Mercati all’ingrosso, arriva la mazzata dei canoni di concessione

Ecco il punto da Torino, Firenze e Pescara

Mercati all’ingrosso, arriva la mazzata dei canoni di concessione

Il mondo dei mercati all’ingrosso nazionali non sta vivendo un momento felice, d’altronde - come tutto il comparto ortofrutta - si trova ad affrontare la sfida del calo dei consumi e dell’innalzamento dei costi. In questo contesto, poi, le strutture mercatali sono in fermento per la “battaglia” intestina che anima i mercati sul cambio dell'orario: l'epocale passaggio da notturno a diurno. Ma in queste settimane vi è una nuova questione imminente, che per un po' distoglierà lo sguardo dal cambio della sveglia, e che riguarda l’aumento dei canoni di concessione degli stand.

È una situazione che sta interessando quasi tutte le strutture dello Stivale e che interessa la gran parte dei grossisti, che sono chiamati a fronteggiare un momento già delicato e chiedono, a gran voce, il supporto degli enti gestori in questione.
Da Torino ci descrive la situazione Stefano Cavaglià, presidente APGO- Fedagro Torino. “Veniamo da mesi difficili, dove le vendite non decollavano, il prodotto scarseggiava e quindi i prezzi non hanno aiutato. Le nostre aziende hanno sopportato incrementi di costo considerevoli a 360 gradi: dall’energia elettrica, al trasporto, agli imballaggi e adesso dobbiamo fronteggiare anche un importante adeguamento dei canoni. L’aumento che ci è stato applicato da dicembre è dell’8% circa sul canone annuo di locazione degli stand”.

“I grossisti hanno patito questa fase, quindi, pur comprendendo le ragioni contrattuali e gli incrementi di costo che anche l’ente gestore può aver subito, sarebbe stato apprezzabile se non avesse applicato o applicato soltanto parzialmente l’aggiornamento del canone secondo la variazione dell’indice Istat", prosegue il presidente. "Tuttavia, ad onor del vero, dal tavolo tecnico di confronto con l’ente gestore CAAT si è ottenuto un segnale di sostegno da parte della società agli operatori grossisti insediati, in particolare l’eliminazione delle tessere d’ingresso con autovettura per i locatari di stand di vendita nella galleria commerciale come misura permanente. Inoltre, è stata prevista una ulteriore promozione, in via transitoria, consistente in un voucher spendibile dai grossisti per acquistare tessere di ingresso con autovetture per i loro dipendenti. Abbiamo passato mesi brutti ma con la nuova stagione si spera in una ventata di aria nuova che incrementi le vendite”.

Tra i volti noti del mondo dell'ingrosso italiano che testimoniano a IFN le dinamiche attuali, c’è anche il presidente di Fedagro Firenze, Aurelio Baccini. “L’aumento dei canoni è generalizzato per buona parte delle realtà nazionali. Approfondendo la questione del mercato di Firenze – possiamo dire – che nel 2022 l’ente gestore ci ha permesso di rinegoziare il canone nel mese di aprile. Ma, adesso, non possiamo fare altro che accettare l’adeguamento Istat dei canoni di concessione dei moduli”.

Si tratta di cifre non indifferenti per i grossisti di Firenze. “L’aumento previsto è dell’11,8%" puntualizza Baccini. "Consideriamo che per singolo modulo l’aumento previsto sarà di circa 3.500 euro annui. Dobbiamo constatare che questi aumenti arrivano in un momento non certo brillante, dove tra calo dei consumi e dinamiche di mercato, come la crisi degli ortaggi, la situazione è diventata spinosa, per rimanere in tema”.

Anche a Pescara la situazione non è differente. “Non abbiamo avuto ascolto dall’ente gestore - dichiara Piero Galasso, presidente Fedagro Pescara – anche quando i prezzi degli affitti generici erano in calo, noi non abbiamo avuto alcun tipo di agevolazione. Anzi possiamo affermare che è dal lontano 2004 che si registrano adeguamenti. Da anni, noi grossisti, ci battiamo per avere delle riduzioni e con la crisi questa situazione è diventata di primaria importanza. L’ulteriore incremento, frutto dell’adeguamento è del 2-3%”. Un singolo box costa sui 15 mila euro all’anno ma contemplando i costi di gestione si arriva a 22 mila euro a stagione e quasi tutte le aziende hanno più di un modulo”.
“Ci auguriamo che, con il tempo, la struttura diventi un patrimonio della Regione Abruzzo – precisa il presidente – per tutelare maggiormente le aziende operanti all’interno del mercato”.