Radicchio, nel Veronese prezzi buoni ma produzione bassa

Il bilancio di una stagione fortemente condizionata dal meteo ma premiata dal mercato

Radicchio, nel Veronese prezzi buoni ma produzione bassa

Prezzi buoni, ma produzione bassa. È il bilancio ad oggi della stagione del radicchio nel Veronese, fortemente condizionata dal meteo ma, fortunatamente, premiata dal mercato.
“Il prezzo a cui stiamo vendendo il radicchio è molto buono – spiegano Mohammed Laghrous e Manuel Targon, referenti per il settore di Confagricoltura Verona, titolare dell’azienda Aya Agricoltura di Legnago, tra le maggiori produttrici e commercianti della provincia -. Peccato che ad incidere negativamente sia la produzione bassa, che va dal -20% per quanto riguarda i radicchi a maturazione media al 50% di altre varietà. La causa principale sono state prima le temperature torride estive e poi le piogge incessanti di fine agosto e inizio settembre 2024, che hanno mandato in stress le piante, soprattutto delle varietà tardive. A pesare anche i costi di produzione, aumentati del 30% tra concimazione, piantine e packaging. D’inverno soffriamo anche per la carenza di manodopera, dato che i nostri dipendenti stranieri vanno a casa. E non è facile trovare manovalanza specializzata, necessaria sia per lavorazione in campo tra cernita e pulizia, sia quella in magazzino”.

In provincia, oltre ai radicchi di Verona (che godono anche del marchio Igp), vengono coltivate altre varietà come quelle di Treviso e Chioggia, il variegato, la qualità rosa molto apprezzata dal pubblico gourmet e il pan di zucchero.
“Per quanto riguarda la nostra azienda, in questo momento stiamo raccogliendo i radicchi tondo, semilungo e lungo – spiegano i due imprenditori agricoli -. Andremo avanti fino a metà febbraio: poi metteremo in cella in prodotto, affinché sia disponibile sui mercati ancora in marzo e aprile. In marzo ricominciamo già con le semine, alternandole a quelle di varie orticole estive. A settembre si riparte con il ciclo di vendita. Il prodotto è apprezzato soprattutto nei mesi freddi, che registrano consumi in aumento. Stanno cambiando, però, le richieste di packaging: il sacchettone colmo di un solo tipo di radicchio viene scartato a favore dell’assortimento di radicchi di varietà diverse”, che nella Gdo viene venduto a prezzi importanti. Almeno dieci volte rispetto a quelli pagati ai produttori”.
Le superfici coltivate a radicchio in Veneto, nel 2023, hanno registrato una decisa flessione (-21,6%) secondo i dati di Veneto Agricoltura: 3.650 ettari. Verona è la provincia che perde meno rispetto ad altre come Venezia (-21,1%) e Treviso (-17,6%), fermandosi a – 5,6% e assestandosi a quota 700 ettari. (gc)

Fonte: Ufficio Stampa Confagricoltura Verona