Se l’ortofrutta cresce il Parmigiano vola

Per questo non bisogna accontentarsi e si deve puntare in alto

Se l’ortofrutta cresce il Parmigiano vola
Più otto per cento a quantità sul mercato interno, il prezzo alla produzione che a fine 2020 ha sfiorato i dieci euro contro i 7,5 di inizio anno, l'export a volume su di 12 punti, questi sono i numeri sensazionali nell’anno del Covid per il Parmigiano Reggiano; performance che il presidente del Consorzio Nicola Bertinelli ha sciorinato al TG5 alla fine della scorsa settimana. Performance che ridimensionano un po’ i risultati della nostra ortofrutta, che pure è uscita dal 2020 con il segno più, ma “solo”, si per fa dire, con un 4% a volume e, per di più, con un secondo semestre a tratti in segno negativo (clicca qui per approfondire), proprio quando il re dei formaggi ha viceversa accelerato con decisione, sia a volume che a valore.



Frutta e verdura, insieme ai formaggi, sono i prodotti alla base della nostra alimentazione, per cui che i consumi domestici siano cresciuti mentre siamo confinati in casa non fa una piega, ma perché i formaggi duri di qualità, Parmigiano Reggiano in testa, hanno conquistato le tavole degli italiani, non solo durante il primo lockdown – quando la conservabilità li ha certo premiati per via della corsa agli accaparramenti - ma anche e soprattutto nel secondo semestre, quando una “nuova normalità” ha invece solo ridotto le possibilità di mangiare fuori casa?



Le ragioni sono molteplici ma di sicuro un elemento emerge su tutti. L’incremento medio di circa 6 occasioni di consumo domestico a settimana nel corso del 2020 - come emerge dalle ricerche sul comportamento di consumo - ha infatti offerto la possibilità ai consumatori italiani di decidere nei negozi quale formaggio comprare per utilizzarlo nelle preparazioni alimentari o, anche solo, per mangiarlo tal quale, mentre nella maggior parte dei casi questa scelta non è possibile nel fuori casa, dove la scelta è fatta dal ristoratore, di solito più incline a premiare la convenienza rispetto all’alta qualità.

Viceversa, potendo scegliere fra l’offerta presente sugli scaffali, i consumatori hanno premiato il re dei formaggi, cresciuto più del mercato in complesso, a testimonianza che le scelte di qualità nell’alimentare sono una delle poche opzioni favorevoli portate dalla pandemia fra consumatori che, spaventati e insicuri, si sono rifugiati nel cibo in attesa di tempi migliori. Uno stimolo certo anche per l’ortofrutta a qualificare senza timore la propria offerta e a non rifugiarsi nel prezzo basso a ogni costo, come ricetta vincente per questa situazione.

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