Pere: quest’anno l’Italia c’è!

Nasi (UNAPera): «Campagna in anticipo di una settimana. Per ora buoni volumi e ottima qualità»

Pere: quest’anno l’Italia c’è!

"Dopo 4 anni di latitanza, a causa di ogni tipo di problema possibile e immaginabile, quest’anno l’Italia pericola torna protagonista nel vecchio Continente, grazie ad una produzione finalmente accettabile in termini quantitativi e a una qualità a dir poco eccellente, che non vedevo da parecchio tempo su tutte le varietà, a partire dall’Abate Fètel”. Non usa mezzi termini Giampaolo Nasi, coordinatore del comitato commerciale di UNAPera, interpellato da IFN sull’inizio della campagna pere.

“In generale, stiamo notando in tutti gli areali produttivi emiliano romagnoli un anticipo produttivo di circa 7-8 giorni che, con buona probabilità, ci porteremo dietro anche nelle varietà più tardive. Non a caso, abbiamo già terminato gli stacchi della varietà Carmen, che si presenta con una qualità estetica e organolettica pregevole, mentre in termini di pezzatura siamo leggermente più contenuti rispetto alle aspettative, ma nulla di trascendentale”. 

“Attualmente siamo nel pieno della raccolta di Santa Maria e, anche in questo caso, riscontriamo una qualità estetica invidiabile e pezzature sostenute. In questi giorni stiamo ultimando le analisi previsionali su Williams che contiamo, giorno più giorno meno, di iniziare a raccogliere a partire dalla prossima settimana. Difficile fare previsioni accurate per una delle varietà più importanti della nostra offerta, perché è coltivata in diversi areali che hanno avuto sollecitazioni ambientali differenti, ma in linea di massima possiamo affermare che la produzione c’è e la qualità non è da meno”.

Ovviamente tutti gli occhi sono puntati sulla regina delle pere italiane, l’Abate Fétel: “manca ancora circa un mese alla raccolta, e dai rilievi che i nostri tecnici di campagna stanno effettuando quotidianamente emerge un quadro in decisa controtendenza rispetto alle ultime annate: i volumi sono accettabili, i patogeni sono sotto controllo, e sto vedendo frutti di una qualità estetica – intesa come forma e rugginosità – che non vedevo da tanto tempo. Però, mancano ancora parecchi giorni ai primi stacchi e dobbiamo tenere alta la guardia, soprattutto per quanto riguarda i principali patogeni, che sappiamo quanto possano tornare virulenti nel momento in cui le condizioni tornassero favorevoli”.

Il messaggio è chiaro, occorre massima attenzione, ma rispetto al passato c’è un team tecnico che fornisce una linea d’azione ben definita: “è uno dei traguardi più importanti raggiunti da Unapera, perché ci permette di non commettere più gli stessi errori del passato e, soprattutto, di sfruttare tutto il know how che abbiamo a disposizione per trovare le soluzioni che servono ai nostri produttori”, precisa Nasi.

Ampliando lo sguardo ai concorrenti esteri, le prime stime sembrano giocare a favor dell’Italia: “In giro per l’Europa ci sono state diverse avversità climatiche che hanno minato il potenziale produttivo di Belgio, Olanda, Spagna e Portogallo, mentre nelle nostre latitudini siamo in decisa ripresa, dopo il tonfo dello scorso anno, e questo sta ridando morale ai nostri produttori che arrivano ai punti di scarico della cooperativa con un umore decisamente migliore rispetto a un anno fa”.

“In conclusione, toccando ferro, ci sono tutti i presupposti per una buona campagna pericola che possa finalmente dare respiro ai nostri produttori, ma per tornare ai fasti di un tempo, dove eravamo leader indiscussi a livello europeo, è necessario modernizzare e, allo stesso tempo, mettere a dimora nuovi pereti, e per farlo è indispensabile un sostegno economico concreto da parte delle istituzioni che devono prendere atto di un sistema produttivo che ha fatto quadrato e sta facendo tutto il possibile per tenere a galla una filiera fondamentale per l’ortofrutta italiana”.