Nel bene e nel male alle fiere non si può rinunciare

Dal sondaggio di IFN grandi attese per Macfrut e Fruit Attraction

Nel bene e nel male alle fiere non si può rinunciare

Poco più di duecento pareri non sono un censimento ma certo danno un’idea abbastanza precisa di come espositori e visitatori italiani hanno vissuto Fruit Logistica e, soprattutto, di cosa intendono fare nel prosieguo della stagione fieristica 2023. Una distribuzione equilibrata dei partecipanti al sondaggio fra la prima e la seconda categoria di operatori garantisce poi una visione completa della manifestazione dai diversi punti di vista.

A parte qualche roboante titolo sul presunto successo o flop della manifestazione berlinese che, credo, abbia confuso le idee anziché chiarirle, alla prova dei fatti Fruit Logistica non ha tradito le aspettative sul piano dei contenuti, soprattutto come fiera per sviluppare relazioni esistenti, semmai i limiti sono legati ai costi di partecipazione e alla possibilità di stringere nuove relazioni, soprattutto fuori dalla propria area di business specifica, come si può evidenziare dai risultati del nostro sondaggio. 

Non è una questione da poco, almeno a mio avviso, ma pare poco rilevante per gli operatori. In una fiera con oltre 2.500 espositori da più di 90 paesi porsi come obiettivo incontrare i propri clienti/fornitori mi pare un po’ riduttivo, ma può essere un mio limite. Malgrado i costi pesino nel giudizio complessivo (più per gli espositori che per i visitatori come era prevedibile), in complesso solo l'8,2% di chi ha partecipato finirà con Berlino le sua presenza ad eventi fieristici per il 2023.

Infatti, il 20,4% andrà anche a Macfrut, il 13.3% a Fruit Attraction e il 58,2% ad entrambi. Se Berlino è dunque un must per i nostri connazionali, Macfrut non è da meno e, anche la rassegna madrilena, esercita un forte richiamo sui nostri operatori.

Al tempo di conference call in cui si possono condividere persino riprese in diretta o realizzare traduzioni in simultanea, la gestione delle relazioni esistenti offrirebbe tante possibilità anche a distanza. La realtà, però, è che il fascino della fiera non pare risentirne. A onor del vero, va considerato che la pulsione e il sentiment del momento per un settore non possono essere compresi nello stesso modo con l’on-line, né tantomeno un nuovo potenziale partner può essere “annusato” da un’immagine sfocata su uno schermo di un portatile. Tantomeno è possibile trovare un surrogato per farsi venire idee e spunti se non girovagando fra i padiglioni di una fiera con tanti prodotti e tecnologie così concentrati in esposizione.
Il tema a questo punto però è un altro. Chi ha più il tempo di incontrare sconosciuti o di girare per le fiere? E, poi, per vedere cosa di davvero nuovo? Si apre così un fronte inesplorato: chi saprà coniugare questi “appuntamentifici” con uno spazio e un tempo da dedicare al futuro avrà creato un nuovo modello fieristico che, a mio modesto avviso, si potrebbe rivelare vincente.