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Angurie, il mistero della provenienza
Cartellini fuorvianti per i frutti di importazione, la denuncia spagnola
Il passaggio dal Senegal alla Spagna è più veloce di quel che si pensi. O almeno è quello che succede per le angurie. Nei giorni scorsi in alcuni punti vendita spagnoli della Grande distribuzione organizzata sono apparse nella stessa cassa angurie dello stesso tipo - almeno apparentemente - intere e tagliate ma con cartellini contradditori.
Se l'anguria intera riportava la provenienza originale, ovvero il Senegal, lo stesso frutto tagliato a fette diventava improvvisamente spagnolo nel cartellino, anche se - ad onor del vero - riportava l'origine Senegal in etichetta.
Svista o errore voluto? Non ci è dato saperlo ma di sicuro la questione non è passata in secondo piano per l'associazione degli agricoltori e allevatori spagnoli Coag che denuncia "gravi violazioni nell'etichettatura della frutta sugli scaffali della Gdo". Stando a quando specifica l'associazione: "L'attuale norma su etichette e cartellini non riflette la corretta origine del prodotto in vendita, pregiudicandone la tracciabilità e ingannando il consumatore, che non dispone di elementi affidabili per i suoi acquisti".
Ad essere 'senza confini', oltre alle angurie, sono anche i meloni di importazione in cui "se proposti tagliati a metà o in quarti, cambiano sorprendentemente Paese".
Il monito dell'associazione per i retailers è quello di rispettare le norme in materia di etichettatura e indicazioni a scaffale, non giocando con l'origine dei prodotti.
“Questa situazione - ha evidenziato Andrés Góngora, responsabile per frutta e verdura di Coag - si ripercuote non solo sulla libertà di scelta dei consumatori, ma anche sulle nostre produzioni. Stiamo iniziando la campagna per anguria e melone, oltre che per le drupacee, e la distribuzione continua a importare prodotti da Paesi terzi, compromettendo il nostro accesso ai mercati, soprattutto se la vera origine di questi frutti non viene nemmeno indicata, violando la legge".
Infine l'associazione invita le autorità competenti a svolgere ispezioni immediate per evitare l'emulazione di queste situazioni e rispondere con adeguate sanzioni.
La normativa europea è chiara e prevede che l'origine dei frutti, ovvero il Paese in cui sono stati coltivati, vada sempre indicato sui frutti e sui cartellini. Ce lo confermano anche da San Lidano, azienda specializzata nella produzione e commercializzazione di angurie. "A far fede è sempre il Paese di coltivazione, che rimane lo stesso anche nel caso in cui il frutto venga lavorato (per esempio tagliato a metà o in quarti). Il vero problema spesso è solo l'interpretazione della norma che, però, non lascia spazio a fraintendimenti".
Nella foto di apertura: Cartellino a sinistra: mezza anguria, origine Spagna - Cartellino a destra: anguria intera, origine Senegal (fonte Coag)