Angurie, in Spagna i prezzi sono già ai minimi storici

Coag denuncia possibili speculazioni

Angurie, in Spagna i prezzi sono già ai minimi storici

In Spagna è allarme speculazione. La campagna delle angurie è appena iniziata, ma i produttori sono già alle prese con prezzi al collasso, ben al di sotto degli attuali costi di produzione e tra i più bassi mai registrati. A denunciare la situazione è il Coag (Coordinamento della Organizzazioni agricole e zootecniche) che chiede con urgenza all’Agenzia per l’Informazione e il Controllo agroalimentare (Aica) di aprire un’indagine.

A riportarlo è la testata spagnola Fruit Today che riporta le parole di Andrés Góngora, segretario provinciale di Coag Almeria. “La situazione è disastrosa. Dall’inizio di maggio il prezzo all’origine si è sempre abbassato raggiungendo l’8 maggio quotazioni ridotte fino al 50% rispetto alla partenza del campagna, vicine ai 15 centesimi il kg e quindi critiche rispetto ai costi di produzione”.

“Ci troviamo di fronte ad un calo dei prezzi che raggiunge i minimi storici ed è molto grave considerando che siamo solo all’inizio della stagione”, continua il segretario, che sottolinea l’urgenza di un intervento per sanare la situazione. “L'Agenzia per l'informazione e il controllo agroalimentare deve aprire un'indagine perché c'è un'alta probabilità che ci troviamo di fronte a pratiche speculative da parte delle grandi catene di distribuzione". La distribuzione moderna è nell’occhio del ciclone, perché secondo Góngora può essere particolarmente interessata a spingere il prezzo verso il basso per fare promozioni all'inizio della campagna.  

La campagna delle angurie in Spagna non parte dunque sotto i migliori auspici considerando che le circostanze sono aggravate da una previsione di riduzione dei volumi rispetto allo scorso anno a causa dell’estrema siccità. Inoltre, il settore è già stato sottoposto ad un brutale aumento dei costi, quindi le quotazioni al ribasso non fanno che peggiorare la situazione.
"L'Aica deve monitorare ciò che sta accadendo lungo la catena di distribuzione. Non può essere che le nostre società commerciali stiano vendendo a fatica e male un prodotto quando la produzione è ancora limitata e non giustificato nemmeno da importazioni da paesi terzi. Anche questo è stato in passato un problema ma non è corretto. Sappiamo – conclude Andrés Góngora - che arrivano prodotti provenienti da paesi terzi, ma questa non può essere sempre la scusa per abbassare i prezzi e affondare gli agricoltori. Speriamo che la campagna cambi rotta al più presto”.