Le pere italiane al giro di boa. Un primo bilancio della campagna in corso

Giampaolo Nasi (UNAPera): «I decumuli procedono secondo programma fino a maggio. Focus sull’IGP»

Le pere italiane al giro di boa. Un primo bilancio della campagna in corso

Con la metà di gennaio, in condizioni normali, la campagna delle pere italiane inizia la sua seconda parte, caratterizzata dallo sviluppo delle vendite delle varietà tardive e dal progressivo esaurimento di quelle precoci. Dopo le defaillance produttive del 2023/24, questa campagna, pur senza i fasti del passato per riduzione strutturale delle superfici e delle rese, ha riportato la produzione su livelli che consentono di immaginare una chiusura della stessa all’inizio del mese di maggio, come da consuetudine.
Con Giampaolo Nasi, coordinatore commerciale dell’AOP UNAPera (nella foto in apertura), facciamo il punto della situazione, partendo da un’analisi di quanto successo finora sul fronte delle vendite e sulle prospettive per la seconda parte della campagna.

“Il dato rilevante per questa campagna - comune a tutte le varietà - è l’elevato livello qualitativo del prodotto, grazie all’assenza durante il ciclo produttivo di fenomeni estremi, come le gelate e le alluvioni, che avevano lo scorso anno compromesso la produzione non solo sul fronte delle quantità. Anche grazie a una estate calda e siccitosa, le pere sono ricche di zuccheri ed esprimono al meglio tutto il loro bouquet, per cui, sin dalle prime battute, la nostra offerta ha trovato successo presso i suoi tradizionali affezionati. Siamo consapevoli che per garantire ai nostri produttori il reddito necessario ad andare avanti non possiamo più vendere il prodotto ai prezzi del passato, ma il cambiamento climatico sta falcidiando le rese anche in annate oramai da considerare normali; questo impatta sulla produttività in modo significativo per cui, con costi in aumento anche per effetto del combinato fra più fitopatie e meno difese, i prezzi non sono più quelli di un tempo, anche se, rispetto all’anno scorso, il valore medio del prodotto esitato alla produzione da parte di soci di UNAPera si è ridotto in modo consistente grazie alla maggiore produzione.

“Siamo consapevoli che c’è prodotto straniero a più buon mercato, ma – altrettanto – riteniamo che la nostra qualità, soprattutto gustativa, non sia comparabile, per il mix di vocazionalità delle aree e professionalità dei nostri agricoltori. Per questo stiamo puntando con decisione sull’IGP dell’Emilia Romagna, come elemento di differenziazione, anche in cobranding con le catene della Gdo, per tutelare la nostra distintività. Anche grazie a una importante campagna di comunicazione, incentrata sul territorio e sui frutticoltori, quest’anno raggiungeremo un nuovo record di vendite per l’IGP che, in prospettiva, dovrà diventare il cuore della nostra offerta”.

“I decumuli, dopo un avvio un po’ in sordina, anche per effetto della concorrenza, ora procedono secondo i nostri piani e contiamo di concludere la campagna della Williams e Max Red Bartlett entro i primi di marzo, Decana e Kaiser entro aprile e Abate e Conference per la prima decina di maggio”.
Anche i mercati internazionali, dopo un inizio di campagna difficile, per la nostra assenza nello scorso anno a causa della mancanza di prodotto, ora stanno rispondendo bene, complice la qualità distintiva della nostra offerta, anche se ridimensionata in termini quantitativi. In sintesi ci sono tutte le condizioni per una buona chiusura della fase commerciale, dopo le difficoltà della scorsa annata, che ci fanno guardare con più ottimismo al futuro”. (gc)

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