Attualità
Agricoltura italiana compatta sul futuro della PAC
“No al fondo unico, servono risorse, aggregazione e reciprocità”

Il mondo agricolo italiano si presenta compatto davanti al Commissario europeo all’Agricoltura, Christophe Hansen, in occasione dell’incontro promosso dal Ministero dell’Agricoltura nell’ambito dell’evento “Agricoltura È”. Da Confcooperative Fedagripesca a Coldiretti, da Cia a Confagricoltura, il messaggio è chiaro: difendere l’autonomia della PAC, rafforzare la competitività del comparto, sostenere l’aggregazione e garantire regole di reciprocità nei mercati globali.
Confcooperative Fedagripesca: “Contro i dazi, l’unione fa la forza”
«Di fronte alla minaccia dei dazi annunciati dagli Stati Uniti, l’unica risposta possibile è rafforzare l’aggregazione tra imprese agricole», ha affermato Raffaele Drei, presidente di Fedagripesca Confcooperative. «Solo unendo le forze si può affrontare l’incertezza dei mercati globali. La cooperazione ha già tracciato una strada virtuosa, che ora va sostenuta con norme e risorse adeguate nella futura PAC».
Drei ha chiesto alla Commissione Ue un impegno concreto per promuovere l’aggregazione come modello di resilienza e sviluppo, capace di superare la frammentazione aziendale e valorizzare investimenti, innovazione e servizi condivisi. «L’aggregazione – ha aggiunto – è anche coesione sociale e leva di pace, come ricordato dal Presidente Mattarella. È tempo che la politica europea e nazionale adottino con coraggio gli orientamenti della nuova visione per l’agricoltura, andando oltre la visione ideologica del passato».
Coldiretti: “No alla fusione con i fondi di coesione. Serve trasparenza e tutela”
Una linea condivisa anche da Coldiretti, che attraverso il presidente Ettore Prandini ha ribadito il no a un fondo unico europeo: «Servono certezze. Le risorse per l’agricoltura vanno potenziate, non diluite. Gli Stati Uniti investono nel settore quattro volte più dell’Europa: non possiamo restare indietro».
Coldiretti ha anche rilanciato la battaglia per la reciprocità nelle regole commerciali e per l’etichettatura d’origine obbligatoria. «Abbiamo firmato un’intesa con la National Farmers Union americana e scritto ai presidenti Trump e Von der Leyen per evitare nuovi dazi», ha spiegato Prandini. «Siamo pronti a difendere la trasparenza, la sovranità alimentare e la Dieta Mediterranea. La PAC deve restare al servizio dei veri agricoltori, non diventare uno strumento indistinto».
Cia: “Cambio di rotta positivo, ora chiarezza sul bilancio”
Più moderata ma altrettanto determinata la posizione della Cia – Agricoltori Italiani. Il presidente Cristiano Fini ha espresso apprezzamento per il nuovo approccio del Commissario Hansen, che abbandona i toni punitivi del Green Deal per restituire centralità alla redditività agricola.
«Innovazione, competitività e semplificazione burocratica devono diventare le priorità della PAC – ha dichiarato Fini – senza dimenticare la sostenibilità e l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050». Tra le richieste di Cia: strumenti di gestione del rischio tramite la Bei, razionalizzazione degli ecoschemi, sostegno mirato alle piccole imprese agricole e investimenti infrastrutturali nelle aree rurali.
«Ora servono chiarezza e risorse concrete – ha concluso – e un ruolo forte per l’Italia nella revisione del Quadro finanziario pluriennale».
Confagricoltura: “Innovazione e produttività per affrontare il futuro”
A chiudere il confronto, l’intervento di Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, che ha sottolineato il valore della nuova visione Ue, in particolare sulla produttività e sulla necessità di rendere accessibili agli agricoltori tecnologie, ricerca e strumenti digitali.
«Serve una PAC vera, autonoma, che torni allo spirito originario dei Trattati di Roma – ha detto Giansanti – e garantisca sviluppo, stabilità e prezzi equi per i consumatori. Diciamo no al fondo unico europeo e sì a un’agricoltura protagonista nella sicurezza alimentare del continente».
Confagricoltura chiede un bilancio ambizioso, una maggiore certificazione della qualità delle filiere e un sistema che non lasci indietro nessuna azienda. «L’accesso al mercato è sempre più difficile – ha concluso – ed è il momento di investire sul potenziale dell’agricoltura italiana come motore di competitività e coesione». (aa)
Fonte: Confcooperative Fedagripesca, Coldiretti, Cia e Confagricoltura
