Ceta, il ministro Lollobrigida favorevole all'accordo

Più attendista invece sull'accordo Ue-Mercosur

Ceta, il ministro Lollobrigida favorevole all'accordo

E Ceta fu. Le dichiarazioni rilasciate dal ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare Francesco Lollobrigida - a margine del Consiglio UE su agricoltura e pesca - non lasciano spazio a interpretazioni: “L’Italia è molto pragmatica e ci sono alcuni accordi, come il Ceta, che sono avviati e che stanno sviluppando alcuni elementi a vantaggio delle nostre imprese e produzioni mettendoci in condizione di competere meglio con le produzioni di altri continenti. Per questo, penso, che accordi come questo possano vedere una discussione in Parlamento per metterci nella condizione di arrivare alla sottoscrizione”.  
Al Ministro, oltre, a un commento sul Ceta è stato chiesto un giudizio sull’accordo Ue-Mercosur. Per quest’ultimo, invece, ha espresso un giudizio più prudente: “in questo caso bisognerà esaminare con maggiore attenzione il trattato. A prescindere da tutto, comunque, l’importante è garantire la competitività delle imprese italiane e la qualità delle nostre produzioni”.  

Le dichiarazioni del Ministro, in forza al partito di maggioranza, hanno per certi versi destato stupore fra la stampa generalista, in quanto Fratelli d’Italia è sempre stata molto critica (per usare un eufemismo) sul trattato fra UE e Canada, che - ricordiamo - è attivo in forma provvisoria dal 2017 e che elimina i dazi su circa il 98 per cento degli scambi commerciali, migliora l’accesso al mercato dei servizi e introduce la tutela per le indicazioni geografiche.

Evidentemente al Masaf sono circolati i dati sugli scambi commerciali dei prodotti agroalimentari fra Canada e Italia, con aumenti di oltre l’80% in cinque anni nell’ortofrutta trasformata, del 24% nel comparto bevande, alcolici e aceto, e del 20% in quello dei formaggi (secondo elaborazioni Confagricoltura). 
Tanto per cambiare, l’ortofrutta fresca è l’ultima della classe: esaminando i dati Istat sul commercio estero, possiamo notare come nel 2017 esportavamo in Canada 23,6 milioni di euro di ortofrutta, che sono divenuti 24,4 milioni di euro nel 2022, coni un aumento di solo il 3%, a dimostrazione di come i trattati bilaterali siano certamente importanti, ma poi occorre sfruttarli a dovere. 

Massimiliano Giansanti

Confagricoltura apprezza la decisione del Governo per la ratifica dell'accordo 

Attraverso una nota stampa, Confagricoltura esprime soddisfazione per la decisione del governo di procedere alla ratifica del Ceta, l’accordo tra Unione europea e Canada entrato in vigore in via provvisoria nel settembre del 2017. L’Organizzazione degli imprenditori agricoli ha sempre sostenuto l’intesa, che si è rivelata positiva non solo dal punto di vista commerciale, ma anche nel contesto macroeconomico e politico.

Secondo i dati forniti dalla Commissione europea alla scadenza dei cinque anni dalla firma dell’accordo, ci sono state significative ricadute per l’economia e per i consumatori: gli scambi bilaterali e bidirezionali di merci tra la UE e il Canada sono aumentati del 31% negli ultimi cinque anni, raggiungendo i 60 miliardi di euro. 
Per l’Italia la crescita delle esportazioni verso il Canada è stata del 36,3%, toccando nel 2021 quota 7 miliardi. E il Paese è diventato la nostra decima destinazione al di fuori della UE, con una quota di mercato che è salita da 1,03 a 1,16. Tra le voci più performanti dell’export tricolore figura proprio l’agroalimentare, con aumenti di oltre l’80% in cinque anni nell’ortofrutta trasformata e del 24% nel comparto bevande, alcolici e aceto, e del 20% in quello dei formaggi.

Non solo l’export di beni ha tratto vantaggio dall’accordo, che prevede l’eliminazione della quasi totalità dei dazi sulle merci, l’accesso preferenziale al mercato dei servizi e la collaborazione tra i firmatari per il riconoscimento delle indicazioni di origine protetta (le 41 tutelate dal Ceta coprono il 90%del fatturato annuo dell’export di prodotti a denominazione d’origine), nonché provvedimenti volti a facilitare gli investimenti, la reciproca partecipazione delle imprese alle gare d’appalto pubbliche e la mobilità dei lavoratori. Dal 2018 si sono registrati, infatti, significativi flussi di investimenti italiani diretti in Canada (in media annua, 500 milioni di euro tra il 2018 e il 2021, contro 153 milioni nel periodo 2014-2017).  

“Gli ultimi dati relativi all’accordo Unione europea-Canada dimostrano che l’unica strada perseguibile per rilanciare l’export, in base a principi di reciprocità ed equilibrio tra le parti, è quella dei negoziati bilaterali – commenta il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti -. L’alternativa, in seguito alla difficoltà di intese regolate dalla WTO, finisce per essere quella dei rapporti di forza basati sull’imposizione di dazi e sulle inevitabili misure di ritorsione.”

Nella foto di apertura il ministro Francesco Lollobrigida.