Kiwi verde, nella seconda fase di stagione l'Italia deve stupire

De Nadai: «Fra novembre e gennaio lasciato il passo alla Grecia»

Kiwi verde, nella seconda fase di stagione l'Italia deve stupire

Per il kiwi siamo oramai giunti al giro di boa della campagna 2023/24, ed abbiamo fatto il punto della situazione con Marco De Nadai, operatore specializzato nel commercio di kiwi sia a livello nazionale sia sui mercati esteri d’oltremare, nonché responsabile del marketing e della comunicazione del Consorzio Kiwi Passion.

“Intanto ad oggi è facile prevedere che la campagna finirà prematuramente: a fine marzo con le spedizioni oltremare, e a maggio per il mercato europeo. Come da previsioni, i volumi contenuti di Nuova Zelanda e Cile hanno consentito ai produttori europei una partenza anticipata con quantitativi di scambio importanti dall’Italia verso tutti i mercati, in primis quelli oltremare e poi quelli continentali - come confermato dai dati import export a ottobre - (clicca qui per approfondire). Sia l’Italia che la Grecia hanno evidenziato una produzione scarsa a livello di volumi totali, a causa di una mediocre impollinazione e un’estate dalle temperature elevate, che ha provocato una pezzatura media dei frutti superiore alla norma.”

La Grecia, pur avendo beneficiato di un clima meno avverso e di molti nuovi impianti che sono entrati in produzione, ha subito un calo importante dei volumi a causa della mancanza di ore di freddo durante l’inverno; questo fenomeno ha causato il dimezzamento del numero di fiori, con il conseguente risultato di pezzature di grandi dimensioni prevalenti (il 70% del raccolto è stato fra il calibro 20 e il calibri 27).”

“La partenza è stata, quindi, contraddistinta da prezzi molto sostenuti per tutte le varietà – prosegue De Nadai – a partire dal prodotto a polpa verde italiano, che sui mercati spuntava quotazioni fra 1,70 e 2,20 euro al chilo per i calibri grossi e fra 1,30 e 1,60 euro al chilo per il prodotto più piccolo. Per quanto riguarda la Grecia le quotazioni iniziali erano più basse di circa 20 centesimi al chilo, rispetto all’Italia, a parità di calibro. 
Fino a ora il prodotto italiano non ha avuto flessioni in termini di valore, mentre in Grecia stiamo assistendo a un apprezzamento dei calibri medio/piccoli – in forte carenza – rispetto alle pezzature più importanti che risentono, al contrario, di un eccesso di offerta.”

Sempre per quanto riguarda il kiwi a polpa verde, De Nadai ci spiega cosa ci si può aspettare, verosimilmente, nella seconda metà della campagna commerciale: “l’Italia dovrà recuperare il terreno perso fra novembre e gennaio rispetto ai grandi volumi spediti dalla Grecia, con la merce stoccata in celle in atmosfera modificata per la lunga conservazione. Senza dubbio una scommessa, forse azzardata, basata su una domanda che si prevede stabile, una produzione cilena apparentemente deficitaria e in ritardo sul calendario di raccolta di circa 10 giorni, ma con la grande incognita della Grecia, che, nonostante i volumi in stock minori rispetto alla scorsa campagna, potrebbe ancora giocare brutti scherzi soprattutto sul fronte delle quotazioni.”

Spostandoci al kiwi a polpa gialla: “si notano ottimi risultati commerciali presso tutti i mercati di destinazione, in particolare modo si evidenzia una domanda crescente nei mercati internazionali extra europei. In merito alle quotazioni sui principali mercati, nella prima metà di campagna commerciale si sono posizionati tra i 2,50 e 2,80 euro al chilo, per toccare oggi punte di 3,30 euro al chilo per le varietà tardive ancora disponibili. In questo caso le previsioni per il proseguo della stagione non mostrano particolari criticità, perché l’Italia non ha competitor che la possano impensierire”.

“Non dimentichiamo, inoltre, - e questo vale tanto per il verde quanto per il giallo – come rispetto alla scorsa stagione, i costi relativi alla logistica (noli, container in particolare), all’energia e all’imballaggio siano rientrati con quotazioni “normali”, garantendo così una maggiore redditività e competitività all'intera filiera nazionale.” 

Ovviamente, non poteva mancare un commento alle nuove varietà emergenti: “continua a crescere l’interesse per le innovazioni, in particolare per i frutti a polpa bi-colore (giallo rossa), mentre continua la ricerca di varietà verdi in alternativa ad Hayward. Numerose novità varietali stanno raggiungendo volumi commerciali significativi, determinando attorno a sé la nascita di aggregazioni commerciali dedicate, analogamente a quanto già sperimentato con il leader di mercato neozelandese. Sicuramente lo sviluppo di varietà club, oltre a favorire una maggiore segmentazione del mercato, contribuirà ad innalzare la qualità media delle produzioni, vista l’attenzione scrupolosa che i vari consorzi di produttori dedicano alla qualità estetica ed organolettica dei propri frutti.”

De Nadai conclude l’intervista rinnovando e confermando le riflessioni fatte nell’articolo di inizio campagna (clicca qui per approfondire) sulla qualità dei kiwi: “nell'ottica di garantire la sostenibilità e il miglioramento di tutto il comparto del kiwi, si rende indispensabile una razionalizzazione della tecnica colturale e di tutte le sue pratiche, ponendo l'accento sull'incremento degli standard produttivi e qualitativi. 
Solo questo approccio consentirà al kiwi italiano di posizionarsi in modo competitivo sul mercato commerciale del futuro al fine di garantire proprietà e qualità organolettiche della frutta che sappiano soddisfare i gusti e le aspettative dei consumatori. In quest’ottica giudico molto favorevolmente lo stimolo e il sostegno che possono dare i vari consorzi di produttori riuniti intorno alle varietà club, in quanto, per loro, la ricerca della qualità è un valore fondamentale su cui fondare il valore di marca.”