L’ortofrutta tra commodity e speciality

Il sapore via privilegiata per superare consumi stazionari

L’ortofrutta tra commodity e speciality

Nell’ambito della seconda edizione di AgriFood Future – evento nazionale dedicato al cibo e alle tecnologie a supporto della filiera – ieri si è tenuto il workshop “L’ortofrutta tra commodity e speciality”, curato da Roberto Della Casa, direttore scientifico del Monitor Ortofrutta di Agroter. Nella cornice della Camera di Commercio di Salerno  sono state presentate le dinamiche del settore ortofrutticolo, nonché le nuove tendenze in atto fra i responsabili acquisto nazionali. 

Lo stato di salute: consumi stazionari
Ci troviamo difronte ad una certa stazionarietà nei consumi di frutta e verdura, determinata anche dall’inesorabile aumento dei prezzi al consumo che, nell’arco di quattro anni, sono cresciuti nell’ordine del 25-30%, ha esordito Della Casa. Tuttavia, dalle ricerche condotte dal Monitor Ortofrutta di Agroter, la realtà pare non essere percepita dagli italiani: nel 2024, infatti, ancora un 35% dei consumatori dichiara di aver aumentato le quantità di frutta e verdura consumate nel corso dell’ultimo anno, a fronte di un 8% che le ha diminuite e un 57% che le ha mantenute costanti. Non è un caso, allora, che oltre il 90% degli italiani si consideri ancora medio-grande consumatore di ortofrutta e che oltre il 70% dei connazionali dichiari di consumare frutta e verdura quotidianamente.

Le tendenze in atto: frequenza di acquisto in diminuzione e scarsa fidelizzazione
Nonostante nel periodo post-pandemia si sia registrato un rinnovato piacere nel fare la spesa con maggiore frequenza, oggi si osserva una riduzione del numero di atti di acquisto di frutta e verdura per settimana. Tuttavia, la categoria mantiene ancora la frequenza di acquisto più elevata negli alimentari, con il 63% degli italiani che dichiara di comprarla più volte durante la settimana e il 13% tutti i giorni. 

Inoltre, sebbene l’ortofrutta sia fidelizzante al punto vendita, si assiste a un cambiamento delle abitudini di acquisto. Sempre più italiani frequentano diversi negozi per trovare la giusta offerta di frutta e verdura. Difatti, il 92% degli intervistati si reca in almeno due insegne per la spesa di frutta e verdura e, fra questi, appena il 22% ne identifica solo un’altra rispetto a quella principale, mentre quasi la metà degli intervistati (46%) si reca in 3 insegne e il 32% in 4 o più. In questo contesto, la fidelizzazione del cliente diventa un tema sempre più importante, ma al tempo stesso complessa da gestire e mantenere.

Altro elemento di tendenza, che comprime lo sviluppo degli acquisti di frutta è verdura, è il carattere razionale delle abitudini di acquisto dei consumatori. Come ci dicono gli italiani, infatti, l’ortofrutta si compra in maniera programmata, mettendo in secondo piano il mero aspetto emozionale dell’acquisto di impulso e complicando così lo sviluppo dei consumi. Se prendiamo l’esempio di meloni e arance, è rispettivamente il 68 e il 62% degli italiani che dichiara di pianificarne il consumo in maniera preventiva.

Palato o salute?
Nel connubio fra palato e salute, l’aspetto emozionale assume una certa rilevanza nel suscitare la soddisfazione dei consumatori e nel promuovere le proprietà salutistiche di frutta e verdura. Tuttavia, c’è una scarsa comunicazione su questo aspetto, come confermano gli stessi italiani. Alla domanda “perché le arance diventano rosse” il 27% non ne sa il motivo, mentre il 41% attribuisce la colorazione a varietà specifiche. Se si comunicasse, invece, che è la presenza di antociani nella polpa che si attivano durante l’escursione termica a determinarne la colorazione rossa, probabilmente si potrebbe avere una migliore risposta al consumo.
 

Indagando fra i motivi di consumo, la domanda sorge spontanea: frutta e verdura si mangia per la soddisfazione al palato che ne genera oppure per avere una dieta sana ed equilibrata a beneficio della salute? Contrariamente a quanto ci si potrebbe immaginare, l’aspetto palatale prevale nettamente sulla salute: è vero per il 64% degli italiani riguardo alle fragole e per il 41% riguardo alle banane. Di conseguenza, un possibile aumento dei consumi potrebbe essere incentivato più dalla garanzia del sapore che dall’aspetto salutistico. 

Convenienza o soddisfazione?
Se confrontiamo il fattore convenienza con la soddisfazione al palato fra i motivi che guidano gli italiani nelle scelte di frutta e verdura, ecco che la bontà di un frutto diviene elemento imprescindibile per più dell’80% dei consumatori, mentre il prezzo sembra far meno leva sulle scelte di acquisto. Si apre quindi uno spazio in cui è possibile alzare il valore dell’offerta di frutta e verdura, per un consumatore che appare meno sensibile al prezzo, a patto di trovare quella soddisfazione al palato che si aspetta.
 

Tuttavia, per i prodotti in cui il sapore è fondamentale, il livello di insoddisfazione rimane ancora elevato. Ce lo confermano i nostri connazionali, in particolare sui pomodori: quasi un terzo ritiene che il sapore e la qualità siano peggiorati negli ultimi anni.