Ecco chi ha favorito l'autunno caldo

Importante crescita per pesche e nettarine. Male l'uva: i dati

Ecco chi ha favorito l'autunno caldo

A settembre il reparto ortofrutta della Gdo torna nel baratro, con i consumi ancora sottozero (-5,5%) ed il risultato a livello di vendite (+2,5%) che deriva ancora dai forti effetti inflattivi: si attesta, infatti, una crescita del mix prezzi di 8 punti, che diventano 13 se consideriamo solo la verdura.

La frutta è la macrocategoria che più di tutte è responsabile di questa flessione dei volumi, ma in testa alla classifica dei prodotti che sviluppano più fatturato troviamo una categoria che cresce quasi in doppia cifra. Parliamo di pesche e nettarine, che nel nono mese del 2022 sfoggia numeri di tutto rispetto: +2,5% a valore e +9,7% a volume. Complice, sicuramente, un meteo molto favorevole unito a una discreta campagna di fine stagione, con prodotto di qualità ed una buona disponibilità e, di conseguenza, prezzi più abbordabili dell’anno precedente (si rileva una flessione del mix prezzi di oltre 7 punti, in un periodo in cui, invece, i prezzi tendono a salire quasi tutti). Di conseguenza, buona parte delle insegne, in questo mese, dedicava ancora molto spazio a negozio, ed in aree in prima battuta, ad una categoria che - in teoria - a fine stagione vede ridimensionare i propri assortimenti e spazi. Quindi, buona campagna per pesche e nettarine sia in fase finale, ma anche nel complesso (nei prossimi giorni seguirà un’analisi del reparto sul progressivo da gennaio).

Quello che non ha funzionato, purtroppo, è l’insieme di tutti gli altri prodotti, in primis l’uva. Questa categoria solitamente esplode a settembre, sia a livello di assortimenti che numeriche, ma nel 2022 i consumi segnano un pietoso -17,2%. In effetti, sempre osservando diversi negozi, il prodotto - principalmente quello sfuso con i semi - non si presentava perfetto, con tanti difetti e una tenuta che sicuramente non invogliava all’acquisto.

Scendendo la classifica, solo segni meno a livello di volumi. A parte banane e mele che, come trend, sono poco sotto il -1%, le altre categorie perdono diversi punti percentuale, in particolare i kiwi (-12,5% a volume) e prugne e susine (-11,4%), altra categoria in crisi a livello di vendite nel mese. Nelle pere, invece, si rileva un timido segno più (+0,5%), ma se consideriamo la campagna disastrosa appena conclusa, un trend del genere non è di certo un buon auspicio.

Passando alle verdure, è chiaro come i fortissimi effetti inflattivi abbiano avuto conseguenze negative sui consumi, anche se in tre categorie tra le prime dieci, si rilevano consumi positivi (patate +1,9%, cipolle +1,7% e carote +5,6%). Le zucchine, tra i prodotti più venduti, sono quelle che mostrano la perdita di consumi più marcata (-12,7%). Da notare come tra i primi dieci prodotti non compaiano i finocchi, una categoria abbastanza importante in questo mese. Tuttavia, la forte flessione dei volumi (-20%, la più marcate tra le verdure) ha trascinato verso il basso questo prodotto anche a livello di fatturato sviluppato, nonostante il forte aumento dei prezzi.

Si chiude l’analisi con l’insieme dei prodotti servizio. IV-V Gamma non eccellono a settembre (pareggio a volume con debole crescita a valore). Da notare come anche in questa categoria si cominci a rilevare l’aumento del mix prezzi rispetto all’anno precedente, anche se solo di 1,5 punti. Tra le famiglie di prodotto, flettono le insalate mono (-3,3%) e la frutta (-13,4%). Del resto, trend positivi sia a volume che a valore.