Il meglio di IFN
Emergenza caro-prezzi fertilizzanti: l'agricoltura trema
Quotazioni in aumento per urea e azotati, trainati dal gas naturale e dalle tensioni geopolitiche
Gli agricoltori italiani (e, più in generale quelli europei) devono far fronte a una nuova emergenza: il rincaro dei prezzi dei fertilizzanti. A essere precisi, già fra il 2022 e 2023, l’intero sistema agricolo europeo ha dovuto affrontare rialzi mai visti prima, a causa della Guerra in Ucraina, e ne è uscito con le ossa rotte.
Ora i listini sono tornati a correre, con l’urea – il concime azotato più utilizzato in agricoltura – che ha sfondato ampiamente la soglia delle 500 euro a tonnellata, dopo che per tutto il 2024 si era attestata su poco più di 400 euro. Siamo ancora lontani dalle quotazioni shock di 3 anni fa, che avevano toccato punte di 800-1.000 euro a tonnellata, ma il trend ininterrotto di rialzi a cui si sta assistendo da circa un mese a questa parte, non fa presagire nulla di buono. Incrementi che non riguardano solo l’urea, ma coinvolgono, seppure in minor misura, altri azotati, come il nitrato ammonico, e si registrano tensioni anche nelle quotazioni di cloruro potassico.
Il motivo di questi aumenti è imputabile al rialzo del gas naturale sulla piazza di riferimento europea, ovvero, Amsterdam, dove ha superato i 50 €/MWh – prezzo che non si vedeva da oltre un anno – a causa di un aumento delle previsioni negli stoccaggi estivi gestiit dal governo tedesco. Ma c’è dell’altro. Il governo ucraino, infatti, non ha rinnovato il contratto quinquiennale di transito con Gazprom, decaduto a fine 2024, mentre l’euro debole non agevola di certo le importazioni.
Proprio il tema degli acquisti extra Ue è un fronte da monitorare con particolare attenzione. Sapete chi sono i principali Paesi fornitori di urea per il Vecchio Continente? Egitto e Russia. Il Paese guidato da Putin è notoriamente fra i più importanti produttori mondiali di questo concime (che non ricade nella lista delle restrizioni), grazie alla grande disponibilità di gas naturale che possiede, che gli consente di mantenere prezzi decisamente competitivi che hanno incentivato i compratori europei, tanto che, se questi, all’inizio della Guerra ucraina, avevano cercato di diversificare gli approvigionamenti, erano poi tornati sui propri passi, “ingolositi” dai prezzi russi.
I produttori europei di fertilizzanti, dal canto loro, sperano che la proroga del pacchetto di sanzioni alla Russia, avvenuta nelle ultime ore, possa in qualche modo limitare il gigante sovietico, che sostanzialmente fa il bello e cattivo tempo. Staremo a vedere.
Ciò che è certo è che questo periodo di tensione nei mercati dei concimi, si protrarrà anche nelle prossime settimane, perché ci avviciniamo, fra l’altro, in uno dei momenti dell’anno di maggiore richiesta di fertilizzanti. Sale, quindi, la preoccupazione fra i produttori europei, come si evince dalla testata tedesca di informazione agricola AgrarHeute.com . “È probabile che questa settimana molti produttori e commercianti di fertilizzanti aumentino ulteriormente i prezzi. Questo è già il caso dei nostri vicini francesi. Lì, i prezzi dei fertilizzanti azotati stanno già aumentando in modo significativo nei centri commerciali più importanti. In Germania, la reazione dei venditori è stata finora contenuta, ma è probabile che segua rapidamente la tendenza europea cambiando rapidamente. Infatti, pare che molti rivenditori stiano pianificando ulteriori e significativi aumenti di prezzo”.
Come se non bastasse: “La Camera dell'Agricoltura del NRW (North Rhine-Westphalia) ha riferito come questa settimana: “I prezzi dei fertilizzanti siano attualmente in continuo aumento nel settore dell'azoto”. Si preannuncia, quindi, un fine inverno di fuoco per gli agricoltori europei che sembrano già essere sul piede di guerra, come dimostrano le manifestazioni previste in questi giorni in giro per l’Italia.