Dal campo
Tutti i numeri di castagne e marroni
Ecco come è posizionata l’Italia: produzione, import ed export
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Aumenta a livello globale la produzione e il consumo di castagne e marroni. Nel 2021 Sono state 2,2 milioni le tonnellate prodotte destinate al mercato del fresco con una crescita che in 10 anni è stata del 12%. Questi i dati presentati da CSO Italy durante il XVII Incontro-Dibattito sul Castagno.
La Cina è leader del mercato con il 78% delle quantità prodotte pari ad oltre 1,7 milioni di tonnellate, segue a lunga distanza la Spagna con l’8% dei volumi mondiali, che registra una produzione nell’ordine di 187 mila tonnellate. L’Italia si posiziona al quinto posto con il 2% del raccolto globale.
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Il dato Istat per il nostro Paese evidenzia una produzione stimata per il 2021 di circa 46.400 tonnellate, coltivate su una superficie di circa 37.000 ettari. La coltivazione del castagno in Italia si concentra al Sud, in Campania 41% delle superfici in produzione, seguita da Calabria 19%, Lazio 11%, Toscana 8%, Piemonte 7% ed Emilia-Romagna 6%: sei regioni che unitamente ricoprono il 92% delle superfici attualmente in produzione nel nostro Paese.
L’Italia si conferma - come emerge dai dati CSO - un affidabile esportatore con volumi compresi fra le 13 e le 15 mila tonnellate, l’import frena rispetto a soli 5 anni fa del 12%, quando mediamente le quantità ricevute dall’estero erano di circa 31.600 tonnellate, contro le attuali 27.700 tonnellate. Il cliente che importa più prodotto italiano è la Germania con 2.908 tonnellate nel 2021, dei paesi Extra UE il primo Paese di destinazione è la Svizzera con 2.836 tonnellate pari al 21% dei volumi totali esportati dall’Italia.
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Importanti evoluzioni sul fronte dell’import: la Turchia è diventato il nostro canale preferenziale a discapito della Spagna. Introduciamo nei confini nazionali circa 8.000 tonnellate di castagne e marroni turche, dalla Spagna prendiamo circa 2.600 tonnellate, quantità decisamente ridimensionate rispetto ai picchi di oltre 12.000 tonnellate del 2016. Da sottolineare l’importanza del Cile che in un decennio è passato da 0 ad oltre 2.000 tonnellate di prodotto importate in Italia.
E’ il consumo domestico che esalta castagne e marroni. Queste referenze rompono lo schema della crisi della frutta secca: infatti, per questi articoli il volume acquistato in soli 5 anni è passato da circa 13.500 tonnellate del 2017 alle 16.200 tonnellate del 2021, il +20% delle quantità. Questo incremento è dovuto anche alla diminuzione dei prezzi: se nel periodo 2017-2019 occorrevano mediamente 5,22€ per portare a casa un chilogrammo di prodotto, nel 2020-21 l’importo è sceso a 4,77€/kg consentendo di diventare un prodotto più popolare.
Il Centro-Sud della penisola si conferma il più ghiotto di castagne dove nel corso del 2021 è stato acquistato il 60% dei volumi nazionali per il consumo fresco e domestico. Ci sono però anche altri territori in Italia che stanno aumentando il consumo di castagne e marroni ed è il caso del Nord Est dove negli ultimi anni la crescita è decisa e costante. Aumenta anche l’indice di penetrazione nel Nord Est che nel 2021 è rilevato pari al 28%. Nei comprensori del Centro e Sud dove questo indicatore è più elevato (30%) è però in atto un arresto se non una decrescita. L’indice di penetrazione ci riporta che solamente il 27% delle famiglie italiane le ha aggiunte alla propria spesa almeno in un’occasione. I margini di crescita sono dunque ancora piuttosto ampi.
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Il prodotto a peso imposto aumenta, mentre lo sfuso perde quota, come racconta CSO Italy, e la confezione da un chilo è quella che va per la maggiore, nonostante il prezzo dello sfuso sia più basso: 4,23 €/Kg contro i 5,29 €/kg del peso imposto. Non è un prodotto per giovani verrebbe da dire, infatti i principali acquirenti sono consumatori con età uguale o superiore a 65 anni, ma è opportuno ricordare che questa fascia d’età è anche la più popolosa nel nostro Paese.
Venendo all’attuale campagna ottobre frena l’inizio sprint della stagione. Il volume acquistato a settembre è stato pari a 5.550 tonnellate, più del doppio su base annua, ma ottobre ha invece segnato il -25% sullo stesso mese del 2021. Nel bimestre settembre-ottobre 2021 erano state acquistate circa 6.770 tonnellate, mentre in questo 2022 siamo fermi a 5.600 tonnellate.
L’inizio accelerato del consumo a settembre, quando il clima era tutt’altro che autunnale, ci porta ad affermare che l’acquisto di castagne e marroni sia in parte svincolato dal clima, bensì sia molto più assoggettato alla voglia di primizia.
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