Torna la piaga del colpo di fuoco batterico

In pericolo mele e pere nel Nord Italia

Torna la piaga del colpo di fuoco batterico

Il colpo di Fuoco batterico (Erwinia amylovora) torna a minacciare i produttori di pomacee del Nord Italia, come dimostrano le diverse segnalazioni che ci sono giunte dal mondo produttivo, a conferma di come sia in atto una pericolosa recrudescenza del patogeno, che a metà degli anni ’90 mise a serio rischio la pericoltura negli areali settentrionali della nostra Penisola. 

Per avere un quadro dettagliato della situazione abbiamo contattato Luca Casoli, Direttore presso il Consorzio Fitosanitario Provinciale di Modena: “Effettivamente stiamo rilevando un aumento delle infezioni provocate da Erwinia amylovora, rispetto agli altri anni, in tutti gli areali di produzione di pero e melo. Chiaramente il batterio è stato favorito dalla primavera particolarmente umida e dalla presenza di seconde fioriture che ne favoriscono la diffusione. 

In particolare, i casi più gravi si registrano nei frutteti colpiti da forti grandinate, poiché le ferite subite dalla pianta sono un punto d’entrata per il patogeno, e fra quelle varietà particolarmente sensibili al batterio come, ad esempio, la pera Santa Maria. Il pero è senza dubbio la coltura che desta più preoccupazione per la potenziale rapidità di diffusione e progressione dei sintomi che possono compromettere interamente la pianta se non si interviene tempestivamente con la rimonda delle parti infette e l’estirpo delle piante gravemente interessate."

“Da notare, inoltre, come siano in aumento le infezioni a carico del melo, in particolare per le varietà Gala, Fuji e Rosy Glow. Anche in questo caso occorre prestare la massima attenzione adottando tutte le misure di prevenzione e di contenimento, anche se rispetto al pero si osserva frequentemente un decorso della malattia più lento.”
L’esperto evidenzia come dopo le infezioni primaverili occorrerà porre particolare attenzione al periodo autunnale: “solitamente durante il periodo estivo le contenute precipitazioni e le temperature alte si traducono in un generale calo del rischio infettivo ed un temporaneo rallentamento della progressione dei sintomi di Erwinia amylovora, che si possono ripresentare nei mesi autunnali quando le condizioni ambientali tornano favorevoli e che non sono da sottovalutare perché rappresentano la prima fonte di inoculo per l’anno successivo”.

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