Fruit Logistica ci richiama al ruolo delle Fiere

Incontri e affari ma anche tendenze e novità

Fruit Logistica ci richiama al ruolo delle Fiere

Dalle 9 alle 18 un incontro ogni mezz’ora, questo è oramai il cliché di ogni fiera per gli espositori. Ne deriva che il livello di soddisfazione sulla manifestazione è legato soprattutto alla qualità e alla completezza dei meeting realizzati. Poco spazio per incontri non preventivati, quasi nessuno per  curiosare fra gli stand alla ricerca di qualche novità o di qualche ispirazione.

Su quest’ultimo punto si potrebbe anche fare un sondaggio: quanti dei partecipanti italiani a Fruit Logistica hanno visitato il “famigerato” padiglione 20, visto che dall’area dedicata al tricolore sono necessari 20 minuti di buon passo?

Confesso che anche io ho programmato tanti incontri durante la trasferta berlinese, per cui di tempo da dedicare alla visita della Fiera ne è rimasto ben poco. Però, proprio bighellonando un po' fra i padiglioni ho capito di aver fatto un errore, poiché sono emersi tanti spunti che non ho potuto approfondire adeguatamente e che avrebbero aggiunto valore alla partecipazione, oltre i risultati degli incontri programmati. Non è vero che nelle Fiere non c'è nulla da vedere, basta saper guardare.

Senza muoversi troppo dall’area presidiata di nostri connazionali, infatti, bastava andare nel padiglione dell’Olanda per prendere spunto su come dare un’immagine comune alla presenza nazionale senza per questo tarpare le ali alla creatività dei singoli. Senza avere dati oggettivi, a colpo d'occhio la presenza olandese sembrava più significativa di quella italiana.

Ampliando un po’ il raggio d’azione, Asia, Africa e robotica, solo per citare tre esempi, sono state positive sorprese per quantità e qualità della partecipazione, dove l’esposizione delle novità ha mostrato ancora un senso, mentre dove lo stand è incentrato sugli incontri sembra di essere in una via di mezzo fra un caffè parigino, con i suoi minuscoli tavolini, e un ristorante di qualità, a seconda di quando si arriva. 

Scrivo questo perché, al di là degli incontri, che avrei potuto fare anche on line, grazie al breve giro fra i padiglioni, torno da Fruit Logistica con maggior consapevolezza che il mercato dell’ortofrutta ha una dinamica molto positiva malgrado le difficoltà internazionali, che sembrano frenare in modo più che proporzionale il nostro paese, per i suoi ritardi strutturali e organizzativi. Però, guardando nel viaggio di ritorno il Trend Report 2025 della Fiera, non solo ho trovato conferma che il trade mondiale di ortofrutta è in crescita e vale 130 miliardi di dollari, ma che l’Italia nel 2023 è stato il primo esportatore mondiale a valore di mele, superando la Cina e gli Stati Uniti

Guerra, energia, logistica e barriere fitosanitarie pesano enormemente sulla nostra competitività ma ancor più pesa la debole aggregazione e la scarsa organizzazione, se no il risultato delle mele non si spiegherebbe.