Finalmente i ristori per le pere, ma …

Un piccolo segnale concreto, da completare generando una prospettiva

Finalmente i ristori per le pere, ma …

Maledettamente tardi ma, finalmente, venerdì è arrivata ufficialmente dal Masaf la conferma dello stanziamento di dieci milioni di euro per i ristori ai pereti colpiti dagli effetti dei cambiamenti climatici nell’ultima campagna (per maggiori informazioni clicca qui). Malgrado da alcuni mesi si invocasse insistentemente questo provvedimento, fino a ora il quadro appariva alquanto nebuloso, soprattutto sull'entità delle risorse disponibili e sulle modalità di erogazione, per cui una parte dei pericoltori emiliano-romagnoli, perdendo la speranza, hanno, nel frattempo, già deciso di abbandonare. È difficile dire quanti siano ma di certo in campagna vi è forte malumore che speriamo l’intervento – se ben ben finalizzato  - contribuisca a ridurre. 

La misura è riservata ai frutteti che nella stagione scorsa hanno subito un danno superiore al 30% rispetto alla campagna precedente, con un massimo di 1.100 euro per ettaro, nei limiti delle risorse disponibili e con un massimale dato dal valore del decremento di produzione registrato. Le domande dovranno essere presentate tramite Agea, che fornirà istruzioni successivamente alla firma del decreto. 

Dopo il via libera dalla Conferenza Stato Regioni, al provvedimento manca ora solo la firma del Ministro. Non so se vi sia ancora spazio e tempo per qualche piccola integrazione sulle modalità di erogazione, ma voglio in ogni caso evidenziare quanto a mio avviso servirebbe per dare al provvedimento un significato ben superiore alla limitata dotazione di cui dispone, che, proprio per l’esiguità dei ristori previsti per ettaro, rischia – viceversa - di essere vano e, in parte, anche controproducente.

In primo luogo occorre considerare che nella scorsa campagna solo una piccola parte dei pereti nel nord del nostro paese ha avuto danni inferiori al 30% del risultato dell’anno precedente, risultato che – tra l’altro – anche nella migliore delle ipotesi, non era stato in grado neppure allora di coprire anche solo i costi di produzione.

Per cui, con il limite di 1.100 euro per ettaro, vi saranno risorse disponibili per una superficie importante, oltre 9.000 ettari in caso teoricamente si spalmasse il massimale ad esaurimento della cifra. Sfortunatamente, però, con quella cifra si fa ben poco, considerando che, in Emilia Romagna, i danni causati dai cambiamenti climatici hanno portato a un gap fra incassi e costi che si avvicina quest’anno più ai 20.000 che ai 10.000 euro a ettaro. 

Inoltre, proprio la limitata dimensione dell’indennizzo, rischia di diventare - di fatto - un incentivo ad abbandonare anziché uno stimolo a resistere. Anzi, visto che sembra che nel provvedimento non vi siano vincoli a proseguire nell’attività per ricevere il ristoro, andrà a beneficio anche di chi ha espiantato a fine campagna o è in procinto di farlo e, per assurdo, troverà le risorse per uscire proprio dai ristori.

Se, con questo provvedimento di politica economica, si vuole fornire un primo segnale che la pericoltura è un’attività di rilevanza nazionale e che è intenzione dell’esecutivo provare a recuperarla, allora, a mio avviso andrebbero inserite due clausole:

  1. limitare con precisione l’area colpita duramente dagli eventi climatici nella campagna 2022-23 su cui concentrare prioritariamente gli indennizzi;
  2. privilegiare gli ettari che rimarranno in produzione anche nella prossima campagna o che verranno reimpiantati in un breve orizzonte.

Infine, questo provvedimento non può che essere un primo segnale per il rilancio, poiché non permetterà da solo di salvare la pericoltura. Servono altre risorse a breve anche solo per andare avanti e, una volta stabilizzato il malato, si potrà pensare quali investimenti mettere in campo e finanziare per riportarlo in auge. Ma la pera fa parte dell’élite della nostra ortofrutticoltura e perciò dovrebbe essere fatto tutto il necessario, anche oltre il possibile, per salvarla.