Dal campo
"Marcia stop ai pesticidi": il WWF chiama a raccolta
Adunata in Trentino-Alto Adige e Veneto contro l'abbandono del Regolamento SUR

L'agricoltura italiana si trova a un bivio cruciale: da un lato, la necessità di garantire produzioni efficienti per mantenere la competitività del settore, dall'altro, la crescente richiesta di modelli sostenibili che riducano l'impatto ambientale e i rischi per la salute. Al centro di questo dibattito vi sono i pesticidi, principi attivi fondamentali per molte aziende agricole, ma contestati da chi ne denuncia gli effetti nocivi su ecosistemi e salute umana.
Il dualismo di visione si è manifestato chiaramente negli ultimi giorni attraverso due eventi contrapposti: da una parte, il convegno "Agricoltura È" tenutosi a Roma e organizzato dal Masaf (Ministero dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste), che ha evidenziato il ruolo centrale della chimica e dell'innovazione per il settore; dall'altra, la "Marcia Stop Pesticidi", tenutasi ieri, promossa dal WWF Italia in Trentino-Alto Adige e Veneto, per denunciare gli effetti negativi dell'agricoltura industriale.
Gli agricoltori e le associazioni di categoria vedono nei pesticidi uno strumento indispensabile per difendere le colture da parassiti e malattie, garantendo al contempo produttività e sicurezza alimentare. La mancanza di soluzioni alternative ugualmente efficaci rischia di compromettere la competitività delle aziende italiane, già sottoposte a rigide normative europee rispetto ai competitor extra UE.

Dall'altra parte, ambientalisti e attivisti del WWF sostengono che la riduzione dei pesticidi è una necessità urgente per la tutela della biodiversità e della salute pubblica. La marcia contro i pesticidi ha voluto sottolineare come l'uso indiscriminato di sostanze chimiche metta a rischio la qualità dell'acqua, del suolo e degli alimenti stessi.
Il WWF ha espresso forte preoccupazione per la recente decisione della Commissione europea di abbandonare il Regolamento SUR – come si legge su Polesine24.it - che prevedeva la riduzione del 50% dell'uso dei pesticidi entro il 2030. L'associazione ritiene che l'agroecologia e l'agricoltura biologica possano rappresentare alternative valide, come dimostrato dalla crescita del settore bio in Italia, che nel 2023 ha raggiunto 2,5 milioni di ettari coltivati, pari al 19,8% della Superficie Agricola Utilizzata.
Intanto le aziende agricole non possono attendere e Il futuro dell'agricoltura italiana dipenderà dalla capacità di conciliare produttività e sostenibilità, trovando un equilibrio tra la necessità di proteggere i raccolti e quella di salvaguardare l'ambiente e la salute dei cittadini. (aa)
Fonte: Polesine24.it
