo rappresenta per noi un grande vantaggio competitivo, perché, da un lato, ci permette di ridurre i rischi legati all’andamento climatico e, dall’altro, consente di introdurre una determinata cultivar nella zona più vocata sfruttando un know how tecnico di prim’ordine”.
“Allo stesso tempo – sottolinea Bucchi – si è investito nella copertura degli impianti per proteggere le ciliegie dalle avversità, a partire dalla pioggia e quindi dal cracking che sappiamo bene quanto possa essere pericoloso. Oramai la superficie protetta è pari a oltre 1/3 del totale, con l’obiettivo di crescere ulteriormente: su ogni nuovo ceraseto messo a dimora ne incentiviamo la protezione”.
Dalle parole del manager romagnolo si percepisce un certo ottimismo che è confermato anche dalla volontà di allargare gli orizzonti commerciali: “Con il ritorno ai volumi che ci competono possiamo puntare a guadagnare quote di mercato in chiave export, soprattutto nei Paesi del Nord Europa, dove siamo riconosciuti come un fornitore affidabile sia per qualità del prodotto che per precisione nell’evadere gli ordini. Sarà una bella sfida, ma ci sono tutte le condizioni per valorizzare al meglio la produzione dei nostri associati”.(gc)