Il tavolo ortofrutta finalmente ha quattro gambe

Ampliamento della rappresentatività ma la progettualità langue

Il tavolo ortofrutta finalmente ha quattro gambe

Da più parti se ne invocava la convocazione da tempo, sperando che almeno l’effetto scaramantico del ‘tavolo ortofrutta’ potesse donarci una primavera e un’estate finalmente senza guai. Se non vado errato era dal luglio del 2021 che non veniva riunito ma - se anche mi dovessi sbagliare – ulteriori adunanze non hanno comunque portato nulla di nuovo al comparto e, anche tutte le precedenti, non si sono certo distinte per efficacia. Almeno, prima della pandemia, le rappresentanze venivano determinate anche con riferimento ai posti intorno al tavolo; poi, con l’arrivo delle conference call, i rappresentanti si sono moltiplicati in un patchwork di piccole fototessere e, così, le priorità e le strategie hanno lasciato ancor più il passo alla lista interminabile delle lamentele.

L’elemento positivo, in ogni caso, è la quarta gamba del tavolo cui faccio riferimento nel titolo, che dovrebbe dare più stabilità a uno strumento che, finora, ha prodotto risultati insoddisfacenti. Mi riferisco alla presenza dell’industria - oltre a produzione, commercio e istituzioni - che se non costituisce una novità in termini di rappresentanza, pare ora dimostrare maggiore interesse per un comparto in cui le logiche del fresco hanno finora prevalso e in cui, viceversa, la programmazione della produzione e la gestione dei costi lungo la filiera – già ampiamente usate dall’industria, pensate solo al surgelato – offrono oggi importanti spunti di riflessione anche al fresco e importanti sfide da vincere per il trasformato.

L’elemento negativo del tavolo rimane la modalità di funzionamento. Una tantum, con un elenco di sigle e senza un programma di lavoro. D’altra parte mi domando cosa si possa fare in un orizzonte di due ore con un parterre così ampio ed eterogeneo. Speriamo che sia una riunione d’insediamento, cui seguirà un piano di lavoro propedeutico agli Stati Generali dell’Ortofrutta o, comunque, a un vero Piano Ortofrutticolo Nazionale, costruito pragmaticamente sulla prioritarizzazione di pochi obiettivi strategici. Nel 2019 provammo a fare qualcosa di simile per il nostro Speciale Frutta & Verdura, (clicca qui per ulteriori approfondimenti) che produsse un Manifesto per l’Ortofrutta sottoscritto da oltre 2.000 lettori. Lo riporto qui sotto, chissà che non possa servire.