Anche Bill Gates in affanno con l’ortofrutta

Non si tratta di problemi alimentari ma delle attività agricole del magnate americano

Anche Bill Gates in affanno con l’ortofrutta

Nei giorni scorsi i quotidiani hanno enfatizzano le acquisizioni in campo agricolo del genio di Seattle, divenuto in pochi anni “Farmer Bill”, il primo proprietario terriero privato degli Stati Uniti, grazie all’acquisizione di possedimenti per quasi 120.000 ettari in 19 Stati. 

Fonte: Farmaland (1 acro sono circa 0,4 ettari)

Pochi sanno, però, che fra le tante idee progettuali immaginate nell’area dell’agricoltura, oltre alla produzione di patate per le chips di Mc Donald’s che gli sono servite a salire alla ribalta nel mondo del food, il team del fondatore di Microsoft aveva anche immaginato la realizzazione di un polo orticolo fra il Nord della Florida e la Georgia, dove i terreni sciolti sono ottimali per tante verdure e ideali per le carote e le famose cipolle “Vidalia”.

Dopo le prime operazioni di acquisizione, realizzate tramite controllate della cassaforte finanziaria della famiglia Gates, la Cascade Investments LCC, e la Fondazione Bill & Melinda Gates, operazioni che hanno coinvolto anche storici produttori privati del comparto orticolo molto noti in America, l’idea di entrare anche nelle operation del difficile Produce Business per riprodurre un distretto ortofrutticolo come quello di Salinas in California, deve aver mostrato tutte le difficoltà del caso, tanto che Generation Farms, la società di riferimento acquistata  allo scopo nel 2015, è stata poi ceduta alla divisione agricoltura e alimentazione della Dubai Investments, la finanziaria del Governo di Dubai. 

Un conto è il fascino di avere proprietà agricole per oltre 700 milioni di dollari, per diversificare nel Real Estate un patrimonio a 11 zeri, un conto è gestire il business dell’ortofrutta, dove - anche chi ha standardizzato la vita quotidiana dell’intero pianeta con i suoi software - deve aver avuto qualche grattacapo a mettere in ordine processi così legati alla bizze della natura. Poco male per lui - visto che comunque il prezzo dei terreni agricoli negli Stati Uniti è cresciuto del 12,4% nel 2022 - e un piccolo sospiro di sollievo per noi che spesso pensiamo di essere incapaci solo perché non riusciamo a mettere a profitto un business così affascinante. È una soddisfazione da poco ma di questi tempi occorre anche sapersi accontentare.