Il meglio di IFN
Destinazione paradiso … delle mele
Un tour nel mondo di VIP all’insegna dell’eccellenza
Nel corso degli anni ho visitato e studiato diversi frutteti, quindi, è difficile oramai trovarne uno che mi sorprenda, ma quando pochi giorni fa sono entrato nel meleto della varietà envy™, coltivato da Thomas Oberhofer, Presidente di VIP – l’Associazione delle cooperative ortofrutticole della Val Venosta – mi sono dovuto ricredere. Infatti, anche al di là della stupenda cornice delle Alpi che ci circondava, il colpo d’occhio era notevole: una parete di frutti di grosso calibro, omogenei per colore e forma. I numeri sono anch’essi interessanti, se si considera che è prevista una produzione di 20 tonnellate/ettaro – senza difetti – e siamo solo alla seconda foglia. “In piena produzione prevediamo di raggiungere almeno 60 tonnellate/ettaro – racconta Oberhofer – ma in questa varietà, per ottenere una produzione equilibrata negli anni, è fondamentale diradare i frutti con estrema attenzione, poi ci pensa la nostre valle a far ottenere ai frutti quelle caratteristiche inconfondibili che sono apprezzate dai consumatori”.
Ciò che stupisce è l’attenzione per i dettagli nel rispetto dell’ambiente circostante: “non effettuo diserbi chimici sulla fila, anzi, sono convinto che l’inerbimento, competendo con la pianta del melo, ci aiuti nella sua gestione agronomica. Di certo mantiene una buona dotazione di sostanza organica nel terreno che è mediamente pari al 4% (valore molto alto ndr) e che ci permetta di ridurre le concimazioni al minimo indispensabile. Allo stesso tempo, è importante mantenere un buon livello di biodiversità aiutando anche quelle specie, come gli uccelli, a cui piacciono un po’ troppo i nostri frutti (e mentre lo dice ci mostra un paio di mele danneggiate) me che ci aiutano nel contenere gli insetti. Così ho installato diverse casette di nidificazione”.
I segreti del paradiso delle mele
Chiaramente viene da chiedersi cos’è che renda la Val Venosta un territorio così vocato per la coltivazione di mele e, a questa domanda, risponde Benjamin Laimer, responsabile marketing VIP: “la Val Venosta è la zona di produzione delle mele più omogenea e più alta d’Europa, in quanto la zona di coltivazione non scende mai sotto i 500 metri d’altitudine e raggiunge un massimo di 1.000 metri di quota. A queste altitudini la divisione cellulare rallenta, il tempo di maturazione aumenta e, di conseguenza, la polpa della mela risulta più compatta e gustosa, oltre a possedere una migliore conservabilità”.
“Un’altra caratteristica peculiare della Val Venosta è il clima particolarmente asciutto, poco adatto l’insorgere di malattie. Due sono i fattori che concorrono a generare questa peculiarità. Da un lato, una piovosità annuale estremamente contenuta, che non supera i 500 millimetri (valore più basso di tutto l’arco alpino); dall’altro lato, dal Passo Resia, soffia sempre una brezza fresca che attraversa l’intera vallata e che assicura un clima secco”.
“Altri elementi tipici di questa vallata – specifica Laimer – sono le forti escursioni termiche fra il giorno e la notte e l’elevato numero di giorni assolati che favoriscono la colorazione dei frutti (più di 300 all’anno). Per tutte queste caratteristiche ci troviamo nel vero Paradiso delle mele”.
Le strategie per il futuro
Una valle che vive di mele e che vede in VIP il punto di riferimento per i 1.500 produttori che ne fanno parte, i quali raccolgono mediamente 320 mila tonnellate di mele all’anno (di cui 45-50 mila Bio) coltivate su circa 5.500 ettari. Numeri importanti che non lasciano spazio all’improvvisazione come spiega il Direttore di VIP, Martin Pinzger: “Un meleto ha un ciclo vitale di circa 20 anni; quindi, ogni volta che un nostro produttore mette a dimora un nuovo impianto dobbiamo essere sicuri che quella cultivar soddisfi le sue aspettative.
