L’IA salverà l’ortofrutta?

Oppure la emarginerà ancor più nella nostra dieta?

L’IA salverà l’ortofrutta?

I dati, anzi i database, ovvero le raccolte organizzate e informatizzate di informazioni, saranno uno dei fattori critici di successo nello sviluppo dei vari comparti economici in prospettiva, poiché costituiscono la chiave di accesso per poter utilizzare in modo proficuo l’Intelligenza Artificiale.

Si calcola, infatti, che nell’ultimo anno siano stati prodotti nel nostro pianeta oltre 100mila miliardi di gigabyte; provando a scrivere la cifra in byte utilizzando tutti gli zero necessari, questo sarebbe il risultato: 100.000.000.000.000.000.000.000, un numero non dominabile e, per questo, inquietante. Ancor più inquietante è che gli esperti stimino che, anche attraverso i 150 miliardi di dispositivi elettronici di cui disporremo fra 5 anni, il  cosiddetto “tempo di raddoppio” delle informazioni prodotte fino a quel momento in tutta la nostra storia precedente, sarà di poco più di una mezza giornata, proprio grazie a una connettività elevata alla quarta potenza: poiché gli uomini comunicheranno con gli uomini, ma anche con le macchine e viceversa, mentre le macchine comunicheranno anche fra di loro.

È in questo incredibile e indefinibile scenario che si colloca l’Intelligenza Artificiale, la definizione di uno strumento che oggi spesso è confuso, poiché mal compreso, con altre strumentazioni più datate e meno sofisticate che vengono spacciate per IA, ma che - in ogni caso - stanno andando realmente a permeare tutta la nostra vita: dalle faccende domestiche, con la domotica, alla sanità, grazie alla diagnostica, fino alle nostre attività professionali, anche per quelli che lavorano nel mondo dell’ortofrutta, come vi abbiamo di recente raccontato (per i dettagli clicca qui ).

Per semplificare al massimo, il motore dell’Intelligenza Artificiale è costituito da un insieme di algoritmi, in taluni casi addirittura strutturati in reti multilivello che cercano di “simulare” in modo semplificato il funzionamento dei nostri neuroni, ma il carburante sono i dati. Sempre semplificando, l’IA oggi al centro dei maggiori investimenti per lo sviluppo è quella cosiddetta “Generale Generativa”, ovvero quella che dovrebbe affiancare il nostro cervello nel prendere decisioni complesse. La sua progressione è legata non solo agli algoritmi ma anche alla quantità e qualità dei dati disponibili.

Come abbiamo visto, in generale, i dati non mancano ma vale anche per l’ortofrutta? Qui, per la verità, soprattutto nel nostro paese, ci sono diverse criticità: a partire dai dati di vendita dei negozi, per arrivare alle “quote di voce” nella pubblicità in ambito dell’alimentare e concludere con il posizionamento nei suggerimenti per le nostre diete. Un risultato palese di questa situazione è che ChatGPT non colloca Melinda come marca di ortofrutta più nota nel nostro paese. Fin qui il danno è modesto, è un’informazione da addetti ai lavori, ma se al posto dell’ortofrutta ci fossero prodotti industriali, cosiddetti funzionali, nelle diete consigliate per un bambino, allora il problema sarebbe certo più importante e grave, poiché contribuirebbe a deprimere ulteriormente i consumi.

Per cercare di approfondire il tema e comprendere in dettaglio opportunità e minacce, il Monitor Ortofrutta di Agroter ha predisposto una ricerca esclusiva su questo tema che verrà presentata durante lo Speciale Frutta & Verdura 2024, in scena il prossimo 27 novembre al Centro Congresso di Grand Tour Italia a Bologna. Da non perdere (per maggiori informazioni clicca qui).