Cinque millimetri che non fanno la differenza

Calibri più piccoli della norma non devono compromettere la stagione delle pere

Cinque millimetri che non fanno la differenza
In queste settimane abbiamo verificato notevole tensione fra produttori e distributori sul tema calibri delle varietà estive di pere e, in prospetta, questo si ripeterà per Williams e Abate Fetel. L’assunto dei distributori è che il consumatore italiano gradisce frutta di grande calibro, pere incluse; per cui il 65-70 deve essere il cuore dell’offerta. Dall’altre parte i produttori stanno verificando che, a seguito dell’andamento climatico siccitoso di questa estate, la quota preponderante su molte varietà sarà il calibro 60-65. Se la filiera non terrà conto di questa situazione nell’impostare la proposta commerciale al consumo si rischia un disastro che i produttori non si possono permettere e ai distributori certo non conviene.



Le ragioni di questa funesta previsione sono presto dette: la poca offerta sui calibri maggiori rispetto alla domanda farà lievitare il prezzo alla produzione prima e al consumo immediatamente dopo, rendendo difficile la vendita nelle condizioni economiche e sociali attuali. Al contempo, la scarsa domanda di pere di piccolo calibro farà crollare il prezzo alla produzione, svalorizzando così il prodotto al consumo e – soprattutto – deprimendo in modo insostenibile il ricavo per ettaro dei produttori perché i prezzi alti dei grandi calibri su piccole quantità non compenseranno quelli bassi sulle grandi quantità di prodotto piccolo.



Destino segnato, dunque? Non necessariamente se l’assunto di partenza potesse essere messo in discussione, almeno nell’effetto sul processo d’acquisto. Cerco di esemplificare. L’attuale 500 è una piccola automobile? Credo che nessuno contesterà questa affermazione anche se è lunga il 20% in più di quella che si produceva negli anni ’60: ben 60 centimetri sui tre metri della versione precedente. Dunque la dimensione è percepita come fatto relativo dalle persone: le auto sono diventate più grandi in senso assoluto e, dunque, la 500 pur essendo molto più grande rispetto a quella del passato rimane piccola. Inoltre, nessuno di voi sapeva la lunghezza esatta della 500 ma questo non vi impediva di classificarla come piccola auto. Altrettanto accade per la frutta; le persone distinguono frutti piccoli e frutti grandi al confronto ma ignorano che sono calibrati in classi con un range di 5 millimetri. Solo il 14% degli italiani sa cosa significa 80-85 nel cartellino esplicativo delle mele senza che questo impedisca loro di classificarle come mele grandi perché le paragonano a quelle di calibro 60-65, che sono relativamente "piccole". In assenza di quelle 80-85 anche quelle 75-80 risultano comunque "grandi". Grande e piccolo sono cioè concetti relativi e non assoluti.



Partendo da questa constatazione, sarebbe auspicabile che produttori e distributori convenissero di modificare l’assetto dell’offerta di pere per questa campagna commerciale, riducendo di un calibro il posizionamento della maggior parte delle referenze al consumo al fine di riposizionare il percepito relativo del consumatore sulla categoria. Questo permetterà di valorizzare il prodotto di piccolo calibro consentendo al contempo un miglior apprezzamento delle piccole quantità disponibili dei calibri maggiori. Un vantaggio per tutti, consumatori inclusi, a cui sarebbe stupido rinunciare.

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