Gdo: la “sagra dell’errore” al cambio di stagione

Gli ultimi store check ci restituiscono sviste di ogni tipo

Gdo: la “sagra dell’errore” al cambio di stagione

Prodotti a lunga scadenza inseriti nel murale refrigerato, cartellini segnaprezzo che riportano varietà inesistenti oppure non presenti, Dop e IGP dal Sud America, articoli di scarsa qualità (per usare un eufemismo) venduti a caro prezzo o frutti da destinare ai rifiuti organici proposti come offerta imperdibile. Mi fermo qui, ma l’elenco di questa “galleria degli errori” che abbiamo trovato durante gli ultimi store check in Gdo potrebbe essere ben più lungo.

Lungi da me gettare la croce su una catena piuttosto che un’altra, perché non sarebbe costruttivo e comunque di errori più o meno gravi ne abbiamo trovati un po’ ovunque.
Cercando di spezzare una lancia in favore della Gdo, possiamo ascrivere questa “defaillance” al passaggio dalla stagione estiva a quella autunnale. Infatti, la gestione degli assortimenti in questo periodo risulta complessa, con prodotti estivi che devono lasciare spazio a quelli autunnali, come le uve, protagoniste in questo periodo, poiché occupano gran parte dello spazio espositivo, ma anche con campagne in conclusione e prodotti che spesso e volentieri mostrano problemi di tenuta.

Tuttavia, la scarsa prontezza nell'adeguare i display espositivi può portare a conseguenze negative. Ad esempio, angurie e meloni, ormai a fine stagione, continuano a essere esposti in grandi quantità nonostante la scarsa domanda, dovuta anche alle condizioni climatiche in deciso peggioramento rispetto allo scorso anno. Questo provoca sprechi, in quanto frutta troppo matura o di bassa qualità finisce per essere invenduta. Lo stesso problema lo abbiamo riscontrato nelle albicocche, anch'esse a fine ciclo, presentate in condizioni poco appetibili, ma vendute a “prezzo pieno”. Questi errori non solo non contribuiscono alle vendite, ma danneggiano l'immagine complessiva del reparto (e del negozio), dando ai clienti un'impressione di trascuratezza. 

Certamente, l’andamento meteorologico delle ultime settimane non ha aiutato, perché ci sono stati continui capovolgimenti nelle temperature, in particolare al Nord. Comunque, la maggior parte degli errori non sono giustificabili dal meteo, come ad esempio la brillante idea di inserire all’interno del murale refrigerato dei vasetti di crema di frutta secca (con una scadenza di 18 mesi). Idem con patate per quanto riguarda la comunicazione, spesso carente, dove potremmo scrivere un trattato, perché errori più o meno gravi li troviamo a ogni rilevazione, a prescindere dal mese. Quindi, errori nei prezzi, descrizioni mancanti o errate, diciture sbagliate, sono situazioni frequenti. Anche la gestione dei porta-prezzi nei banchi refrigerati, spesso non aggiornati a causa dei frequenti cambi di display, lascia molto a desiderare.
 

In questo contesto, la mancanza di formazione del personale diventa palese. Il cambio generazionale e l'accelerazione tecnologica richiedono personale preparato, ma le insegne, pur consapevoli della necessità di formazione, sembrano non investire abbastanza sul tema. Il rischio è che, senza un'adeguata preparazione, gli errori gestionali non solo si ripetano ma aumentino, con un impatto negativo sulle vendite e sulla fidelizzazione del cliente.
Infine, l'illusione che l'intelligenza artificiale potrà risolvere tutti i problemi del settore sembra diffusa, ma è importante ricordare che il capitale umano, formato e motivato, resta fondamentale per una gestione efficiente e competitiva.

Ha collaborato Fabrizio Pattuelli