Evidentemente le nostre varietà devono andare incontro alle richieste del mercato e su questo siamo convinti che il Piano strategico varietale 2020-2030 da noi elaborato saprà dare le giuste risposte. In prima battuta, occorre sgombrare il campo da dubbi: siamo e saremo specialisti della Golden Delicious, che resta la nostra varietà principale, in quanto da sola sviluppa il 50% delle nostre vendite (oltre 170 mila tonnellate sulle 345 mila previste per il 2023). Entro il 2030 prevediamo un suo ridimensionamento, ma resterà comunque la nostra punta di diamante. Per quanto riguarda le altre varietà classiche, Red Delicious, Gala e Fuji restano nell’assortimento di base, così come Pinova resta una specialità per la seconda parte della stagione. Fra queste, Red Delicious subirà il calo più significativo.”
“per quanto riguarda le nuove varietà, la loro quota raggiungerà il 16% delle nostre superfici entro il 2025 (nel 2013 era solo 0,3%) e crediamo di aver raggiunto un assortimento ben equilibrato. Abbiamo un poker di varietà vincenti: CosmicCrisp®, envy™, Ambrosia™e Kanzi® che si ritaglieranno spazi importanti, così come abbiamo nuove varietà di nicchia come Kissabel®, SweeTango™ e yello® che andranno a coprire esigenze specifiche (vedi SweeTango ad inizio stagione). Non dimentichiamo, inoltre, che VIP è Leader nella produzione biologica a livello europeo e, in questo caso, la Gala è la varietà leader per 12 mesi all’anno e non mancano novità interessanti, come SQ 159 - Natyra®.”
“Concludendo, offriremo sempre di più mele premium per 12 mesi (lotta integrata e Bio) ai nostri clienti e ci focalizzeremo sullo sviluppo e promozione delle attuali mele club, senza dimenticare la nostra linea di mele coltivate senza diserbanti che ci sta dando grande soddisfazione. Vogliamo essere a tutti gli effetti un ‘First class apple partner’, come recita il nostro claim”.
Ad ogni consumatore la sua mela
“L’evoluzione dell’offerta varietale impone un cambio di paradigma nell’approccio al consumatore che deve essere guidato nella scelta della sua mela ideale non in base al colore, al prezzo o alla semplice abitudine ma piuttosto al sapore; ad ognuno la sua mela, la mela che piace di più”. Così esordisce Benjamin Laimer in merito alle strategie di comunicazione e marketing da adottare per guidare il consumatore all’acquisto di mele. In primo luogo, è fondamentale avvicendare le diverse varietà durante la stagione in base alle caratteristiche di conservabilità e di sapore. Quest’ultimo rimane comunque il focus principale.
“Con il progetto la Saporeria stiamo cambiando il modo di comprare la mela, avvicinandoci al mondo del vino; quindi, non più un prodotto indifferenziato ma selezionato, spiegato, declinato a seconda dei gusti dei consumatori. Bisogna abbinare alle informazioni dettagliate e precise, una componente emozionale che crei empatia con l’acquirente. Parimenti stiamo sviluppando progetti per consigliare nuove occasioni di consumo, al di là delle classiche ricette casalinghe. Per esempio, stiamo sviluppando il Food paring, ovvero, l'associazione di due o più alimenti a seconda del loro composto molecolare, nonché aromatico, ed abbiamo in serbo la volontà di cogliere tutte le opportunità della Medicina culinaria (lo Studio dell’abbinamento della mela con alimenti e ingredienti che potenziano le proprietà e le qualità gustative e nutrizionali.
Tecnologia al servizio della Mela
Un servizio di prima classe non può prescindere da un alto livello tecnologico nei magazzini di lavorazione, come dimostra il livello raggiunto dalla cooperativa Mivor. Lo stabilimento, diretto da Roland Zischg, si estende sua una superficie di 10 ettari e ha una potenzialità di stoccaggio di 82 mila tonnellate, grazie a 200 celle frigo. Le mele vengono calibrate e selezionate all’interno di una imponente linea di lavorazione che utilizza l’acqua come mezzo di trasporto, fondamentale per evitare ammaccature a carico dei frutti. L’utilizzo di tecnologie ottiche di selezione, che scattano oltre 60 foto ad ogni mela, consente di rilevare ogni minimo difetto.
La capacità di lavorazione è pari a 45 tonnellate all’ora, grazie alle 16 linee di confezionamento manuale e 4 linee di confezionamento automatico utilizzate in larga parte per il prodotto insacchettato. Questa “potenza di fuoco” permette di far fronte ad ogni richiesta, tant’è che sono presenti oltre 1.000 formati di imballaggi diversi.
Si conclude così un viaggio nel paradiso delle mele, esempio perfetto di come una filiera coesa ed organizzata possa valorizzare un prodotto, fino ad elevarlo a simbolo del territorio.