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Campagna kiwi ai nastri di partenza, in Italia quotazioni alte
De Nadai: «Contrattazioni anticipate a causa dei volumi ridotti»
Siamo alle porte della campagna kiwi 2023/24, che presumibilmente inizierà la prossima settimana con i primi stacchi delle varietà precoci, e abbiamo fatto il punto della situazione con Marco De Nadai, operatore specializzato nell’esportazione dei kiwi sia a livello nazionale che nei mercati oltre Oceano, nonché responsabile del marketing e della comunicazione del Consorzio Kiwi Passion.
“Stiamo giungendo alla chiusura della campagna in contro stagione da parte di Nuova Zelanda e Cile, caratterizzata da un calo dei volumi che ha determinato quotazioni sostenute nonostante una qualità non proprio eccelsa. Ci sono, quindi, grandi aspettative sulla raccolta dell'emisfero Nord. In Italia, si prevede una produzione tendenzialmente scarsa, dovuta sia ai recenti fenomeni meteorologici particolarmente avversi, come grandine e alluvioni, oltre alle temperature decisamente alte che hanno rallentato la crescita dei frutti. In particolare, il maltempo in primavera ha condizionato negativamente la fioritura e l'impollinazione. Questi fenomeni hanno colpito soprattutto le varietà a polpa verde come Hayward, mentre è decisamente migliore la situazione dei kiwi a pasta gialla e rossa, grazie all'utilizzo diffuso di coperture a protezione degli impianti.”
“La Grecia, dal canto suo, ha beneficiato invece di un clima meno avverso e di molti nuovi impianti che entreranno in produzione; per questo, stando alle prime stime, si assesterà su volumi simili allo scorso anno con una buona qualità. I prezzi in campagna per il prodotto a polpa verde, sia in Italia che in Grecia, sono molto sostenuti. Attualmente, nelle zone precoci italiane, le richieste si attestano intorno all'euro al chilo, con punte di 1,20 euro/chilo per partite di alta qualità; nella penisola ellenica, invece, le quotazioni sono del 15% più basse”.
“I prezzi alti – prosegue il manager – sono causati soprattutto dalle giacenze estremamente contenute di kiwi in tutte le piazze internazionali. Questa dinamica sta portando ad accese e anticipate contrattazioni tra tutti gli importatori e buyers per garantirsi i volumi necessari per una stagione che si preannuncia interessante per il prodotto italiano. Infatti, rispetto all’anno scorso, i costi relativi alla logistica (noli, container in particolare), all’energia e all’imballaggio si sono assestati garantendo così una maggiore competitività e, quindi, margini superiori per l'intera filiera.”
De Nadai conclude con una riflessione sulla qualità dei kiwi: “Al comparto serve una maggiore valorizzazione del prodotto, che passa obbligatoriamente da un'attenzione maniacale alla qualità organolettica della frutta prodotta. In tal senso le varietà brevettate a marchio club offrono maggiori possibilità di remunerazione al produttore, in quanto, oltre a controllare l’offerta, si garantisce una qualità elevata e costante nel tempo, che è l’unico modo per creare valore all’interno della filiera”.