Dal Covid i consumi di ortofrutta perdono quasi 10 punti

L'analisi del primo semestre 2024 rispetto a quello 2020 mostra gli effetti dell'inflazione

Dal Covid i consumi di ortofrutta perdono quasi 10 punti

Il primo semestre di ogni annata è come un giro di boa, da cui è possibile estrapolare delle prime indicazioni sulla tendenza dei consumi nel tempo, ed è molto chiaro come il trend sia abbastanza preoccupante se si fa un'analisi di medio-lungo periodo. Tra le principali evidenze, spicca sicuramente la correlazione tra gli effetti del post pandemia, in termini di crescita del prezzo medio mix, e la flessione degli acquisti domestici di ortofrutta, come anche le diverse dinamiche all’interno dei canali di acquisto.

Grazie alle analisi del Monitor Ortofrutta di Agroter in partnership con Ismea-Nielsen, continua il monitoraggio della serie storica degli ultimi cinque anni per gli acquisti domestici delle famiglie italiane come frutta e verdura fresca, con il consuntivo per il primo semestre dell’anno in corso.
Nei primi sei mesi dell’anno, dal 2020 al 2024, il dato più eclatante è certamente la perdita dei consumi domestici complessivi di ortofrutta che, nel giro di cinque anni, si riduce di 9 punti (indice base 100 rispetto al 2020 pari a 91 nel 2024). La spezzata cola a picco tra il 2021 (anno ancora pesantemente coinvolto nella pandemia) e il 2022, poi l’intensità della flessione diminuisce nel 2023 e nel 2024, ma il calo degli acquisti a quantità è una costante. Difatti, il saldo è pesante e lo è un po’ di più nella verdura, considerando il medio-lungo periodo, anche se rispetto al 2023 si registra una lieve crescita per questa macrocategoria nell'anno in corso.

Ma non è solo il ritorno alla normalità del post pandemia ad aver influito sugli acquisti. Unitamente a questo, c’è da considerare la forte crescita inflattiva, che si attesta a +17% nel prezzo medio mix dell’ortofrutta nel 2024 rispetto al 2020. Nel complesso, la verdura ha registrato l’aumento maggiore (+19 punti), ma è la frutta quella che è aumentata di più rispetto all’anno scorso (+6 punti, rispetto a +2 punti della verdura).

Se osserviamo il medesimo dato per l’ortofrutta, splittato per la Gdo e i principali canali tradizionali, è chiaro come questi ultimi siano i principali responsabili di questo andamento flettente: i negozi a libero servizio perdono appena 3 punti rispetto al 2020, mentre i mercati e gli ambulanti calano dell’8% e i fruttivendoli addirittura del 37%. Questa flessione, però, è da contestualizzare perché, durante la pandemia, il fruttivendolo aveva registrato un aumento di quota rispetto agli anni precedenti, ma rimane in ogni caso una flessione molto netta, che suggerisce come questo canale sia in forte difficoltà, anche se mantiene una quota affezionata di clienti che, però, si trova a dover sempre di più a centellinare gli acquisti.

All’interno della Gdo, poi, c’è un canale che mostra più o meno le medesime difficoltà del fruttivendolo, ovvero il libero servizio, che flette di 31 punti dal 2020. Parimenti, il discount continua a crescere (+2%), mentre l’ipermercato tiene e il supermercato arranca (-5%) anche se in crescita rispetto al 2023.

La crescita del discount è ancora più interessante se si osserva l’evoluzione del prezzo medio mix, che risulta maggiormente in crescita in questo canale rispetto al resto della Gdo, se si osservano 2023 e 2024. Tuttavia, in un contesto inflattivo (anche se in ridimensionamento nella seconda parte del 2024), il differenziale nei prezzi al pubblico tra supermercato e discount è ancora evidente e spinge ancora di più i clienti a direzionarsi verso questo canale anche negli acquisti di ortofrutta.