Faccia a faccia con i droni raccoglitori

Abbiamo visto in azione gli Aerobotics di Tevel: ecco come funzionano

Faccia a faccia con i droni raccoglitori

Il silenzio del frutteto viene improvvisamente interrotto da un ronzio. L'impressione è quella di uno sciame d'api, ma a svolazzare tra un filare e l'altro non sono insetti, bensì dispositivi ultra tecnologici. Ieri mattina ci siamo trovati faccia a faccia con i raccoglitori di frutta del futuro: droni dotati di telecamere e ventosa per staccare le mele.

In Piemonte, in un'azienda agricola del Gruppo Rivoira, abbiamo così assistito a come un domani non troppo lontano potrebbe presentarsi il lavoro in un meleto: computer, tecnologia, algoritmi, generatori e robot al posto delle persone. La ricerca in questo campo corre spedita, certo manca ancora un po' di lavoro prima di rendere la soluzione commerciabile, ma i progressi sono notevoli e soprattutto si risponde a diverse esigenze del settore ortofrutticolo, in primis la carenza di manodopera.

Ad accompagnarci alla scoperta di questo mondo Simone Pollano, general manager operations Europe di Tevel Aerobotics Technologies, la start-up che sta sviluppando il sistema dei droni raccoglitori di frutta. 

"L'automazione in campo agricolo è il futuro - illustra l'esperto - L'oggetto principale di questa tecnologia è la telecamera, che permette di geometrizzare tutto ciò che ha davanti".

E ovviamente l'algoritmo che legge e decifra le immagini, per poi comunicare al dispositivo le azioni che deve compiere. Una tecnologia che in campo militare esiste già e possiamo ben immaginare come possa essere impiegata, mentre per la frutta permette di acquisire tutte le informazioni sulla collocazione dei prodotti da raccogliere e, in futuro, anche sulla loro qualità. 

"Automatizzare operazioni come la raccolta, davanti a uno scenario in cui la forza lavoro disponibile diminuisce, significa semplificare un'operazione onerosa - continua il manager - Questo automatismo è l'unica soluzione per garantire l'approvvigionamento alimentare. Negli ultimi 25 anni la frutta coltivata nel mondo è passata da 35 a 70 milioni di ettari, ma nello stesso tempo è diminuita del 50% la forza lavoro agricola. In tanti Paesi, non solo quelli più sviluppati, le persone si spostano dalle campagne alla città. E' un fenomeno con cui fare i conti".

Scarsa manodopera da una parte e poi dall'altra la necessità di comprimere in poche settimane la raccolta. I droni di Tevel possono lavorare 24 ore 24, notte e giorno, senza stancarsi, senza correre rischi, sempre con le stesse performance e soprattutto sempre agli stessi costi. 

La robotica in ortofrutta, come fa notare anche Marco Rivoira, general manager dell'omonimo gruppo, non deve però essere vista in antitesi al lavoro dell'uomo. Piuttosto è complementare, una sinergia per migliorare le prestazioni del lavoro in campo e nel magazzino. In un futuro vicino è possibile immaginare i droni in azione per raccogliere i frutti nella parte alta del frutteto, mentre i lavoratori lo faranno a terra.

Le telecamere dei droni di Tevel Aerobotics fanno una selezione paretale della frutta e l'automazione parte dall'intelligenza artificiale. "Diamo al sistema informazioni su cosa sia importante per noi - aggiunge Pollano - e la macchina determina quello che vede e dice al drone dove volare e cosa fare. Un giorno ci sarà poi la possibilità di andare oltre, di identificare quello che si raccoglie, i difetti, e quindi l'aspetto qualitativo della frutta. Portando questi dati dal magazzino al campo, tracciando il raccolto e la sua qualità".

La macchina raccoglitrice in azione nel meleto di Rivoira ha otto droni e al momento il suo spostamento è deciso ed effettuato da un operatore. Ma successivamente anche l'avanzamento lungo il frutteto potrebbe essere automatico. E guardando al futuro i droni potrebbero assolvere ad altre funzioni: potatura, somministrazione di trattamenti ma anche monitoraggio delle condizioni del frutteto durante l'anno.

E' uno scenario nuovo, toglie un po' di poesia al lavoro in campagna, ma è il segno tangibile di come l'ortofrutta possa essere industrializzata con l'obiettivo di spingere sempre più sulla qualità. Insomma, è il futuro, si tratta di capire solo quando si materializzerà.