Baby leaf, prove di rilancio

Facciamo il punto con l’azienda veneta Corradi

Baby leaf, prove di rilancio

Le baby leaf, dopo la frenata delle ultime stagioni, stanno riprendendo quota. Traspare fiducia dalle parole dell’agronomo Matteo Rossato dell’azienda agricola Corradi che, a Marcon, in provincia di Venezia, si sviluppa su 25 ettari di serre e 40 a pieno campo dedicate alla produzione di ortaggi a foglia per la IV Gamma. L’impresa opera però anche in altri areali, come la Basilicata, dove ha 60 ettari coltivati tra serre e pieno campo. 

Dopo la frenata del 2020, dettata dagli effetti della pandemia sul mercato delle insalate pronte al consumo - afferma l’agronomo - il mercato è in ripresa. Ovviamente dobbiamo fare i conti con le nuove sfide che in questo 2022 sono piombate nella nostra quotidianità: dall’aumento dei costi di produzione all’innalzamento delle temperature che influenzato i cicli produttivi. Soprattutto il radicchio variegato di Castelfranco IGP ha risentito del grande caldo di questo autunno”.

Proprio il radicchio sta vivendo un periodo sottotono. Il caldo ha alterato il ciclo del variegato, tra i prodotti di punta dell’azienda veneta. “Le temperature alte per periodi prolungati – spiega Rossato – hanno ridotto la durata del ciclo colturale anche di 3-5 settimane in base alle varietà. Questo comporta un accumulo di prodotto e un’offerta eccessiva. Per la prossima stagione prevediamo di rimodulare le epoche di trapianto e le varietà del radicchio per gestire meglio i quantitativi e l’offerta”.

Il grande caldo ha creato meno problemi alle insalate del tipo baby leaf: le foglioline vengono conferite ad OrtoRomi, di cui la famiglia Pelosin è stata tra i soci fondatori. “Hanno cicli molto rapidi, circa 20 giorni dalla semina alla raccolta” – spiega il professionista. Ci sono però stati problemi su valeriana baby leaf, con accumulo di prodotto soprattutto nel mese di ottobre.  Ora dobbiamo monitorare i cicli di dicembre e gennaio che sono più prolungati e comprendere se c’è qualche variazione”.

La coltivazione delle baby leaf risente anche degli aumenti del costo dei mezzi tecnici e, soprattutto, del gasolio. “Tutte le voci di costo sono cresciute – conclude Rossato –; i fertilizzati azotati sono raddoppiati e il rincaro del gasolio agricolo è dell'ordine dell'80%”.